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mercoledì 31 agosto 2011

So sad about us - The Who


"Ho visto tutto quello che volevo vedere e so tutto quello che volevo sapere, adesso aspetto solo di morire."
Antonio Fogazzaro, op. cit.

martedì 30 agosto 2011

Girl - The Beatles

Miss Platì 1960


lunedì 29 agosto 2011

Il profumo di un giorno d'estate ( reg.Susanna Styron - 1998)


Origanum




per  tutti quelli che l'hanno vista solo al supermercato

venerdì 26 agosto 2011

Immortalità (reg. Miklòs Jancsò - 1959)

nonno Rosario con i suoi genitori

Un essere non muore subito in noi, resta immerso in una specie di aura di vita che non ha niente a che vedere con una vera immortalità, ma fa si che egli continui a occupare i nostri pensieri allo stesso modo di quando viveva. E' come se fosse in viaggio. E' una sopravvivenza molto pagana.
Marcel Proust, op. cit.

giovedì 25 agosto 2011

Cuore matto (reg. Mario Amendola - 1967)



MITTIGA SALVATORE di Giuseppe e Maria Callipari classe 1940

Salvatore Mittiga piccolo litle
26/9/61
al mio sostenitore
Peppino Agliozzi
con tutto l'affetto per il 
costante incoraggiamento
Prestatomi nei momenti di delusione
sentimentale ed artistica.
mittiga salvatore nonché
Litle tony

mercoledì 24 agosto 2011

martedì 23 agosto 2011

I'm on fire - Bruce Springsteen

Ciurrame on fire



Da qualche giorno ho sopra di me, in un ronzio continuo, i Canadair CL-415. Passano e spassano con un consumo di carburante senza sosta, in missione antincendio Ora Voi non pensate con me che gli incendi debbano venire inseriti in quella lista di crimini contro l’umanità? Gli appiccatori non li voglio impiccati, no, farebbe troppo comodo a loro, ma diretti, a pane e acqua, ai lavori socialmente utili per il resto dei loro giorni, senza possibili distrazioni. Come George Clooney in Fratello dove sei? dei Coen.
Chi sono? Lo sapete tutti! Di questi tempi però si preferisce starsene in costume da bagno e godersi, dalla spiaggia, lo spettacolo dei CL-451 che caricano acqua dal mare e prendono quota sopra le teste dei contribuenti. Che senso ha dire, con i verdi, con gli ex-alternativi, con gli ex-hippie, con le ex-pantera, ecc. “voglio lasciare ai miei figli un mondo migliore”. Loro e tutti lasceranno ai figli il deserto che avanza… e un condizionatore d’aria e la bolletta enel da pagare!
Stando seduto su quella panchina che vedete sopra, dietro il titolo di questo blog, a riposarmi, meditare, godermela e ridermela guardo la punta della mia povera Calabria, le macchie di verde stanno diventando sempre più arretrate e rare e penso pure che è un riflesso di dove sto seduto.
Ho letto, qualche anno addietro, La Guerra del Vespro di Michele Amari, in quei tempi e ancor prima tutto si risolveva bruciando terre e raccolti contro gli assediati, ma contemporaneamente e ancor prima vigeva la pratica di bruciare i terreni per far crescere l’erba destinata al pascolo di pecore, capre e mucche. Ancora oggi si usa questa pratica, ma se domandate ad un pecoraio di tutto ciò vi risponderà che sono i cacciatori che appiccano il fuoco per stanare meglio l’unica cosa che vola, se soffia qualche alito di vento, rimasta nelle campagne: le buste di plastica, oggi pure quelle riciclabili. Ma per me i veri responsabili, a cui imputare il crimine contro l’umanità, di quanto accade sono i politici da noi eletti, i dirigenti del Ministero, degli Assessorati, degli Ispettorati alle politiche forestali ed agricole e le loro lunghe mani che sono: il corpo forestale e la protezione civile, i vigili del fuoco, quelli urbani e provinciali, i rangers e tutti quelli che portano una divisa nera, blu, grigia,  che chiudono tutt’e due gli occhi pur di portare a tavola un agnello o capretto scuoiato che le loro mogli, schifate per l’odore, cucineranno senza amore e nessun gusto.
A questo proposito vi consiglio una lettura che non prenderà molto del vostro tempo: L’uomo che piantava alberi di Jean Giono, solo 54 pagine, quello della Salani .


lunedì 22 agosto 2011

Passa il Signore



Fanciulli spargono, da l’alto, petali,
la pioggia rosea scende, si coprono
le strade; Nitido, il cielo stendesi
e le fanciulle cantano.
Il sole, fulgido, un mare prodiga
di raggi tiepidi che tutto investono
e tutt’irraggiano… Guizza ne l’aria
la rondinella stridula.
Oggi, tra i cantici e sotto il pallio,
i preti portano la Spoglia Mistica
del Rabbi placido che sopra il Golgota
beffeggiato motivasi…
A coro cantano onde di popolo
“Cristo si veneri per tutti i secoli.”
Modesti sfilano, in cotte candide,
devotamente i chierici.
E i turiboli d’incenso fumano.
Le strade mandano di rose effluvi
e sopra i morbidi tappeti passano
i ministri di Jehova.
Dai petti, i giovani
gli inni prorompono.
La strofa, libera
come l’allodola,
d’affetti rorida, voli per l’aria
come soave cantico.

