Nel primo capitolo di SUD ANTICO di Emanuele
Lelli, L’Aspromonte greco, un anziano ricorda nel corso dell’intervista
la pratica, costantemente seguita dagli abitanti del paesino di Platì, una
volta giunti al Santuario della Madonna della Montagna per celebrarne la festa,
di mordere un pino benedetto per stornare qualsiasi rischio di perdersi per
strada una volta imboccato il ritorno. Tale discorso suscita in Lelli una
spontanea e inattesa associazione, ossia il confronto con il finale dell’Inno
a Delo di Callimaco, in cui viene citato un rito particolare, rigidamente
osservato dai marinai che sbarcavano sull’isola: in sostanza, essi mordevano il
fusto di un olivo, secondo una pratica ricondotta ai giochi di Apollo bambino.
Ora, qui il punto più significativo, a parte l’assoluta specularità delle
immagini, è costituito dal fatto che non esistono ulteriori riscontri antichi
di questa pratica, che anzi di norma ha messo a durissima prova tutti i
filologi che avessero cercato di sondarne la genesi. D’altra parte, come
ricorda Lelli, in Aspromonte prevalgono in assoluto le superstizioni di origine
greca piuttosto che latina, praticamente inesistenti; il che “induce a riflettere sul grado di continuità
tra queste popolazioni e la cultura della Magna Grecia, nonché sullo scarso
grado di penetrazione della romanizzazione”, autorizzando a parlare di “credenze greche e romane, più che
greco-romane, o meglio, di credenze testimoniate per il mondo romano e per il mondo greco”.
[Platì] “Comune in provincia di Reggio Calabria, di circa 3,800 abitanti, spicca in particolare per la sua speciale collocazione geografica, trovandosi incassato in una vallata posta al centro dell’Est dell’Aspromonte. Avvolto da una natura selvaggia e conturbante, è retto sostanzialmente da un’economia di tipo agricolo-pastorale, che ingenera notevoli squilibri nella distribuzione delle ricchezze: cfr. l’opuscolo datato, ma particolarmente efficace, in quanto ‘fotografa’ il periodo in cui la maggior parte degli intervistati viveva la sua giovinezza, di Zangari (1940)”.
Il Prof. Arduino Maiuri è docente di latino e
greco presso il Liceo Classico “Cornelio Tacito” di Roma, ricercatore e grande
esperto di storia delle religioni, in particolare nel mondo classico, di
letteratura latina e storia romana, del sacro nella cultura classica, degli
ordinamenti giuridici nei mondi greco e romano, della prima cristianità. È
autore, in queste materie, di numerosi articoli
scientifici e di libri.
… sono pienamente convinto del fatto che la passione non solo vivifichi gli
alveoli della nostra esistenza, ma la renda unica.
Sarei inoltre felice di poter leggere le
sue "Voci da Platì", poiché convengo con lei sul fatto che l'amore per
la terra natia è un bene prezioso.
Con viva cordialità,
Arduino Maiuri
… oggi ho ricevuto i suoi volumi: sono davvero eleganti e rifiniti, dunque
preziosi anche nella loro veste estetica, oltre che naturalmente nei contenuti!
Spero di poterli leggere quanto prima, e
comunque non mancherò di tenerla aggiornata.
Con i miei più cordiali saluti, sinceri
complimenti ed enorme gratitudine,
Arduino Maiuri