Ieri mattina i
carabinieri hanno vietato la vendita della carne di capra
I riti di Polsi
bloccati dai Nas
A poco sono valsi i
tentativi di della Chiesa
POLSI(San Luca) – “...Tra
la calca alcuni armenti sono portati in voto entro la chiesa e gli animali quasi
fossero compresi della grandezza nella quale si trovano piegano le ginocchia
sui gradini dell’altare. I buoi piegano il collo legato da un nastro, e il
timido pastore li guarda ripone il berretto nella tasca e prega anche lui per le
cose più care, per i suoi armenti, e quell'umile vestito di orbace nella
prostrazione si confonde col vello delle agnelle... Per quella turba magna non basta
il convento né le case della comunità, né le capanne e si sceglie ognuno il suo
posto sotto i boschi. Tien bottega ognuno all'aperto, le bestie macellate sono
appese agli alberi”. E' Corrado Alvaro, che scrive da studente ginnasiale,
nei primi decenni del secolo, in uno dei suoi viaggi a Polsi nel Santuario
della Madonna della Montagna. Ed io conosco queste cose sin dall’età della
ragione quando trascorrevo con mio padre, maresciallo dei carabinieri, le
estate infuocate in un paesaggio da orrido, vivificato dalla Madonna dal volto
popolano che viene considerata come ‘espressione della pietà popolare più genuina
in quanto scaturisce dalla devozione di un popolo, di un'etnìa e della sua
cultura. Il preambolo era d’obbligo. Dopo
tre millenni la sacralità di Polsi con i suoi riti, miti, è stata interrotta
dai carabinieri, di cui esiste a Polsi soltanto un rudere della vecchia caserma
con scritta; “Carabinieri reali". Ieri mattina in modo massiccio sono
intervenuti i Nas (Nuclei anti sofisticazioni) per bloccare tutte le attività
relative al commercio della carne di capra. Un intervento estemporaneo che se
applicato in altri contesti avrebbe portato a consensi, si è rivelato, invece,
tra le migliaia di pellegrini come un atto di sottocultura. nei confronti delle
tradizioni di Polsi, oggetto continuo di studiosi a livello mondiale nel campo
etnico, sociologico e culture. Don Pino Strangio, Rettore del Santuario con
incisività dice: “I fatti dimostrano che tutte le soluzioni cercate insieme,
collaborando e convincendo con la pazienza le persone interessate, hanno sempre
trovato un esito del tutto favorevole. Se si fossero messi in chiaro i dati del
problema si sarebbero tempestivamente elaborate soluzioni congrue, coinvolgendo
tutte le componenti della società civile”. Non sono valse neppure le sagge
parole del vescovo Monsignor Giancarlo Bregantini, né del capitano dei
carabinieri, né del comandante la stazione di San Luca. Irremovibili in un'azione
che cancella tradizioni e riti. Questa volta dagli agiografi anticoppole non si
può leggere che “una mangiata di capra a Polsi è sempre un summit”. `
Antonio Delfino
Gazzetta del Sud, 3 settembre, 2002
Nota - Ancora Toto Delfino critico nei confronti della benemerita. C'è di più, ed è don Pino, oggi declassato e sostituito con prestanomi, ma allora distributore di medaglie e gadget a personaggi in tour on Polsi come dimostra la foto che lo vede appuntare al cuore della regina Paola Ruffo di Calabria, allora sovrana del Belgio, la croce di Polsi, made Gerardo Sacco. Infine, il citato Corrado Alvaro era tra gli sceneggiatori del titolo odierno.
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