Sac Ernesto Gliozzi senior


venerdì 19 agosto 2011

Resurrezione (reg. Flavio Calzavara - 1943)

                                                                                             
Sergio Leone Tolstoi
il più grande
28/08/1828 – 07/11/1910

A parte libri e libricini di preghiere della mamma, l’unico libro che ricordo in casa, a Platì, è Resurrezione di Lev Tolstoi – mi piace scriverlo così, né alla russa con la J che sembra un’appendice felina, né all’americana con la Y yankee -.
E’ sulla scrivania di papà, nel retrobottega, che, poi, era ancora una parte della bottega: di fronte, dove stava seduto papà, la scaffalatura conteneva le scarpe in vendita, alle spalle c'era di tutto, dai chiodi di tutte le dimensioni alle cartucce, piombo e polvere da sparo per i cacciatori.
Papà, è stato,  nei tempi prima dell’entrata in casa della televisione, il lettore della famiglia -  è stato anche un ascoltatore della radio (alla sinistra della scrivania), la sua passione erano le opere liriche -; molto spesso, dopo cena, leggeva per gli adulti di casa, dapprima per il nonno, la nonna e le sorelle ancora signorine, e dopo sposato si aggiunse la mamma, ma già mancava qualche sorella andata sposa di mariti venuti da fuori. Recentemente la zia Amalia mi ha detto che papà leggeva di tutto, eppure non superò mai la terza elementare. Qui a Messina  preferiva gli editoriali del direttore della Gazzetta del Sud, il quale col suo anticomunismo alla messinese infusogli dal suo padrone/padrino/allevatore, Bonino, il re della molitura, lo faceva arrabbiare e gridare, indirizzandogli, “bestia, gnoranti e mortu i fami”!
Quel titolo, Resurrezione, non l’ho scordato mai: nella copertina del libro era scritto di colore rosso, in corsivo, di traverso, da sinistra verso destra, dal basso verso l’alto, con sopra un volto dolorante d’uomo - un Cristo? -.

Ho aspettato anni prima di cominciare a leggere Tolstoi, e l’ho letto tutto. Devo dire che ho cominciato al momento giusto con Anna Karerina. Guerra e Pace lo rileggo ogni anno, sono alla sesta volta, in ottobre: del resto Cormac Mc Carthy, come ai suoi tempi Dostoevki, quest’ultimo libro, lo definisce il più grande mai scritto, superiore alla Bibbia. Mio malgrado, quello che preferisco è I Cosacchi, una cosetta rispetto all’altro, ma per dirla con Marcel Proust: “sono le opere da niente che ci fanno addentrare nei gradi capolavori di uno scrittore”.

Oggi papà avrebbe compito 103 anni.
Il titolo di oggi è stato sceneggiato, tra gli altri, da Corrado Alvaro.

giovedì 18 agosto 2011

Mutazioni genetiche (reg. Ross Hangen - 1989)



"E' ovvio che nessun mutamento di sistema o di macchina può far scomparire i motivi di malessere sociale che consistono nell'egoismo, nell'avidità e nella litigiosità della natura umana."
Richard Henry Tawney (1880 - 1962) citato da Ernst F. Schumacher in Piccolo è bello

martedì 16 agosto 2011

venerdì 12 agosto 2011

Il ricco e il povero (reg. Burt Kennedy - 1976)






Fino a quando crederemo di sapere,mentre di fatto non sappiamo, continueremo ad andare dal povero e gli mostreremo tutte le cose meravigliose che potrebbe fare se fosse ricco.
Ernst F. Schumacher, op cit

mercoledì 10 agosto 2011

La classe operaia va in paradiso (reg Elio Petri - 1971)





