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lunedì 29 maggio 2023

THE FINAL VERDICT [di Jack O'Brien - 1914]


In nome di sua Maestà
Vittorio Emanuele Secondo
per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia
Il Conciliatore del Comune di Platì ha pronunciato la seguente sentenza
Nella causa tra Don Francesco Gliozzi fu Domenico, industriante residente in Platì, attore comparente in persona
E Pasquale Carbone alias Usciere, bracciante, residente in Platì, convenuto e comparente
L’attore ha conchiuso per lo pagamento della somma di lire undici e centesimi ottanta dovutegli per altrettanti dategli per grano e ..., che non ha consegnato al maturo di Agosto prossimo passato, e conchiuse ancora per le spese del giudizio
Il convenuto accolto il debito giusta la domanda dell’attore
Considerando che la confessione giudiziaria del convenuto fa piena pruova contro di lui: art.   del Codice Civile
Considerando che il soccombente è tenuto alle spese
Noi Francesco Oliva Giudice Conciliatore del Comune di Platì, diffininivamente pronunziamo e condanniamo il convenuto Pasquale Carbone al pronto pagamento di lire undici e centesimi ottanta all’attore Signor Gliozzi, ed alle spese in centesimi novanta fuori la spedizione della presente
Il Conciliatore = Francesco Oliva = Giudicato e pubblicato in Platì li 3 Ottobre 1872 presenti ambe le parti = Dritto centesimi 60 = Giuseppe Fera Cancelliere
Comandiamo a tutti gli uscieri richiesti ed a chiunque spetti di porre in esecuzione la presente sentenza, al P. Ministero di dare assistenza; ed a tutti i Comandanti e Uffiziali della forza pubblica di concorrervi, con essi allorché saranno legalmente richiesti
                                                           Per spedizione
rilasciato all’attore D. Francesco Gliozzi
            Platì 11. Ottobre 1872
                                               Giuseppe Fera Cancelliere
Specifica - Carta per la presente                                  £ 0.10
Dritto di scritturazione in due facciate                      £ 0.40
Formola esecutiva                                                            £ 0.25
Visto Totale                                                                         £ 075
Il Conciliatore Francesco Oliva   -   Fera
 
L’anno mille ottocento settantadue, il giorno diciotto ottobre in Platì
Ad  istanza di Francesco Gliozzi fu Domenico, industriante residente in Platì, ed in forza di sentenza del Conciliatore di Platì del di sei ottobre corrente pubblicata in presenza delle parti, io Francesco Mittiga scrivente  facente funzioni da usciere della Conciliazione di Platì ove risiedo, ho fatto precetto in nome della legge a Pasquale Carbone alias usciere, bracciante, residente in Platì di pagare prontamente all’istante la somma di lire undici e centesimi ottanta di sorde, e lire una e centesimi sessantacinque di spese nascenti da detta sentenza e dal presente atto diffidandolo che elassi cinque giorni da oggi l’istante procederà al pignoramento di mobili.
Del presente atto ho lasciato copia conforme nel domicilio di esso Carbone in mano.
Costa l’atto presente centesimi trenta.
                        Il Scrivente
                         F.   Mittiga
 
L’anno mille ottocento settantaquattro, il giorno tredici Luglio in Platì
Ad  istanza di Francesco Gliozzi fu Domenico, industriante residente in Platì, ed in forza di sentenza del Conciliatore di Platì del di sei ottobre del 1872 pubblicata in presenza delle parti, io Francesco Mittiga scrivente  facente funzioni da usciere della Conciliazione di Platì ove risiedo, ho  riprecettato in nome della legge a Pasquale Carbone alias usciere, bracciante, residente in Platì di pagare prontamente all’istante la somma di lire undici e centesimi ottanta di sorde principale, e lire una e centesimi novantantacinque di spese nascenti da detta sentenza ed atto precedente oltre quelle del presente e successive con diffidamento che elassi cinque giorni da oggi l’istante procederà al pignoramento di mobili.
Del presente atto ho lasciato copia conforme nel domicilio di esso Carbone in mano.
Costa l’atto presente centesimi quaranta.
                        Il Scrivente
                         F. Mittiga

