venerdì 21 novembre 2025
Anime sulla strada (路上の霊魂, Rojo no reikon) [Minoru Murata, 1921]
giovedì 23 ottobre 2025
mercoledì 15 marzo 2023
LE PERLE DELLA CORONA [di Sacha Guitry, 1937]
1 -I gioielli della corona
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/i-gioielli-della-corona-reg-thornton.html
2 – The Artist
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/the-artist-reg-michel-hazanavicius-2011.html
3 – Un mondo perfetto
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/un-mondo-perfetto-reg-cint-eastwood-1993.html
4 - Consuntivi
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/i-gioielli-della-corona-consuntivi.html
5 - Sanctuary
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/sanctuary-reg-tony-richardson-1961.html
6 – Orizzonti di gloria
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/orizzonti-di-gloria-reg-stanley-kubrick.html
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/orizzonti-di-gloria-fede-e-devozione.html
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/orizzonti-di-gloria-la-festa.html
7 – Grandi speranze
https://iloveplati.blogspot.com/2017/04/grandi-speranze-reg-david-lean-1946.html
8 – La sera della prima
https://iloveplati.blogspot.com/2018/04/la-sera-della-prima-di-john-cassavetes.html
giovedì 24 novembre 2022
OUR TUBE - 10 GREATEST HITS
1 - CHIARO DI DONNA
https://iloveplati.blogspot.com/2022/02/chiaro-di-donna-di-constantin-costa.html
2 – PELLEGRINI D’AMORE
https://iloveplati.blogspot.com/2022/02/chiaro-di-donna-di-constantin-costa.html
3 – PALCOSCENICO
https://iloveplati.blogspot.com/2021/02/palcoscenico-di-gregory-la-cava-1937.html
4 – MONICA E IL DESIDERIO
https://iloveplati.blogspot.com/2020/11/monica-e-il-desiderio-di-ingmar-bergman.html
5 – IL MOLTO ONOREVOLE MINISTRO
https://iloveplati.blogspot.com/2020/06/il-molto-onorevole-ministro-di-mervyn.html
6 - DAUGHTERS, WIFE AND A MOTHER
https://iloveplati.blogspot.com/2020/03/daughters-wife-and-mother-di-mikio.html
7 – COMMUNIO
https://iloveplati.blogspot.com/2019/02/communio-di-aldo-molinari-1915.html
8 - IL DOCE RUMORE DELLA VITA
https://iloveplati.blogspot.com/2018/07/il-dolce-rumore-della-vita-di-giuseppe.html
9 – LA SERA DELLA PRIMA
https://iloveplati.blogspot.com/2018/04/la-sera-della-prima-di-john-cassavetes.html
10 – IL MIO AMORE BRUCIA
https://iloveplati.blogspot.com/2018/01/il-mio-amore-brucia-reg-kenji-mizoguchi.html
https://iloveplati.blogspot.com/2018/01/il-mio-amore-brucia-offret.html
https://iloveplati.blogspot.com/2018/02/il-mio-amore-brucia-in-processione.html
lunedì 10 ottobre 2022
Voci da Platì [di AA. VV. - 2022]
mercoledì 2 marzo 2022
Chiaro di donna - Caterina
Caterina Sergi “i Roccu i Petru” è la settima di dieci figli nati da Rocco e Francesca Calabria. Dodici, compresi i genitori, come lei accenna nel video. Il padre non era figlio i Petru, come è facile pensare, ma di Michele, sposò Francesca, tizzuni di lignaggio, il 19 novembre del 1922. Petru è l’ultimo dei dieci figli, classe 1948.
Dunque grazie alla Signora Francesca, a Rosalba e Michele ma soprattutto a Caterina Sergi.
SDG
giovedì 17 febbraio 2022
Chiaro di donna [di Constantin Costa-Gavras - 1979]
martedì 18 gennaio 2022
Prima del calcio di rigore [di Wim Wenders - 1971]
Ricordi di gioventù
Una
partita di calcio
Il
trillo del telefono rompe la routine noiosa di una certa parte della giornata lavorativa.
La
voce dall’altro capo del filo ha l’inflessione a me cara, e questo basta per farmi
rasserenare, poi il motivo della telefonata mi ha catapultato all’indietro di quarant’anni.
Quante
emozioni mi ha procurato quel trillo, richiamandomi ricordi buoni e cattivi,
volti e nomi, giochi e sofferenze, amici, tanti amici.
