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lunedì 29 maggio 2023

THE FINAL VERDICT [di Jack O'Brien - 1914]


In nome di sua Maestà
Vittorio Emanuele Secondo
per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia
Il Conciliatore del Comune di Platì ha pronunciato la seguente sentenza
Nella causa tra Don Francesco Gliozzi fu Domenico, industriante residente in Platì, attore comparente in persona
E Pasquale Carbone alias Usciere, bracciante, residente in Platì, convenuto e comparente
L’attore ha conchiuso per lo pagamento della somma di lire undici e centesimi ottanta dovutegli per altrettanti dategli per grano e ..., che non ha consegnato al maturo di Agosto prossimo passato, e conchiuse ancora per le spese del giudizio
Il convenuto accolto il debito giusta la domanda dell’attore
Considerando che la confessione giudiziaria del convenuto fa piena pruova contro di lui: art.   del Codice Civile
Considerando che il soccombente è tenuto alle spese
Noi Francesco Oliva Giudice Conciliatore del Comune di Platì, diffininivamente pronunziamo e condanniamo il convenuto Pasquale Carbone al pronto pagamento di lire undici e centesimi ottanta all’attore Signor Gliozzi, ed alle spese in centesimi novanta fuori la spedizione della presente
Il Conciliatore = Francesco Oliva = Giudicato e pubblicato in Platì li 3 Ottobre 1872 presenti ambe le parti = Dritto centesimi 60 = Giuseppe Fera Cancelliere
Comandiamo a tutti gli uscieri richiesti ed a chiunque spetti di porre in esecuzione la presente sentenza, al P. Ministero di dare assistenza; ed a tutti i Comandanti e Uffiziali della forza pubblica di concorrervi, con essi allorché saranno legalmente richiesti
                                                           Per spedizione
rilasciato all’attore D. Francesco Gliozzi
            Platì 11. Ottobre 1872
                                               Giuseppe Fera Cancelliere
Specifica - Carta per la presente                                  £ 0.10
Dritto di scritturazione in due facciate                      £ 0.40
Formola esecutiva                                                            £ 0.25
Visto Totale                                                                         £ 075
Il Conciliatore Francesco Oliva   -   Fera
 
L’anno mille ottocento settantadue, il giorno diciotto ottobre in Platì
Ad  istanza di Francesco Gliozzi fu Domenico, industriante residente in Platì, ed in forza di sentenza del Conciliatore di Platì del di sei ottobre corrente pubblicata in presenza delle parti, io Francesco Mittiga scrivente  facente funzioni da usciere della Conciliazione di Platì ove risiedo, ho fatto precetto in nome della legge a Pasquale Carbone alias usciere, bracciante, residente in Platì di pagare prontamente all’istante la somma di lire undici e centesimi ottanta di sorde, e lire una e centesimi sessantacinque di spese nascenti da detta sentenza e dal presente atto diffidandolo che elassi cinque giorni da oggi l’istante procederà al pignoramento di mobili.
Del presente atto ho lasciato copia conforme nel domicilio di esso Carbone in mano.
Costa l’atto presente centesimi trenta.
                        Il Scrivente
                         F.   Mittiga
 
L’anno mille ottocento settantaquattro, il giorno tredici Luglio in Platì
Ad  istanza di Francesco Gliozzi fu Domenico, industriante residente in Platì, ed in forza di sentenza del Conciliatore di Platì del di sei ottobre del 1872 pubblicata in presenza delle parti, io Francesco Mittiga scrivente  facente funzioni da usciere della Conciliazione di Platì ove risiedo, ho  riprecettato in nome della legge a Pasquale Carbone alias usciere, bracciante, residente in Platì di pagare prontamente all’istante la somma di lire undici e centesimi ottanta di sorde principale, e lire una e centesimi novantantacinque di spese nascenti da detta sentenza ed atto precedente oltre quelle del presente e successive con diffidamento che elassi cinque giorni da oggi l’istante procederà al pignoramento di mobili.
Del presente atto ho lasciato copia conforme nel domicilio di esso Carbone in mano.
Costa l’atto presente centesimi quaranta.
                        Il Scrivente
                         F. Mittiga

Anche i di tipi di documenti sopra riportati possono essere drammatizzati, magari facendo ricorso a Salvatore Satta o addirittura come un silent movie alla maniera del regista in apertura rivitalizzato. Un buon indicatore è anche il brano del Maestro riportato in chiusura. Certo a noi interessano di più i nomi e le circostanze citati nel testo, svaniti, certo, ma sempre presenti per chi non si interessa solo ad immagini che scorrono, e lasciano di nuovo il tempo, virtualmente. Un aiuto viene anche da Google Maps che ci consente di rilocalizzare i fatti nelle vie citate.

