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mercoledì 23 dicembre 2015

Il Est Né le Divin Enfant - Siouxsie and the Banshees





And the bells are ringing out
For Christmas Day

lunedì 21 dicembre 2015

Bellissima (reg. Luchino Visconti - 1952)


E’ davanti a voi ogni domenica, ma così dolorosamente bella e scarnificata non l’avete vista mai.

domenica 20 dicembre 2015

Erbe Fluttuanti (reg. Yasujirō Ozu - 1959)


O Dio creatore del cielo e della terra, che hai dato alle piante e alle erbe di produrre produrre frutti a nutrimento dell’uomo, benedici questo luogo destinato alla loro distribuzione e tutti i suoi gestori, perché nell’osservanza dei tuoi comandamenti abbiano salute, prosperità e pace nel corpo e nello spirito. 
Per C. N. S.

Ernesto Gliozzi il giovane

giovedì 17 dicembre 2015

Mr. Farmer - The Seeds

Mr. Farmer let me watch your crops








Se non ci si riferisce all’archeologia dei paesi assetati, alle difficoltà delle popolazioni nel reperire acqua potabile, alla centralità dell’acqua per la produzione agricola, alla sacralità dell’acqua nella storia calabrese dal periodo magno greco all’epoca moderna, non si comprende la religione dell’acqua delle popolazioni e la particolare nostalgia delle persone in viaggio.