La
scuola, i compagni, i professori, le marachelle e le conseguenti sospensioni, gli
amori primi e indimenticati. Ovviamente solo platonici. Spesso note solo a me e
non alle destinatarie dei miei innamoramenti, tipici di quell’età.
Infine,
un amore, questa volta praticato: il calcio, letto, parlato, e praticato appunto.
Giocavamo
al campo del “Vignale” dietro la villa “Galatti” che di primavera si riempiva
di glicini profumatissimi (ora è disabitata e diroccata e mi fa sanguinare il
cuore quando, arrivando, la cerco per trovare i miei ricordi giovanili).
Il
calcio, dicevo. Quante battaglie a parole e a calci, quando giocavamo.
Quelli
di “Susu” contro quelli di “Jusu” oppure scontri tra classi diverse
dell’avviamento ad indirizzo agrario che ebbi la fortuna di frequentare. Da lì è
partita la mia laurea in Economia. Vedete come fruiscono i pensieri; questo
“brainstorming” e proprio una tempesta del cervello, un torrente in piena come
il Bonamico il 18 ottobre ’51!
Memorabile
e rimasto il sonoro 11 a 0 che beccammo a Natile Nuovo, una calda domenica di
giugno, a ridosso della festa di San Pietro che, se ricordo bene, è il patrono
di Natile.
Partimmo
a piedi da Platì alle otto di mattina, arrivammo a Natile verso le 10.
Cominciammo
la partita con la stanchezza nelle gambe, oramai diventati di legno e la testa
che era bloccata al pensiero che, a piedi, avremmo dovuto tomare al paese!
Ebbene
le prendemmo di brutto, senza alcuna scusante. Lascio a voi immaginare con
quanto entusiasmo ci siamo rimessi sulla via del ritorno con il peso schiacciante
dello “scorno" delle undici “papagne" incassate.
Io facevo
l’ala destra e, tifando per la Juve, mi chiamavano Charles, per la mia irruenza.
Lui era il “gigante buono”, io invece...
Ecco
ho voluto fissare alcune sensazioni tra le moltissime che velocemente mi sono
passate davanti, al solo sentire che avrei dovuto scrivere per ricordare qualcosa
della mia vita al paese.
Ecco
ho fissato questi fatti insieme alle emozioni sicuramente insignificanti per
chi legge. Non per me che mi hanno dato modo di rivivere attimi di cui ho rimpianto,
a quest’ora, in questo mio studio, sicuramente bello e comodo, ma senza la
spensieratezza e la gioia dei momenti appena rievocati.
Ho
scritto di getto, senza neanche rileggere, probabilmente la dattilografa penserà
che sono “uscito pazzo". Non sono
pazzo, ho solo “vomitato” parte dell’immenso
affetto che ho per la mia terra per la quale vorrei fare tanto e ho fatto niente.
Ecco
ora ricordo l’odore che emana di questi tempi la “crizza” (come si chiama in
italiano?) al sole, mentre asciuga dalla brina notturna di settembre.
Certo,
un messaggio vorrei che arrivasse a qualche giovane che dovesse leggere questo
scritto: non pensi al solito retorico vecchio che gronda nostalgia ed autocontemplazione
dei bei tempi passati. No, sbaglierebbe. Si tratta sicuramente di una persona
che ha passato i cinquanta, ma che nella vita ha lottato con “fede
ed
ardimento" per affermare sé stesso e i valori positivi seminati e
coltivati in una terra aspra e portati in giro per l’Italia.
Valori
che ancora oggi danno forza ed entusiasmo per lottare e vincere le battaglie
che quotidianamente la vita riserva. Questi momenti rievocativi servono a dare
una rinfrescata ai valori suddetti e servono a rilanciarmi.
Guai a
non avere momenti o angoli privatissimi che conservano la giocosità della
fanciullezza, non ci sarebbe entusiasmo senza queste piacevolezze, dove rifugiarsi
nei momenti di crisi della propria identità.
Servono
per ritrovarsi e ripartire alla grande per nuove mete positive e di valore alto.
Attilio Caruso
Il testo originale è in
PLATI’ PERIODICO DI CULTURA E
INCONTRO ANNO 0 - NUMERO 0 - NOVEMBRE 1996
lunedì 6 settembre 2021
Pellegrini d'amore [di Andrea Forzano - 1951]
Affluenza
di platiesi al
Santuario di Polsi
Platì,
2 settembre(M.