 

lunedì 15 maggio 2023

I COSPIRATORI [di Martin Ritt - 1970]

Pasquale Miceli

Tra le vecchie notizie concernenti il territorio di Platì viene segnalato in rosso l’anno 1848. Le cronache dell’epoca – oggi polvere all’Archivio di Stato di Reggio Calabria – riportano l’episodio dei Piani della Corona, coinvolti centinaia di braccianti, mulattieri e foresi, alcuni pagarono solo per aver espresso vicinanza ai moti, la polizia borbonica di Pasquale Miceli ne fece agnello sacrificale.

Figlio di mulattiere, da bambino aveva perso il padre per il morso di una vipera, crebbe analfabeta come tutti gli appartenenti al suo ceto, ma sapeva fare di conto grazie al prete che gli impartiva la benedizione e pure le tabelline.
Ai Piani della Corona tra faggeti e pinete una fiumana di persone si dava convegno a parlamentare di rivoluzione e ad attendere Agostino Plutino e Casimiro De Lieto, fautori in Calabria del rovesciamento di regime nel costituire il provvisorio governo antiborbonico. Le milizie borboniche però seppero, della presenza di Miceli e di altri accoliti. Le indagini fecero appurare dello spirito utopistico e demagogico dell’indagato, anche della venuta di Agostino Plutino a Platì, proprio nella casa della sorella di Miceli, dove ricevette pranzo e ristoro.
Il resto lo fecero i notabili di Platì, rispettando la massima dalla notte dei tempi che vuole i delitti risolti con la delazione, su carta scritta informarono l’Intendenza; dismisero guardinghi la camicia borbonica per indossare la giacca dei liberali, le camice, quelle con il giglio al petto simbolo della casa reale sostarono negli armadi per anni, le restaurazioni consigliavano tenersi pronti per i ritorni al passato.
Cospirazione contro il governo reale e discredito contro la persona di sua Maestà, la Gran Corte Speciale si pronunciò con una pena di diciannove anni, Miceli ne scontò otto nel carcere di Procida per aver gridato in Piazza San Nicola testualmente: “Viva la Repubblica, viva il governo provvisorio, si fotta il Re”.
Pasquale Miceli dalla Gran Corte Criminale venne condannato a diciannove anni e trasferito da Reggio alla penombra delle celle di Procida, qui incontra Carlo Poerio, Antonio Garcea, i fratelli Palermo da Grotteria, Silvio Spaventa che lo farà più ricco insegnandogli lettura e scrittura.
Negli otto anni trascorsi in catene non un giorno senza sevizie, al mattino colpito alla natica con un bastone a cui erano legate corde di cuoio, al paese intanto perdeva due dei sette figli che aveva lasciato smarriti e lui lo appurava con mesi di ritardo, a giorni alterni i carcerieri cambiavano il lato della natica. Tornato in paese grazie all’amnistia concessa con decreto reale da re Franceschiello, i signorotti ne attesero la carrozza all’ingresso del paese, lo riabbracciarono per primi quelli che lo avevano denunciato, Don Ciccio Oliva colui che lo prenderà in carico, il risarcimento per l’ingiusta detenzione glielo offrì lui stesso tra le mura della casa comunale: il più alto possibile, otto anni di Procida per balzare al vertice della scala politica, Pasquale Miceli mulattiere pregiudicato eletto sindaco alle elezioni del 1860. Infine muore due volte, la prima nell’aprile del 1866, la seconda definitiva morte l’alluvione del 1951 che si prende anche la sua tomba.
MICHELE PAPALIA, maggio 2023

