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lunedì 30 settembre 2013

Canto per te (reg Fritz Peter Buch - 1935)


Questo breve filmato, un pugno di secondi, mi è stato recapitato per mail da Francesco di Raimondo.
Per gentile concessione della signora Giulia Molluso, artefice della registrazione, ho il piacere di pubblicarlo in questo blog attraverso il “ Nostro Tubo “.
A catturare la mia attenzione non è stato solo il motivo  e la sua esecutrice, un’anziana signora refrattaria ad ogni tipo di fotografia, ma il tipo di ripresa eseguita, la particolare angolazione, per altro involontaria, che mi da motivo di una interpretazione, del filmato, del tutto diversa da quella voluta dalla signora dietro il mirino
Sarò breve. Oggetto del canto è il Cristo; invece a me piace assimilare il Salvatore con il paese, Platì,  visto dal Calvario, il verde su cui si adagia, con quella fiumara grigia, che vi scorre in fondo, nella vallata, sotto la Rocca.
In sostanza per dirla con Kenneth Clark, storico dell’arte, ma è solo, ripeto, una mia immagine, è la Mamma che canta il Paese, il Figlio.

venerdì 27 settembre 2013

Cugino cugina ( reg. Jean Charles Tacchella - 1975)






  Si certifica da me sottoscritto  Arciprete di questa Chiesa curata di Platì, sotto il Titolo di S. M. Lauretana, qualmente mi costa, che i futuri sposi Giuseppe Mittiga fu Giacomino e Maria Morabito, di anni 40, e Filomena Violi del fu Rocco e Maria Marando, di anni 30, ambedue nati e residenti in questo suddetto comune di Platì, sono tra loro consanguinei di 3°in 4° grado in linea trasversale, ed affini di 2° in 3° grado in linea collaterale, come da’ rispettivi alberi di loro parentela qui sotto descritti.
  Certifico inoltre che ambedui gli sposi futuri sono veri paesani privi affatto di beni di fortuna, incapaci sodisfare qualunque tassa e vivono col travaglio giornaliero delle loro braccia.
   Dippiù lo sposo vedovo è padre di 3 orfanelli di tenera età che anno preciso bisogno di educazione, che non può essere data loro dal Padre il quale è sempre fuori di casa perché addetto al lavoro da cui ritrae il sostentamento a se e a la sua famigliola, ne può ritrovarsi altra persona estranea ad eccezione della sposa in parola che possa impegnarsi alla loro educazione e ciò a L’affezione che nutre verso di loro a che figli della sua cugina consanguinea.
   Per tali motivi e pel preciso bisogno che ha lo sposo dell’opera della sposa, non a fine cattivo perché entrambi di buona morale, lo sposo coabita in casa della, e tratta familiarmente colla stessa, comunque senza fine cattivo, però questa coabitazione unita all’indigenza della, alla sua condizione di essere orfana di Padre, non conchiudendosi il matrimonio in parola, resterà certamente innulla non solo, ma esposta al gravissimo pericolo di corrompersi in questi tempi di generale demoralizzazione anche perché stretta in parentela colla maggior parte del paese di questo abbitato.
   Finalmente certifico, che la madre è non solo avanzata negli anni, ma malsana e desidera vedere situata questa sua figlia pria di morire.
   In fede che si rilascia il presente certificato da me sotto scritto e munito dal Suggello Parrocchiale

affinità
Domenico Ciampa
1° Giuseppe Ciampa      1° Caterina Ciampa
2° Caterina Ciampa       2° Maria Marando
defunta moglie            3° Filomena Violi
                                                                 dello sposo                         sposa

consanguineità
Michele Mittiga
1° Domenico Mittiga       1° Caterina Mittiga
2° Giacomo Mittiga         2° Rosario Marando
3° Giuseppe Mittiga        3° Maria Marando
sposo                           4° Filomena Violi
                                     sposa
 
Platì  20 7bre 1880
Filippo Arciprete Oliva

giovedì 26 settembre 2013

Il ladro di bambini (reg. Gianni Amelio - 1992)

Il Maestro
(Sinite parvulos)
Eccolo! – sopra i laghi rispecchianti
La cerula del cielo immensità.
O sopra i monti – ergentesi giganti.
Pieno di grazia e di soavità.
Dona al vento la chioma, e la pupilla,
Quella pupilla che di cielo sa.
Negli animi s’appunta e la favilla
Accende nelle menti, al core va.
Un dì – passando per la via deserta,
un esile fanciullo lo guardò
“Ave Rabbi! Gli disse. (Ed era aperta
L’anima sua di giglio sbocciò.)
Ave Rabbi! Gli disse e lo seguiva.
(Camminava allor solingo Gesù)
E dalle case allor quella giuliva
Eco si ripercorse: “Ave Gesù!”
Ave! Gridarono, a cor, tutti i bambini;
protendenti le braccia e i cuori pii
verso il biondo Maestro, che divini
dispensava sorrisi. Allor fu
che Cristo disse, di dolcezza pieno:
“Oh, lasciateli, voi, venire a me
I vostri figli, o madri, ed al mio seno
Troveranno ogni amor, speranza e fé”.