Vito Teti, Il colore del cibo, 1999, Meltemi

mercoledì 16 dicembre 2015

This Must Be The Place - Talking Heads







PLATI’ Comune (ab. 5.120) della provincia di Reggio di Calabria, composto da Platì (3,692) e dalla frazione Cirella (1.428), con popolazione suddivisa in Platì (3310), Scuole (79), e case sparse (303); Cirella (872), Gioppo (81) e case sparse (ab. 475).
Il territorio - kmq. 50.01 - confina con quelli dei Comuni di Ardore, Benestare, Careri, Ciminà, Oppido Mamertina, Santa Cristina d'Aspromonte, nel versante nord-occidentale dell'Aspromonte alle falde della ripida fiancata del Montalto nello spartiacque appenninico. L'abitato, al di sotto dei piani di Zarvò si stende sulla sponda sinistra della fiumara 'detta di Platì, a 300 metri sul livello del mare, a 105 chilometri da Reggio di Calabria, cui è collegato per la strada nazionale 112. .
Si vuole sia stato fondato nel 1557 da Pietrantonio Spinelli per ragioni agricole. Fu feudo della stessa famiglia Spinelli Principi di Cariati Nel 1783 fu quasi distrutto dal terremoto.
Per l'ordinamento amministrativo disposto nel 1799 dal generale Charnpionet, Platì venne considerato autonomo ed assegnato nel cantone di Roccellla. I francesi, per la legge 19 gennaio 1807, lo considerarono
Luogo, ossia Università, nel cosiddetto Governo di Ardore. Per il riordino disposto per decreto 4 maggio 1811, istitutivo dei Comuni e dei Circondari, venne compreso tra i primi, sotto il nome di Mottaplatì, gli venne aggregata la frazione di Cirella, e venne mantenuto nella giurisdizione di Ardore. Per decreto 13 marzo 1831 gli veniva aggregato l'allora soppresso Comune di Natile che veniva ricostituito autonomo per decreto 18 luglio 1836.
Platì è paese ad economia agricola con prevalenza zootecnica. Modesta è la produzione di frumento, frutta, uva, fagioli, patate e castagne. Nel territorio si trovano giacimenti di pietra calcarea e di granito. L'emigrazione è volta verso i paesi dell'Europa occidentale, delle Americhe e dell'Australia. In passato vi si allevava il baco da seta.
La popolazione attiva assomma a 2.005 unità di cui 1620 addette all'agricoltura, ed impiegate in 674 aziende a conduzione diretta e in 71 con salariati od a compartecipazione, 1 con altra forma di conduzione; 110 addette all’industria; 117 alle costruzioni; 58 al commercio; 23 ai trasporti; 3 alle assicurazioni ed al credito; 36 ai servizi; 38 alla pubblica amministrazione.
Scolari e studenti sono 546.
Alla fine del settecento contava 1.295 abitanti; 2.128 nel 1815; 1.914 nel 1.825; 2.453 nel 1849; 2.354 nel 1861; 2.368 nel 1871; 2.472 nel 1881; 4.706 nel 1901; 5.173 nel 1911; 5.578 nel 1921; 5.763 nel 1931; 5.791 nel 1936 e 6.200 nel 1951.
La vita politica può essere sunteggiata dai risultati nelle competizioni elettorali dal 2-VI-1946: Referendum: Monarchia 1.933 - Repubblica 691 - non val. 108
- Assemblea Costituente: Elettori 3.341 - Votanti 2.732: Pci, 125 - Psiup, 27 - Pc Int, 23 - P d'Az, 17 - P Lab It, 4 - Pri, 21 - Dc, 2.058 - Udn, 13 - Uq, 40 - Bnl, 74 - Mui, 10 - Crp, 14 - non val. 306. - 18-IV-1948: Camera: Elettori 3.486 - Votanti 2.135: Fdp, 464 - PCS, 5 - Us, 4 - Pri, 15 - DC, 1.514 - PC d’It, 1 - Bn, 23 - Pnma, 6 - Msi, 21 - Mnds, 13 - Bpu, 3 - Cils, 2 - Gpld, 1 - non val. 63 - Senato: Elettori 3.011 - Votanti 1.834: Sc, 282 - Bn, 40 - Dc, 885 - lnd, 64 - Mnds, 496 - non val. 67. - 7-VI-1953: Camera: Elettori. 2.951 - Votanti 2.596: Pci, 262 - Psi, 458 _ Usi, 20 _ Psdi, s - Pri, 17 - Dc, 1.264 - Pli, 103 - Acln, 5 - Pnm, 210 - Msi,_63 - Cpi, 3 - non val. 183 - Senato: Elettori 2.586 - Votanti 2.295: Psi, 380 - Pci, 236 - Msi, 254 - DC, 1.172 - Psdi, 98 - non val. 155. - 25-V-1958: Camera: Elettori 3.355 - Votanti 2.501: Pci, 518 - Psi, 150 - Psdi, 14 - Pri-Prad, 8 - Dc, 1.462 -  Pli, 40 - Pmp, 63 - Pnm, 20 - Msi, 100 - Fusi, 7 - non val. 119 - Senato: Elettori 2.894 - Votanti 2.219: Pci, 388 - Psi, 158 - Msi, 162 - Pli, 126 - Pmp, 49 _ Pri, 12 _ Pnm, 35 - Dc, 1.114 - non val. 175. -- 28-IV-1963: Camera:
Elettori 2.998 - Votanti 2.207: Pci, 672. - Pdium, 35 - Msi, 69 - Psi, 65 - Dc, 1.228 - Psdi, 16 - Pli, 28_- Pri, 14 - Mci-Fm, 5 - non val. 75 - Senato: Elettori 2.705 - Votanti 2.013: Pci, 411 - Pli, 16 - Msi, 64 -Psi, 144 - Dc, 1.226 - Psdí, 12 - Pdium, 25 - non val. 115. - 19-V-1968: Camera: Elettori 2.729 - Votanti 1.961: Pci, 215 -
Psiup, 22 - Msi, 56 - Socialdemocrazia, 2 - Psu, 230 - Pli, 14 - Pri, 49 - Pdium, 8 - Nuova Repubblica, 9 - Dc, 1.234 – non val. 122 - Senato: Elettori 2.439 - Votanti 1.804: Pci-Psiup, 198 - Msi, 69 - Pri, 34 - Dc, 1.074 - Pli, 83 -Psu, 209 – non val. 137.
Sono nati a Platì: Domenico Fera, oratore sacro (1783-1856); Domenico Zappia, scrittore di medicina (1806-1904); Eberto Vincenzo Zappia, letterato (1861-1928).
Al Risorgimento hanno partecipato: Pasquale e Rosa Miceli; Domenicantonio, Ferdinando e Giuseppe Mittica; Domenico Vergara; Tommaso Zappia.
È in Diocesi di Gerace - Locri. La Parrocchia è intitolata Santa Maria di Loreto. La Patrona, Madonna di Loreto, viene festeggiata nella terza domenica di agosto. Le Suore Figlie della Divina Provvidenza
vi tengono Asilo e Scuola di lavoro. Fiera dal venerdì alla domenica della terza settimana di agosto.
Carabinieri. Pretura ed Ufficio del Registro ad Ardore; ufficio Imposte a Bianco; Tribunale a Locri; Stazione ferroviaria a Bovalino, km. 82.
Scuola media.
Gli abitanti son detti platiesi.
 BIBL.: G. M. Alfanomo, ed. 1798, p. 108;_BSCF, A. 1809, VIII, 162; U. Caldora, Calabria napoleonica, 428; G. CINGARI, Giacobini ecc., 318; L. Izzo, 331; N. Leoni, I, 105; J. MAzzoleni, Fonti ecc., 431; A. OPPEDISANO, Cronistoria ecc., 277 a 279, 390 a 393, 595; F. SACCO, III, 102.