 A discapito dell’immagine d’apertura, laddove lo zio Mimì, anch’egli Miceli, è con sua sorella Cristina, il volto di Pasquale Miceli mi piace immaginarlo con il cipiglio irish di Sean Connery del film in apertura. Del resto la prosa disumana di Michele Papalia ben si addice ai cospiratori, siano essi irlandesi o pratioti.

mercoledì 19 aprile 2023

Gioventù bruciata [di Nicholas Ray - 1955]




Ricordo Pasqua 1956

1-Toto Delfino
2-Pino Prochilo
3 Zappia Pasquale
4-Spadaro Mario
5-Romeo Umberto
6-Zappia Rosario
7-Delfino Francesco
8-Zappia Rosario
9-Renato Castorina
10-Zappia Filippo
11-Prochilo Virgilio

Foto: ASGMZ Archivio Storico Gliozzi-Mittiga-Zappia
 

domenica 16 aprile 2023

Road to perdition [di Sam Mendes - 2002] or to nowhere




In questa provincia [1.a Calabria Ulteriore] i bisogni economici si legano tutti ad uno come al principalissimo, col quale tutti, o quasi tutti gli altri, che sono pur moltissimi, ànno intima attinenza; e la satisfazione dell'uno apporterebbe quella degli altri. Questo consiste nelle vie di comunicazioni, le quali mancano quasi del tutto, e quelle poche che sono (circa 80 chilometri), perché non circolano, sono mezzo inutili. Con esse vie s'intende: 1.º congiungere questa estrema provincia con la limite del suo lato settentrionale pel quale confina - 2.º congiungere le due marine del Ionio e del Tirreno — 3.º congiungere comune con comune. […] Così il comune di Bovalino con decisione decurionale del 26 dicembre 1860, seduta numero 180, proponeva la costruzione di una strada che passasse dalla marina di Bovalino per Benistare, Platì, Cirella presso Careri e Natile (a sinistra), traversando l’Appennino e scendendo per Molochio, e quindi congiungendosi con la costrutta traversa da Gioia a Cittanova.

Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento di Napoli, Tomo XI, 1863

martedì 11 aprile 2023

Stati di alterazione progressiva [di Alan Rudolph , 1985]

 


DI UNA COMBUSTIONE SPONTANEA
Storia del dott. NUNZIO LA CAVA.