Anche i di tipi di documenti sopra riportati possono essere drammatizzati, magari facendo ricorso a Salvatore Satta o addirittura come un silent movie alla maniera del regista in apertura rivitalizzato. Un buon indicatore è anche il brano del Maestro riportato in chiusura. Certo a noi interessano di più i nomi e le circostanze citati nel testo, svaniti, certo, ma sempre presenti per chi non si interessa solo ad immagini che scorrono, e lasciano di nuovo il tempo, virtualmente. Un aiuto viene anche da Google Maps che ci consente di rilocalizzare i fatti nelle vie citate.

 

martedì 23 maggio 2023

The Silver Chalice [di Victor Saville - 1954]


L’odierna pubblicazione la devo a Domenico Jermanò che giovanissimo per com’è, oltre a rincorrere per mari e monti la “Regina Angelorum”, si affanna a mantenere vive le tradizioni ecclesiastiche platiesi. Il calice, ben più prezioso del titolo in apertura, che nella base porta incisa la dicitura Il Cav. Francesco Oliva fu Rosario alla Madonna del Rosario – Platì Aprile 1905 è una sua scoperta. Le notizie sul donatore sono poche: figlio del citato Rosario e della nobildonna Marianna Morabito nacque a Platì il 29 marzo del 1852. Lasciò il Paese per stabilirsi in Gerace dove sposò la ventunenne signorina Francesca Serafina Maria Ferrante il 7 aprile del 1890 ed in quella cittadina visse. Lasciò le spoglie terrene il 22 aprile del 1939 a 87 anni.

 

 

lunedì 15 maggio 2023

I COSPIRATORI [di Martin Ritt - 1970]

Pasquale Miceli

Tra le vecchie notizie concernenti il territorio di Platì viene segnalato in rosso l’anno 1848. Le cronache dell’epoca – oggi polvere all’Archivio di Stato di Reggio Calabria – riportano l’episodio dei Piani della Corona, coinvolti centinaia di braccianti, mulattieri e foresi, alcuni pagarono solo per aver espresso vicinanza ai moti, la polizia borbonica di Pasquale Miceli ne fece agnello sacrificale.

Figlio di mulattiere, da bambino aveva perso il padre per il morso di una vipera, crebbe analfabeta come tutti gli appartenenti al suo ceto, ma sapeva fare di conto grazie al prete che gli impartiva la benedizione e pure le tabelline.
Ai Piani della Corona tra faggeti e pinete una fiumana di persone si dava convegno a parlamentare di rivoluzione e ad attendere Agostino Plutino e Casimiro De Lieto, fautori in Calabria del rovesciamento di regime nel costituire il provvisorio governo antiborbonico. Le milizie borboniche però seppero, della presenza di Miceli e di altri accoliti. Le indagini fecero appurare dello spirito utopistico e demagogico dell’indagato, anche della venuta di Agostino Plutino a Platì, proprio nella casa della sorella di Miceli, dove ricevette pranzo e ristoro.
Il resto lo fecero i notabili di Platì, rispettando la massima dalla notte dei tempi che vuole i delitti risolti con la delazione, su carta scritta informarono l’Intendenza; dismisero guardinghi la camicia borbonica per indossare la giacca dei liberali, le camice, quelle con il giglio al petto simbolo della casa reale sostarono negli armadi per anni, le restaurazioni consigliavano tenersi pronti per i ritorni al passato.
Cospirazione contro il governo reale e discredito contro la persona di sua Maestà, la Gran Corte Speciale si pronunciò con una pena di diciannove anni, Miceli ne scontò otto nel carcere di Procida per aver gridato in Piazza San Nicola testualmente: “Viva la Repubblica, viva il governo provvisorio, si fotta il Re”.
Pasquale Miceli dalla Gran Corte Criminale venne condannato a diciannove anni e trasferito da Reggio alla penombra delle celle di Procida, qui incontra Carlo Poerio, Antonio Garcea, i fratelli Palermo da Grotteria, Silvio Spaventa che lo farà più ricco insegnandogli lettura e scrittura.
Negli otto anni trascorsi in catene non un giorno senza sevizie, al mattino colpito alla natica con un bastone a cui erano legate corde di cuoio, al paese intanto perdeva due dei sette figli che aveva lasciato smarriti e lui lo appurava con mesi di ritardo, a giorni alterni i carcerieri cambiavano il lato della natica. Tornato in paese grazie all’amnistia concessa con decreto reale da re Franceschiello, i signorotti ne attesero la carrozza all’ingresso del paese, lo riabbracciarono per primi quelli che lo avevano denunciato, Don Ciccio Oliva colui che lo prenderà in carico, il risarcimento per l’ingiusta detenzione glielo offrì lui stesso tra le mura della casa comunale: il più alto possibile, otto anni di Procida per balzare al vertice della scala politica, Pasquale Miceli mulattiere pregiudicato eletto sindaco alle elezioni del 1860. Infine muore due volte, la prima nell’aprile del 1866, la seconda definitiva morte l’alluvione del 1951 che si prende anche la sua tomba.
MICHELE PAPALIA, maggio 2023