F.) — Si è verificata in questi giorni la solita grande affluenza di devoti
platiesi al Santuario della Madonna di Polsi.A
differenza dalle abitudini di altri centri vicini al nostro, le comitive che si
recano al santuario partono a piedi si trattengono in preghiera per almeno una
settimana.MICHELE FERA
ANTICHE TRADIZIONI DI FEDE
IL PELLEGRINAGGIO
al Santuario di Polsi
Chi non conosce
il sito noi può comprendere la poesia che da queste balze trae vita, voci,
canti
Polsi, 2 settembreAnche quest'anno, una infinità di fedeli, si è spinta fra le forre
d'Aspromonte, per rinnovare il tributo d'amore filiale alla Vergine, per
deporre ai suoi piedi di Madre, le umane miserie ed averne in compenso, un
particolare conforto.Lunghe teorie di uomini,
donne, fanciulli, s'inerpicano difatti, da giorni, per le balze malfide, lungo
aerei viottoli che sconfinano in sottostanti burroni paurosi; fra pendii che
sanno di fuoco, di balsami e dei sospiri
degli umili. Ma la fatica non conta,
quando si ha da sciogliere un voto, invocare una ennesima grazia, per sé, pel
congiunto lontano, per l'amico morente. In ogni angolo, qui, e per miglia e
miglia all'intorno, insieme con le preghiere più calde, perché commiste di
pianto, vi aleggia la leggenda, dolce, cara leggenda, che si perpetua nei
secoli e che ha sentore di mistero:«Conti
Ruggeru, cacciandu iva, — cacciandu
dassau gran nominata. — E
mentri appuntu la caccia faciva, sintiù di lu divreru la chiamata. — Subitu curriu a vidiri ch'aviva: — vitti la santa Cruci scupirchiata, —
nc'era lu toru chi la riviriva, —
cu li dinocchia l'aviva schiavata».«II conte
Ruggero (dei Normanni), andava cacciando e nel cacciare, lasciò gran rinomanza,
e mentre appunto batteva la caccia, avvertiva il latrare del cane. Subito
accorso a veder cosa vi fosse, vedeva la santa Croce dissotterrata e il
torello, che l'aveva con lo aiuto delle ginocchia, portato alla luce, in
preghiera».Questa leggenda,
che sa tomistico e di misterioso insieme, corre più o meno falsata, più o meno
abbellita, per le bocche dei
vegliardi, di questa ferace Calabria, di questa buona gente dei monti, che
veste ancora d'orbace, come qualcosa che interessi più direttamente questo
popolo, la sua sentita religiosità, lo attaccamento alla miracolosa Madonna
della Montagna, come meglio preferiscono chiamarla.E' questa, la festa che
registra una maggiore affluenza di pellegrini, e che più di ogni altra,
presenta delle attrattive difficilmente raggiungibili. Ma più ancora è un mistico appuntamento dei pastori, dei cosiddetti massari,
di tutta la gente più vicina alla Vergine.Alla vista di tanti
pastori, portanti i più una candida agnella, e dei pifferai in ciocie,
modulanti agresti note all'ombra di secolari elci; delle madri, delle spose in
preghiera, ci sembra di rivivere visioni d'altre epoche, ore di accentuato
misticismo. La Montagna. Si, la Vergine che il popolo tutto proclama a gran voce
regina e che ad Essa confida i riposti segreti del cuore. La Madonnina, sul cui
altare i montanari formulano, sovente nel grigiore di una serata invernale, una
promessa e dove si realizzano molto spesso i sogni più belli d'un amore talora
contrastato, fra la rustica gente.E' il crepuscolo.
Nell'aria algente e fortemente ossigenata è un acuto odore di resine. Intorno,
e giù da noi, all'ombra di annosi timi è tutta una tendopoli, un esercito di
gente, d'ogni età e condizione e dai dialetti più vari ed impensati. Poco
discoste da queste intere mandrie di pecore, guidate da una centuria di cani, ed
infine i pastori, sorridenti, pacifici, quasi antichi patriarchi.Chi non conosce questi
siti, non può pienamente avvertirne il fascino che da essi
si sprigiona, né comprendere sia pure «grosso modo» la poesia che
da queste balze trae vita, voci, canti.V.