Sulla combustione spontanea sono ancora disaccordi le credenze dei medici, quindi non senza utilità sarà la storia presente. Don Niccola Oliva proprietario domiciliato in Motta Platì nel distretto di Gerace, di buona salute, statura molto vantaggiosa, ed un temperamento forte eccitabile, senza aver sofferto giammai alcun morbo il quale abbia relazione con la seguente istoria, faceva soltanto molto uso di bevande inebbrianti. Costui si accorse che, ben da più giorni, prima un calore insolito gli bruciava il seno, mentre l'organismo intero partecipava di tale ardore. La superficie del corpo era affetta da prurito, aumentato il calore nello stomaco. Esso si dà a bere con eccesso del vino, quando tutto ad un tratto si vede avvolto da una fiamma che dalla testa discende ai piedi. Estinguendosi, lascia impressionato l'abito subcutaneo, ed il paziente si rotola nel letto, sperimentando un riscaldamento, che da principio essendo esterno, a poco a poco diviene interno e generale. Gradi a gradi si gonfia la faccia, e poco dopo il petto e gli arti; progredisce sempre più tal fenomeno nella faccia; si estende nella testa. Le labbra sembrano essere quelle di un cavallo, si chiudono pel gonfiore gli occhi e la bocca, mentre la testa diviene gigantesca: la pelle sembrava tendente al nero come se fosse bruciata. Vien preso da febbre con sete e smania. Questo è lo stato in cui dopo molte ore lo trovò il dott. La Cava. Ma siffatto caso, secondo il vero valore della scienza, potrebbe egli caratterizzarsi per ispontanea combustione? No certamente, imperocché non si formò una profonda scottatura, né seguì la morte dopo che venne bruciata una gran parte del corpo; ciò non ostante può denominarsi così per il cangiamento di colore della pelle, e per la fiamma osservata nell'atto della sua genesi. L' Autore fa l'ipotesi se la combustione sia avvenuta, o per isviluppo di gas idrogeno fosforato, o per trasporto degli imponderabili dall'interno all'esterno: inclina a credere essere avvenuta per influenza degli imponderabili, giacché la malattia non si circoscrisse ad una parte sola, non presentò i comuni integumenti molto distrutti, ed agi in un istante. Da qualunque delle due cause voglia ripetersi l malattia, è sempre vero che una identità è la causa predisponente, la quale si deve considerare nelle bevute eccessive del vino, e che la cagione immediata agì sempre stimolando la pelle.
Quanto alla cura, dice l'Autore, che non potevansi introdurre medicamenti per la bocca, essendo questa chiusa, non si poté fare alcun salasso per essere tutta la superficie del corpo gonfia; era difficile l'introduzione delle medicine per clisteri, perché l'assorbimento cutaneo, per lo stato d'irritazione, difficilmente si sarebbe effettuato. Si applicarono alle labbra delle pezzuole di lino bagnate nell'acqua fresca, le quali quantunque chiuse poterono a poco a poco far succedere il passaggio di qualche goccia, e sottraendo calorico minorare quella elevata temperatura. Dopo qualche tempo si consegui l’effetto, e si poterono introdurre bevande saline che aprirono blandemente il ventre: il gonfiore dopo qualche giorno cominciò a decrescere, finalmente spari, la pelle desquamandosi perdé quel lividastro che la ricuopriva. Cessò il calore e bruciore che sentiva l'infermo nello stomaco, e coll'uso di replicati diluenti ricuperò la sua salute per ricominciare la sua vita disordinata, senza che però si reiterasse il malore; non pertanto ne accadde la morte dopo un anno, consumato l’organismo con eccessive bevande riscaldanti.
MEMORIALE DELLA MEDICINA CONTEMPORANEA, Volume XII, Luglio e Agosto 1844

Nota: Don Niccolò sembra già soffrire delle future lividure eteroclide divulgate in futuro (1896) dall'istorosofico dottor Vincenzo Papalia:

mercoledì 5 aprile 2023

LA PASSION DU CHRIST [di Anthelme Lear, 1897]

Sette motivi in prossimità della Pasqua

 

[1] Passion play

https://www.blogger.com/blog/post/edit/6010161296754066789/2092837128653420681

[2] La via della gloria

https://www.blogger.com/blog/post/edit/6010161296754066789/1094204961315795496

[3] Golgota

https://iloveplati.blogspot.com/2020/04/golgota-di-julien-duvivier-1935.html

[4] Ring the bells

https://iloveplati.blogspot.com/2019/04/ring-bells-james.html

[5] High  Easter

https://iloveplati.blogspot.com/2018/03/high-easter-reg-irving-pichel-1943.html

[6] Pranzo di Pasqua

https://iloveplati.blogspot.com/2012/04/pranzo-di-pasqua-reg-melville-shavelson.html

[7] Il Vangelo secondo Matteo

https://iloveplati.blogspot.com/2011/04/il-vangelo-secondo-matteo-reg-pier.html

Come il titolo del film in apertura anche le foto, la chiesa del SS. Rosario addobbata dallo zio Ciccillo per il  Giovedì Santo, ci riportano ad un mondo scomparso, dove la rappresentazione della Passione e morte del Cristo era un momento creativo, artistico.

mercoledì 1 febbraio 2023

L' angelo della distruzione [di Charles Philip Moore - 1994]


Sul versante Jonico dell’Aspromonte il paese che ebbe più gravi danni fu Platì, il quale è pure il più prossimo all’area centrale del terremoto, poiché dista appena 7 chilometri da S. Cristina d’Aspromonte. Memorie di matematica e di fisica della Società italiana delle scienze della Società italiana delle scienze · 1896
Quel 5 di febbraio Sant’Agata, la protettrice dei terremoti, nulla poté fare contro la forza della natura. Il danno più grave è stato la perdita della chiesa di San Nicolò di Bari, situata nei pressi dell’odierna via S. Nicola*. Era stata eretta dal notaio Carlo Zappia sul finire del 1600 e possedeva una cospicua platea dei beni, in quell’anno era rettore della chiesa Don Antonio Zappia figlio del notaio prima citato. Secondo varie fonti il numero di quelli che perirono è di 25 "ma la tenacia e la laboriosità dei sopravvissuti fece rinascere l'antico centro che nel 1799 fu istituito Comune autonomo dai francesi".*