Nobili ed oscuri eroi.
Operai modello

 Su le rovine della vecchia chiesa di S. Pasquale – cloaca per la gente del paese –sorge oggi una magnifica cappella dedicata  a la Vergine S.S. del Rosario. Quei ruderi covo di pipistrelli e di ramarri – cadevano ieri sotto il piccone demolitore di pochi eroi del lavoro che – traboccanti di fede – s’erano prefissi il nobile ideale di sostituire alla vecchia una novella chiesa.
 E questa sorse altrettanto bella. Onore ai costanti e generosi confratelli del S, S. Rosario e al loro degno priore primi principalmente -  i quali aiutati solo da vane promesse e da chimeriche sottoscrizioni – hanno saputo, con la costanza e con la fede nel cuore, sormontare ogni ostacolo che dal loro ideale li divideva. Son degni veramente di lode questi eroi del lavoro, massime se si considerano da una parte le promesse sfumate e da l’altra l’energica resistenza loro contro ogni attacco ed ogni disillusione. Essi quando tutto loro mancava non si scoraggiavano, no … una campana chiamava il popolo in aiuto ed il popolo festante rispondeva a l’appello.
 Io li vidi tante volte i miei conterranei accorrere ai tocchi di quella campana, li vidi trasportare arena e pietre e li benedissi col cuore.
 E ieri, presente alla solenne cerimonia de la benedizione, vidi persone che versavano lacrime di tenerezza, vidi un tale che – dopo tanti sacrifici – metteva ne la guantiera un obolo vistoso, solenne schiaffo morale a qualche ipocrita.
 La cerimonia di ieri fu imponentissima. Un popolo ebbro di gioia si trovava riverso ne la novella chiesa, due concerti cittadini, di Oppido e di Gerace, mostravano l’intime fibre del cuore e la maestosa funzione d’un clero numeroso commosse tutti.
 Io vorrei provare una gioia sola di quella gioia che  i miei Confratelli gustarono ieri, vorrei trovarmi nei panni di quegli operai per vedermi ne la mente impallidire e svanire l’immagine di qualche usuraio, oscuro anch’esso e infelice.

 Caci ( sacerdote Ernesto Gliozzi senior)
           

martedì 9 agosto 2011

I giorni della vita (reg. . C. Potter - 1948)

Nonno Rosario con papà

I giorni passati ricoprono a poco a poco quelli che li hanno preceduti e, a loro volta, sono sepolti sotto quelli che li seguono. Ma ogni giorno del passato è rimasto depositato in noi come un'immensa biblioteca in cui tra libri antichissimi, ci sia un esemplare che nessuno andrà a richiedere. Pertanto, se quel remoto giorno, attraversando la lucida trasparenza delle epoche successive, risale alla superficie e si estende in noi avvolgendoci interamente allora per un momento i nomi riprendono il loro antico significato, gli esseri il loro antico volto, noi la nostra anima di allora, e avvertiamo, con una sofferenza vaga, ma divenuta sopportabile e che non durerà, i problemi divenuti da tempo insolubili che ci angosciavano tanto allora. Il nostro io è costituito dalla sovrapposizione dei nostri stati d'animo successivi, ma questa sovrapposizione non è immutabile come la stratificazione di una montagna. Continui sommovimenti fanno affiorare alla superficie strati più antichi.
Marcel Proust, op. cit.


mercoledì 3 agosto 2011

Roy Colt & Winchester Jack (reg. Mario Bava - 1970)

Mittiga Francesco - papà
Platì 19/08/1908 - Messina 24/12/1986


Era mio padre, reg. Sam Mendes - 2000
 Scrivere di mio padre è molto difficile, mi è più facile scrivere sulla mamma. Se devo parlare di papà non ho nessun problema, ma stare lì e cercare di descrivere una figura sempre presente, in vita o dopo la vita, mi fa soffrire, come induce tenerezza per non averlo capito e aiutato nei momenti della mia crescita.
 Ho sempre presente il giorno in cui, domenica, il prefetto mi buttò fuori dal collegio. Dopo la messa, a colazione, senza alcun sospetto, l’assistente del suddetto mi si avvicina e cerca di sussurrarmi qualcosa.Io non lo faccio parlare e dico: lo so, c’è mio padre. Gli avevano fatto percorrere 500 km su una linea ferroviaria ad un solo binario per prendermi e riportarmi a casa.  
Non era la stessa cosa che faceva John Wayne in Sentieri selvaggi quando si riprendeva Natalie Wood, ostaggio degli indiani, per riportarla in seno alla “civiltà”.
 Avrebbe dovuto essere arrabbiato con me, invece risulto molto comprensivo e per rompere il mio dramma addirittura mi portò al cinema nell’attesa del treno di ritorno. Il titolo di quel film e quello del post di oggi.
 Pur essendo la sua natura molto impetuosa ha sacrificato parte della sua vita, prima del suo matrimonio, al volere del nonno, facendo sposare due sue sorelle e cessare a poco a poco altre attività dopo, arrivato tardi, per sposare la sorella più piccola. Non ultimo, intuendo per tempo la piega che stava prendendo la vita del paese e la crescita dei figli, tra i primi, decise di allontanare tutti nella  prospettiva di un diverso avvenire; parafrasando Robert De Niro in C’era una volta in America: “andò bene ai figli ma non a lui”. Tra l’altro il trucco da vecchio dell’attore americano mi ricorda sempre la fisionomia di papà.
 La realtà della città ed i cittadini non erano fatti per lui, le delusioni si  assommavano quotidianamente e con un'altra parafrasi tratta questa volta da C’era una volta il west concludo: “il  futuro non apparteneva più a lui”. Stava ancora cambiando tutto: i figli, la politica del partito comunista, e più difficile per lui, trovare un dialogo e dire quello che sentiva dentro.

SDG