VERDUCIGAZZETTA DEL SUD 3 settembre 1956
venerdì 14 maggio 2021
mercoledì 5 maggio 2021
Preparate i fazzoletti - reup
Persone molto x bene delicate altruiste, li conosco eravamo vicini di casa e andavo spesso a casa sua sempre accoglienti brave, avevano l'unica villa che c'era a quei tempi molto bella ancora c'è, ma è disabitata, che dolore vederla in quello stato.
mercoledì 7 aprile 2021
Rullo di tamburi - Micheli u Giamba
Nato a Platì
E lì morì.
Michele Trimboli all’anagrafe registrato
Micheli u Giamba d’i paisani chiamatu.
Fici u tamburinaru comu professioni
E u tamburu u sonava cu passioni.
Era taciturnu e di pochi paroli
Educatu e di bonu cori
sonava insiemi ad attri paisani
e ji bacchetti paria ca volunu nte so mani.
Cu Gianni u tamburinaru così chiamatu
e chi nto paisi pe sonari era nominatu
mparau e pigghiau tanti insegnamenti
e fici tesuru di chiji suggerimenti.
C’era puru Ntoni u miricriju
Cu na botta nta grancascia dava l’avviu
e cu nattra bona mazzolata
u seguia Pascali da gnur’Agata.
A secundu li festi e li novini
Non mancavunu tamburelli ed acciarini,
Cicciu u penga era sempri prisenti,
Muguniandu sonava allegramenti.
Cu tamburi e grancascia a ritmu battenti
A picciuli e randi facivunu cuntenti.
Girandu po paisi ssi tamburinari
si portavunu appressu na murra di cotrari.
E quandu i gigantissi ndvivunu a sfilari
i ggenti si ffacciavunu nta via mi vidunu passari
e cu soni di tamburi organetti e tamburella
i portanti li ballavunu a ritmu di tarantella.
Nta ji iornati di festa ed alleggria
lu penseru jia alla Vergini Maria
cu nomu di Maronna di lu Ritu è chiamata
e comu Patruna di pajisi esti nvocata.
In via 24 maggiu, nto corsu principali
nta stati si nescia pa passijiata sirali
sa Galatti o ponti si jia e si venia
stu rettiliniu di strata si facìa.
A meta era sempri u ponti ca funtana
ti dissetavi cu l’acqua frisca asprumuntana.
C’era a movida cu signurini e giuvanotti
e cu genti nte barri aperti sinu a menzanotti.
Nta ji serati ssettati nto scaluni di Rosariu u parlinu
e quandu nta cchiji i don Mbertinu
si scialavunu i studenti universitari
u sentunu a Micheli recitari.
Lu sommu poeta
Canti da Divin Commedia
li ripetia pecchì i sapia a memoria.
È veru ca prima pregatu volìa,
ma quandu partia tuttu u cantu ripetìa.
Convolau a nozzi a tarda età
e Ricaluzza fu la sua metà.
Cu Micaluzzu meu e Ricaluzza mia
quand’era tuttu in armonia.
Quandu sentu i tamburi sonari
u me penseru vaji a chiji tamburinari
ogni vota chi passavunu davanti a casa mia
nu biccheri di vinu s’offrìa a mamma mia.
Sti ricordi ormai fannu parti du tempu passatu.
Comu puru a granita cu jiacciu culuratu
cu na grattarola a preparava l’ardurisana,
nta ji iorna di festi e di caluri era nu taccasana.
Puru Micheli u Gimba merita m’essiri ricordatu.
Amuri e cori nto sonari misi
quandu cu tamburu girava po pajisi.
Si detti spassu a tutti ji cotrari
li fici scialari e puru sognari.
Silavana Trimboli nata a Platì e residente a Caraffa del Bianco
martedì 23 marzo 2021
Il tempo ritrovato [di Raùl Ruiz - 1999]
In libreria I Love Platì, un atto d’amore di Luigi Mittiga che ha raccolto testi e fotografie nei confronti di tutto ciò che è luogo e di tutto ciò che è cinema, tra personaggi formidabili e scovati in una terra che è tutta e nessuna e cento adorati film tra uomini a loro modo eterni e le rughe cinematografiche e sapienti di Sergio Leone e del miglior Clint Eastwood attore mitologico e regista straordinario. Mittiga canta e finisce con l’essere coi propri testi, quasi suo malgrado, autore, canta il tempo ritrovato.
in onda su RTP emittente televisiva della Gazzetta del Sud
23 - 24 - 25 marzo 2021
giovedì 25 febbraio 2021
domenica 14 febbraio 2021
Luv vuol dire amore [di Clive Donner -1967]
... non un'opera che fermi il tempo, invece un segno nel tempo che trascende il canone.