Le foto fanno riferimento al Casino Oliva in contrada Margherita
 
 

lunedì 23 gennaio 2023

The fabelmans [di Steven Spielberg - 2022]

Per una storia di Platì da pubblicare

Capitolo 1° - Un Re, una Casata, un territorio da governare

1 - Desiderio di re (Dio Guardi):

https://iloveplati.blogspot.com/2021/12/desiderio-di-re-di-josef-von-sternberg.html

2 - Conflitto di classe: il circolo di Nerone

https://iloveplati.blogspot.com/2021/10/conflitto-di-classe-di-michael-apted.html

3 - La vita risorge: Natile provincia di Platì

https://iloveplati.blogspot.com/2021/09/la-vita-risorge-natile-gli-oliva-plati.html

4 - L’ultimo atto: morte al casino

https://iloveplati.blogspot.com/2021/07/lultimo-atto-di-georg-wilhelm-pabst-1955.html

5 - L’albergo degli assenti: Sfalassi, Sfalasi o Boschetto:

https://iloveplati.blogspot.com/2021/06/lalbergo-degli-assenti-di-raffaello.html

6 - Rocambole: il luridume di una camorra nauseosa

https://iloveplati.blogspot.com/2021/01/rocambole-di-giuseppe-zaccaria-1919.html

7 - I Visitatori: Franchetti e Nathan a Platì il 25 gennaio 1885

https://iloveplati.blogspot.com/2016/02/i-visitatori-reg-jean-marie-poire-1993.html

 

 

domenica 27 novembre 2022

AVANTI! [di Billy Wilder - 1972]



 

COMUNE DI PLATÌ
PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

TRIBUNA POLITICO AMMINISTRATIVA
 
DOMENICA 30 AGOSTO 1964 ALLE ORE 9 
IL SINDACO E LA GIUNTA MUNICIPALE 
daranno il resoconto della attività svolta e risponderanno a tutte le domande dei cittadini nella sala del consiglio comunale. Alle ore 18,30 in piazza Mercato le conclusioni del dibattito saranno fatte dal Sindaco F. Catanzariti.
L’iniziativa, oltre a voler rafforzare un rapporto democratico tra amministrati ed amministratori, tende a raccogliere critiche, suggerimenti, consigli per meglio sviluppare la politica amministrativa.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
........
 
Il documento oggi risuscitato è una testimonianza alquanto inedita per le cronache di Platì, è una dimostrazione che qualcosa sul piano del rinnovamento si è tentato. La Storia del dopo 30 agosto 1964 è nota a tutti. Ora, cosa vogliamo fare?
Testo e foto: Calabria – Anno XX – Nuova Serie - N. 83 - giugno 1992

 

lunedì 31 ottobre 2022

Obit [di Vanessa Gould - 2016]