 A discapito dell’immagine d’apertura, laddove lo zio Mimì, anch’egli Miceli, è con sua sorella Cristina, il volto di Pasquale Miceli mi piace immaginarlo con il cipiglio irish di Sean Connery del film in apertura. Del resto la prosa disumana di Michele Papalia ben si addice ai cospiratori, siano essi irlandesi o pratioti.

sabato 13 maggio 2023

Dalla nube alla resistenza [di Danièle Huillet & Jean-Marie Straub - 1979]




Varcando la soglia delle 300.000 visualizzazioni queste pagine si affermano come la prima ed unica guida enciclopedica di e su Platì. Vedo i sorrisi sarcastici di molti ma sento anche la partecipazione dei più. A quest’ultimi come ai primi un Grazie sentito.

mercoledì 10 maggio 2023

The Professor [di Wayne Roberts - 2018]



26 gennaio 1916 – 9 febbraio 2016


The Professor  Giovanni Virgara, Voce di Platì, aveva già fatto capolino in queste pagine*. Oggi appare in veste di protagonista. Egli nacque il 26 gennaio del 1916, e confermato presso la lauretana fonte battesimale nel giorno di San Valentino dello stesso anno. Il padre, Giuseppe, ebbe la fortuna di sposare Maria Concetta Sposato in quel di Oppido Mamertina sul finire del XIX° secolo. Entrambi ventiquattrenni i due stabilirono la sede familiare in Platì ed essendo noti come possidenti ebbero modo di allevare una famiglia numerosa: il professore era settimo, ed ultimo, in ordine di tempo. Iniziò gli studi in paese e li continuò presso il Seminario di Gerace. Con la laurea in mano iniziò la carriera scolastica in quel di Reggio, prima che gli italiani venissero chiamati alle armi, alleati di tedeschi e nipponici contro il resto del modo. A conflitto finito migrò in Sicilia - Trapani, Palermo - non dimenticando i genitori, ancora in vita, per primi e gli amori giovanili nelle composizioni poetiche o prosastiche che diede alle stampe a proprie spese. Rimasto ancor giovane vedovo si risposò e visse fino all’età di cento anni in Palermo.
A queste brevi note aggiungiamo che con la Signora Concetta arrivarono da Oppido altri due fratelli Francesco e Antonio.


*https://iloveplati.blogspot.com/2013/10/la-recluta-reg-clint-eastwood-1990.html
  https://iloveplati.blogspot.com/2016/11/partire-e-un-po-morire-reg-giacinto.html
  https://iloveplati.blogspot.com/2018/02/la-strategia-della-lumaca-reg-sergio.html