Sac. Ernesto Gliozzi sen.

martedì 24 settembre 2013

Myrtle and Rose - Lloyd Cole




Dio era tangibilmente presente nella campagna e il diavolo se ne era andato col bel mondo in città.
Thomas Hardy, Via dalla pazza folla

giovedì 19 settembre 2013

Corpo celeste pt. 4

Dal settimanale L’Azione Popolare

LUTTO POPOLARE

Platì – 9 –
 (Egli) L’altro ieri morì questo arciprete D. Saverio Oliva. Si oscurava, più che ottuagenario, tra le braccia dell’amato nipote Giacomo Tassoni- Oliva, ed assistito, nei conforti religiosi, da un giovane sacerdote che amava teneramente. Era buono; ma la sua bontà doveva essere straordinaria, doveva aver seminato grande messe di bene, se ieri raccoglieva una manifestazione plebiscitaria dietro la sua salma. Migliaia e migliaia di persone si stringevano intorno al feretro che se n’andava verso l’ultima dimora portati quasi in trionfo e sopra un mare di teste.
  Sfilavano le congregazioni dei Luigini del Rosario, dei Geraldini – seguiva un clero numeroso, una filata di corone, e la superba cassa ondeggiava sopra la calca riverente finché si arrivò, passando per tutte le vie del paese, sulla Piazza Maggiore della chiesa … della sua chiesa. Si fermò il corteo maestoso e mai visto; si fermò per un momento, ad ascoltare la parola calda di affetto del Sac. E. Gliozzi. Fu questi felice interprete dei sentimenti di tutti.
  Poi la massa irruppe nel tempio, si prosternò silenziosa, e le note patetiche dell’organo, gemente pace, risonarono intorno al morto che pareva che dormisse in mezzo ad una profusione d’incenso e di ceri accesi. Quando la funzione ebbe termine, salì sul pergamo il Can. Mons. Migliaccio e con sentimenti più che teneri, anche al nome del Vescovo, porse il saluto a l’estinto, tratteggiò la figura con pennellate da maestro e concluse che:
“ un bel morir tutta la vita onora “
  Indi la mesta processione si rimise in via verso il camposanto. Pareva che i morti di parecchie generazioni fossero sorti in piedi … tanta era la calca!
  Nessuno mancò.
  E la, sotto gli ulivi placidi, al cospetto di tutta la cittadinanza platiese l’Avv. Spagnolo da Bovalino, che si sentiva legato da vincoli di parentela a l’Arc. Oliva, ringraziò a nome della famiglia tutti, con la soddisfazione di constatare che un accompagnamento simile, difficilmente si ottiene e scarsamente si merita.

Al carissimo amico e collega G. Tasoni – Oliva, così duramente provato dal dolore, giungano le sincere condoglianze nostre.

n. d. v.

lunedì 16 settembre 2013

Love of the common people




Desiderò che essa conoscesse le sue impressioni ma avrebbe pensato a portare un profumo entro una rete più facilmente che non a tentare di trasferire le tangibilità del suo sentimento entro le grossolane maglie del linguaggio.
Thomas Hardy, Via dalla pazza folla



Queste sono le due versioni del brano che preferisco sulle altre.

giovedì 12 settembre 2013

Sow good seeds - Mavis Staples




Un contadino è una personalità nel campo; un contadino fa parte del campo; perde in un certo senso i suoi contorni imbevendosi dell’essere, dell’essenza di ciò che lo circonda, assimilandola.
Thomas Hardy, Tess dei d’Uberville

lunedì 9 settembre 2013

Fratello, dove sei? ( reg Ethan e Joel Coen - 2000)

Gianni alla sinistra dello zio Peppino
Come in un film di John Ford.
La cassa è adagiata per mezzo delle corde nella terra, sabbiosa, che scopre apertamente la sua origine marina, scavata abilmente da Salvatore. Lui stesso mi invita ad essere il primo.
Circondato dalla commozione dei presenti, con le mani unite prendo la terra, umida, appartiene all’ultimo strato portato alla luce, ed inizio a cospargerla sulla bara.
Il mare non ritornerà su quella collina; il lavoro, ora, è affidato alla pioggia ed al sole.
Gianni è di nuovo nel grembo materno: la Terra.

un fotogramma da Sfida infernale ( My darling Clementine) di John Ford

lunedì 2 settembre 2013

Born in the 50's - The Police

Gianni alla sinistra della zia Amalia


   Prima della sua nascita il nome scelto da papà era stato Rocco. Venendo al mondo il giorno di San Giovanni Battista vinse la mamma col suo solito riservato silenzio: fu battezzato Giovanni Rocco.
   Il lato Rocco non fu mai utilizzato se non negli estratti di nascita e nelle registrazioni dei documenti ufficiali dello Stato come della Chiesa.
   Nacque quindici mesi dopo di me. Lo anticipai nel marzo dell’anno precedente, born in the 50’s come cantavano i Police di Outlandos D’Amour.
   Fino al compimento della maturità fummo inseparabili come due gemelli, in chiesa ed al cinema: lui scese nella piazza San Vincenzo, io presi il viale San Martino che portava al cineforum Don Orione.
   Chi ha avuto in sorte un fratello di poco più piccolo mi può capire: Gianni mi seguiva dappertutto. Un fratello di poco minore è sempre accosto, non esiste rivalità se non affiatamento e complicità.
   La nostra camera per dormire, a Platì, era affiancata a quella di papà e mamma. Era dipinta in calce con colori pastello.  



    Lui dormiva nella culla con il materasso di lana, io nel letto con le tavole ed il materasso era riempito di foglie secche di paniculu  che poi è il granturco. La mamma ogni mattina lo rimestava introducendo la mano destra nelle fessure poste nella parte superiore.
   Nelle mattinate invernali della nostra infanzia, dopo svegli, ancora sotto le calde coperte, ci figuravamo, giocando, che i nostri letti fossero delle navicelle spaziali in viaggio verso la luna.
    Il gioco è stato scansato dalla vita, lui è partito per sempre, fatalmente per primo.