Pasqualino Sergi

1917 - 1939

Da quell’Anno Domini 1568 il cui cappellano del Fondaco di Pratì era Don Francesco Silvestro, il paese di Platì ha sempre dotato la Chiesa degli uomini di cui aveva bisogno. A volte erano le famiglie patrizie a fornire i ministri del culto, a volte i semplici capi famiglia che volevano elevarsi socialmente. Molti erano quelli mandati da fuori per ordine dei vari Vescovi che avevano sede in Gerace. Uno di questi fu Don Crescenzio Carulli che arrivò a Platì intorno agli anni venti, per poi trovare la morte ad opera di ignoti nella notte del 5 dicembre del 1930: «Avrebbe mai potuto pensare il povero sacerdote, che chiamato a Platì a prestare la sua modesta missione di bene, avrebbe dovuto così miseramente finire i suoi giorni?», così il canonico Oppedisano nella sua Cronistoria. Una promessa fu Pasqualino Sergi del quale si sono dimenticati anche i reporters nati col web. Pasqualino nacque a Platì da Antonio e Concetta Pangallo* all’alba del 1° ottobre del 1917, era dunque coetaneo della zia Gemma e dello zio Peppino «u mutu i barva», due anni dopo lo zio Ernesto il giovane. Come quest’ultimo ebbe la vocazione al sacerdozio e, come il nonno Luigi, il padre si sacrificò per esaudire il suo desiderio. Studiò dapprima nel seminario di Gerace per poi completare il percorso a Napoli nella Pontificia Facultas Theologica Sancti Aloisii ad Pausilypum. Anima aperta e generosa, in quel Sacro Istituto, si  preparava a terminnare i suoi studi. Come per Don Cresenzio Carulli il destino di Pasqualino era segnato: nella mattinata del 7 febbraio 1939, un martedì, rese l' anima, tra il dolore dei genitori per la perdita dell’unico figlio e lo sgomento dei superiori, professori e compagni di studio, a soli ventidue anni. Nella ricorrenza dei defunti di questi giorni è doveroso ricordare Don Crescenzio Carulli e Pasqualino Sergi.

*Antonio era figlio di Pasquale e Trimboli Francesca, Concetta era figlia di Domenico e Mittiga Angela i due contrassero matrimonio il 13 settembre del 1913.


Il documentario citato in apertura ha molto in comune con queste pagine e i redattori del New York Times durante la visione, a volte,  sembrano parteciparvi.

A tutti gli odierni citati è dedicata la magistrale sequenza tratta da Lo Specchio  di Andrej Tarkovskij che include il Quando corpus morietur  dallo Sabat Mater di Giovan Battista Pergolesi

lunedì 17 ottobre 2022

DE GASPERI - L'UOMO DELLA SPERANZA [di Liliana Cavani - 2005]


 

QUELLA VOLTA
CHE VENNE DE GASPERI

U diciottu ottobri chi doluri
Quandu li frani vittimu scindiri,
si riuniru muntagni e vagliumi
paria lu giudiziu universali.

Il fango inghiottì tutto e mise in ginocchio l'economia agricolo-pastorale di Platì.
Scrisse Rizzuti sul Mattino di Napoli «Anche il sonno dei morti a Platì non è stato rispettato: il mostro delle acque ha attraversato il cimitero, lo ha sommerso». «. . .Questa è la tragica sorte di Platì, un povero paese destinato a sparire dalla faccia della terra, perché sotto di lui il terreno frana e slitta verso una corsa paurosa alla morte».
Arrivano i primi soccorsi e nel marzo del 1953, in piena campagna elettorale, il capo del Governo Alcide De Gasperi sale a Platì per inaugurare le case popolari costruite in contrada Lacchi, alle porte del paese. Il corteo presidenziale viene fermato con uno stratagemma a Natile, lungo la vecchia statale 112: il tricolore deposto sull'asfalto obbliga il Presidente a fermarsi ed il capo-popolo, cavaliere Giovanni Napoli, consegna una lettera di protesta per il mancato trasferimento dell'abitato di Natile Vecchio. Si prosegue nel frattempo, superato lo scoglio della protesta popolare dei natiloti, verso Platì. De Gasperi nel vedere le casupole costruite alla frazione Lacchi ha un moto di ribellione, di stizza e non può non esclamare: «E che vi devono abitare i porci? Vergogna!». Altri tempi!
Dal balcone di casa Oliva lo statista tiene un comizio tra l'arciprete Gliozzi, l’on. Michele Murdaca ed il sindaco Peppino Zappia. C’è qualche contestazione popolare quando si arringa la folla paventando il pericolo comunista e gridando: «Il mostro comunista mangerà anche i vostri bambini ...». Domenico Catanzariti, mischiato tra la folla, risponde gridando: «Buum!». Accorrono i carabinieri e lo portano in caserma in stato di fermo e sarà poi lo stesso Capo del Governo ad invitare il Comandante della locale stazione a lasciarlo libero. De Gasperi, prima di partire, firma un assegno di un milione che consegna al Sindaco per i bisogni del popolo. Ma è proprio l'alluvione che determina lo sconvolgimento sociale di Platì. Un inesorabile processo di emigrazione che dissangua il tessuto economico platiese e dimezza nel giro di pochi anni la popolazione che contava più di 6.000 abitanti.