Disponibile qui:http://www.editrice-leonida.com/Ultime_pubblicazioni/pubblicazioni2021/410-Mittiga.htm
mercoledì 13 gennaio 2021
Amore senza fine [di Franco Zeffirelli -1981]
domenica 20 dicembre 2020
Un cuore in inverno [di Claude Sautet -1992]
domenica 29 novembre 2020
Monica e il desiderio [di Ingmar Bergman -1952]
Johnny Trimboli per chi non lo conosce all'anagrafe si chiama Giuseppe e abbreviato in Pino aveva già inciso un 45 giri per la PhonoVox Australiana*. Nel 1980 di ritorno in patria ebbe la sorte di incontrare nella capitale un celebre paroliere, nonché compositore e cantante, che si chiama Toto Cutugno. Con questi pubblica un singolo con due tracce: Piccola Monica e Come Zingari. Di quel lavoro, in uno dei suoi rari ritorni a Platì, pensò che fosse giusto consegnarne una copia allo zio Ernesto perché lo benedicesse. Oggi quell'incisione la potete ascoltare grazie alla nuova masterizzazione fatta espressamente per queste pagine da Valerio.
mercoledì 4 novembre 2020
Okaasan - U cori d’amuri ndu parinchisti
8 maggio 2016
Comu forestera ccà rrivai,
famigghjia e lavuru affruntai,
dassai u me paisi comu “pratiota”
e janu janu diventai “carraffota”.
Dassai ricordi chini d’affettu,
u cchjiù bellu u misi nta lu pettu,
lu tinni strittu no mi nesci via:
è chiju di la cara “mamma” mia.
Ognunu i nui seguimmu a nostra sorti,
rrestasti sula ma tu sempri cchjiù forti …
Fummu da tia, “figghjioli amati”
E nui di tia “mamma nnamurati”.
U cori d’amuri ndu parinchisti
E di cosi belli ndi nutristi,
nui li portamu tutti sigillati
no’ mi sunnu du tempu cancellati.
Ti portasti affanni e patimenti
Non ci fu tempu pe godimenti …
Chjiudisti l’occhji, cchjiù no nsentivi.
Chjiamavumu: mamma, ma tu no’ rispundivi.
Fusti mamma unica ed esemplari,
oji 8 MAGGIO, ti vorzi ricordari,
nta sti verzi attia dedicati
ci sunnu l’intenzioni di me soru e di me frati.
Comu forestera, nto pajisi chi nescia
Tornu mu dicu na preghiera attia:
Mamma mia.
I tuoi figli amati
Silvana Trimboli
Caraffa del Bianco
lunedì 12 ottobre 2020
Il grande incontro [di William A. Seiter - 1953]
Nel 1992 il regista bagherese Peppuccio Tornatore tenne una serie di lezioni presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Palermo. Nella primavera di quell’anno il tema della lezione era il rapporto tra cinema e musica e relatore fu il Maestro Ennio Morricone introdotto dallo stesso regista. Conoscendo la mia ossessione per il cinema di Sergio Leone e la musica di Ennio Morricone il regista di Baaria mi aveva già da tempo promesso di presentarmi al Maestro. Così, in compagnia di Valerio Vella, andai a Palermo per soddisfare quella promessa. Al termine della lunga ed esauriente lezione, dovendo il Maestro rientrare a Roma, il fratello del regista, Francesco, ci invitò a tenergli compagnia nella sua Fiat uno, per accompagnare il compositore all’aeroporto palermitano. Lungo il tragitto il Maestro ci svelò la sua cortesia e cordialità con uno strascico della lezione fatta questa volta a due che conoscevano bene le sue composizioni, dapprima per averle accostate ai film durante le proiezioni e di poi su supporti vinilici. All’incontro, per mia colpa, mancava Nigel Haynes (1962-2015), il più grande tra gli ammiratori del maestro e il video che state per vedere a Nigel è dedicato.