Gianni Carteri
Calabria – Anno XX – Nuova Serie - N. 83 - giugno 1992
Foto: Archivio Gliozzi

venerdì 27 maggio 2022

Il mio domani [di Marina Spada, 2011]

 
 

L’anno del Signore 1904 il giorno 22 del mese di Febbraio in Platì’. Io Saverio Arciprete Oliva Vicario Foraneo, giusto l’editto del 16 corrente mese, della Rev.ma Curia Vescovile di Gerace per il quale sono stato delegato di accertare il valore del fondo Sfalasi costituito in Sacro Patrimonio dall’Accolito Ernesto Gliozzi, in base dell’atto di donazione già fatta dal di lui padre D. Francesco Gliozzi, mi sono portato nel fondo sudetto in compagnia di Giuseppe Mittiga fu Francesco e di Antonio Mantegna fu Francesco ambidue di questo comune sudetto esperti di campagna, i quali avendo prestato il giuramento di rito, e dopo un coscenzioso esame mi riferirono il seguente risultato: cioè_
Terra acquistabile tomolate 10     £ 2000
Olivi salme                                 7       £ 1550
Gelsi sicomi                                         £ 0800
Querce                                                  £ 0340
Peri                                                        £ 0200
Fichi                                                       £ 0100
Viti                                                          £ 0010
Case rurali                                           £ 0500
                                                          ______
                                                 Totale    £ 5500
Data lettura del presente a’ i sudetti esperti sottoscrivono il presente con me
Platì 22 febbraio 1904
Mittiga Giuseppe perito
Antonio Mantegna
Saverio Arciprete Oliva Vicario Foraneo

 

Il documento riportato, gentilmente concesso, è custodito presso:
Archivio Storico Diocesano “Mons. Vincenzo Nadile”
Diocesi di Locri – Gerace
ASDLG
 

Con la stima dei terreni dati in dote ad Ernesto Gliozzi (1883-1948) di Francesco onde costituire il suo sacro patrimonio* da esibire prima della consacrazione a ministro di Dio, l’arciprete Don Saverio Oliva (1835-1919) si rivela una persona preparata nell'esercizio delle funzioni a lui demandate, nella fattispecie di rilevatore di terreni onde attribuire un valore del tutto secolare. In questa sua stima, aiutato dai periti Giuseppe Mittiga e Antonio Mantegna, egli si rifà ai canoni classici rintracciabili nei Catasti Onciari platiesi del 1746 e 1754. Le stesse figure del rilevatore e degli apprezzatori, il giuramento prestato da questultimi derivano da quelle epiche epoche. In avvenire l'identico Sacro Patrimonio verrà riciclato in favore dello zio Ciccillo. Allo zio Ernesto il giovane nulla toccherà, essendosi nel frattempo dissolta quell'Istituzione, seppur Sacra, del tardo medioevo.

*La dote economica assegnata ad un chierico e futuro sacerdote secolare onde garantirgli una rendita e di conseguenza il mantenimento.

 



giovedì 19 maggio 2022

Il tempo dell'inizio [di Luigi Di Gianni - 1929]

PLATI’ – DALLE ORIGINI
ALLA PRIMA META’ DEL SECOLO (XX°)
A cura di Francesca Romeo

Sulla discendenza greca dei platiesi (pratiòti) ritengo non possano esservi dubbi. Si riscontra l’etimologia greco-classica in almeno il 50% dei vocaboli di uso corrente (rìza, basilicò, potamàta, camaròpa, stràci, limba etc.), in molti cognomi (Ceravolo, Crupi, Garreffa, Macrì, Mirarchi, Pangallo, Papalia, Tripepi), nella denominazione di molte località del territorio (Panareforo, Cromatì, Zìllastro etc.) e nello stesso nome del paese.

Nell’isola di Creta, come dimostra il particolare ingrandito della cartina qui riprodotto, esiste addirittura ancora oggi un paese denominato Platì.

Del resto, la Magna Grecia comprendeva un vastissimo territorio, anche se le vestigia del suo antico (e forse sopravvalutato) splendore si ritrovano a Locri e in genere lungo la costa "... del Jonio Mar da cui vergine nacque ... Venere ...". Non voglio certo ipotizzare che i nostri nobili ascendenti greci abbiano "fondato" Platì: è infatti poco credibile che duemila anni fa sia qui esistito alcun nucleo etnico.


La “fondazione” di Platì, nel senso di primo “insediamento urbano” avente questo nome, è avvenuta in tempi meno remoti.
Nel “Dizionario dei luoghi della Calabria” curato da Gustavo Valente (Ediz. Frama, pag.768) si legge testualmente: «...Si vuole sia stato fondato nel 1557 da Pietrantonio Spinelli per ragioni agricole. Fu feudo della stessa famiglia Spinelli, Principi di Cariati. Nel 1783 fu quasi distrutto dal terremoto.»
L’autore cita a sostegno una copiosa bibliografia.
Annoierei certamente il lettore, se riportassi in questo articolo le contorte e pedanti elucubrazioni sulle vicende e sulle liti dei membri della famiglia Spinelli, che ho scorto in pubblicazioni minori. - Mi limiterò pertanto a esaminare i dati, sicuramente attendibili, ricavati dall'autorevole “Dizionario...” di cui ho detto, e che riguardano Platì nell’arco del nostro secolo e di quello precedente.
Il mio excursus non raggiunge l’epoca attuale, ma si ferma alla prima metà del secolo; se questa rivista avrà fortuna, in un prossimo numero potrò dedicare attenzione, forse anche più accuratamente, ai tempi che stiamo vivendo.
(Per inciso, sorprende che il Valente ometta di menzionare i danni subìti dal paese durante il terremoto del 1908: furono rilevantissimi, e gravi furono le perdite di vite umane).
 
Dalla fine del settecento alla prima metà del nostro secolo, i dati riguardanti la popolazione di Platì sono riassunti nel prospetto e nei grafici che seguono:

 

Quanto alla popolazione “attiva”, di circa 2.000 unità, la relativa composizione sarebbe stata, alla fine degli anni Cinquanta, dedita in prevalenza all’agricoltura ed all’allevamento del bestiame, e in minor parte ad altre attività, come dai prospetti e dai grafici che seguono:

 


LA VITA POLITICA

La massiccia partecipazione alle competizioni elettorali nonché la miriade di partiti politici presenti sulla scena, dimostrano che i cittadini platiesi sono molto più maturi e politicamente autonomi di quanto si pensi.
I prospetti e i grafici che seguono forniscono molto efficacemente l’immagine “politica” della popolazione e l’individualità degli elettori.
Nel 1946 i cittadini elettori (di età superiore a 21 anni) erano 3.341. - Il referendum si svolse coi risultati riassunti nel prospetto e nei grafici che seguono:

 


Evito ogni commento sui risultati sopra riprodotti e lascio ai lettori di giudicare se la preferenza espressa per la monarchia sia stata indice di conservatorismo oppure di “lungimiranza” degli elettori platiesi.
Dalle vicende politiche della Nazione nell‘ultimo cinquantennio, dalla qualità e dalla personalità dei Presidenti della Repubblica succedutisi, dal recente isterismo secessionista, ognuno potrà fare oggettivamente il raffronto tra la cosiddetta “Prima Repubblica” e il preesistente regime monarchico.
 
Identico numero di elettori e di votanti per l’Assemblea Costituente, coi seguenti risultati:


Nelle consultazioni popolari dal 1946 al 1968 il numero degli elettori (cittadini di età superiore a 21 anni) è riassunto nel seguente prospetto e nel grafico relativo:


Ad esaminare in dettaglio ciascuna competizione elettorale, dato l’elevato numero di formazioni politiche partecipanti, non basterebbero le pagine di questa rivista.

Francesca Romeo
PLATI’ NOVEMBRE 1996

A tutt’oggi il testo ed il lavoro della dottoressa Francesca Romeo, apparsi sulla rivista di Mimmo Marando, rimangono di primaria importanza per quanti vogliano conoscere, studiare e scrivere, la storia di Platì. E va ad arricchire le già numerose pubblicazioni sull’argomento qui apparse.