Home is where I want to be, Talking Heads

NB
Le fotocopie in alto col relativo testo le ho trovate tra i documenti in possesso allo zio Ernesto, il giovane e sono tratte da: Gustavo ValenteDIZIONARIO DEI LUOGHI DELLA CALABRIA, Ed. Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, 1973


lunedì 14 dicembre 2015

Addio alle armi (reg. Frank Borzage 1932)






Ill.mi Signori Componenti la Commissione
di Esoneri Militari
                                                                                                                             Catanzaro

Oliva Saverio fu              rimasto solo con una sorella anch’essa di età avanzata, tardo negli anni e con una proprietà rustica rilevante da coltivare e da amministrare ha bisogno dell’opera assidua e diligente di un direttore tecnico ed amministrativo della sua azienda agricola a conduzione familiare ai sensi della circolare N. 400 dell’Ill.mo Sig. Prefetto e 552 dell’Eccellentissimo Ministero della Guerra.
Per tanto si onora chiedere alle  S. V. Ill. me  la esone razione temporanea del militare Gliozzi Luigi di Francesco classe 1880. 3°  fanteria 2° Compagnia Messina, che da molto tempo, anche prima della guerra era occupato in tale qualità presso l’azienda del richiedente
Platì 14 Luglio 1918
                                                                                                                         Il Richiedente

Descrizione della proprietà
1°  Fondo denominato Carcarella di natura uliveto, gelsi, cotogneto ceduo con altri fruttiferi, con terreno aratorio ed irriguo, sito in agro di Platì, catastato all’art:      dell’estensione di ettari 21 confinante con i beni del cav. Michelino Oliva, erede Francesco Oliva, erede Luigi Oliva, ed altri, con case coloniche.
2°  Fondo denominato Filese, in agro di Platì con ulivi, gelsi serici, agrumi con terreno aratorio ed irriguo dell’estensione di ett: 10, catastato all’art:     confinante con i beni del cav. Michelino Oliva, eredi Luigi Oliva, eredi Mittiga Antonio e strada vicinale con due case coloniche.
3°  Altro Fondo Filese in quel di Platì con olivi, gelsi, agrumi dell’estensione di ett. 5 confinante con Furori Giosofattino, Morabito Rosario e Riganò Giuseppe, con casa colonica art. cat.
4°  Fondo Crocifisso o Sfales, territorio di Platì, olivi ed altri fruttiferi esteso ett. 5 confina con Oliva cav Michelinio, Furore Giosofatto, Cimitero di Platì e strada nazionale Platì S. Cristina.
5°  Fondo Tagliola in quel di Platì catast. Art:   terreno aratorio ett. 24 confinante Catanzariti Pasquale e Comune di Platì con ovile e case coloniche.
6°  Fondo Giambutto, territorio di Platì aratorio esteso ett 4 confinante con Grillo Rocco e beni di Platì.
7°  Fondo Barroza territorio di platì con olivi ed altri fruttiferi ed aratorio esteso ett. 6 confinante con Oliva cav Michelinio, Furori Giosofattino, Oliva Giovanni Andrea e strada in cat. Art.
8°  Fondo Cardone in territorio di Platì, gelsi serici, quercie, agrumi terreno aratorio irriguo esteso ettari 6 confina con Gliozzi Ernesto, Zappia Rosario Oliva cav Michelinio, strada Platì S. Cristina, con casa colonica e bovile, in catast. Art:   comprende anche oleificio.
Alle suddette proprietà vi è la  … di animali bovini 4 ed ovini 100
                                                                                               Il       Proprietario
Visto per conferma
 Platì             1918

Il Comm.Prefettizio

Nota: vi ricordo che Oliva Saverio (nella foto) a quel tempo era il parroco di Platì

domenica 13 dicembre 2015

Fiore selvaggio (reg. Allan Dwan - 1947)


La Ginestra  Perre Letizia e Trimboli Giuseppina    Classe I B

Le belle macchie gialle che caratterizzano il nostro paesaggio, indicano la diffusione della ginestra nel territorio. La ginestra è una pianta delle Leguminose Papilionacee, appartenenti a generi diversi. La più nota è la ginestra comune o ginestra odorosa con rami verdi giunchiformi, contenenti fibre che possono essere separate in fiocchi e usate come materia tessile, foglie semplici e scarse, fiori profumati in racemi con corolla grande giallo-dorata. La lavorazione di questa pianta, un tempo, qui a Platì impegnava le donne nella realizzazione di manufatti tessili. La ginestra veniva raccolta specialmente lungo i fiumi e i sentieri, quindi immersa nell’acqua per un lungo periodo, circa due settimane. Tolta dall’acqua era messa sulla sabbia per rendere più facile la pulitura e, quindi, pestata con una mazzetta di legno su di una grande pietra, dopodiché veniva rimessa nell’acqua per una ulteriore pulitur. Seguivano, poi, l’asciugatura, la battitura, la carninatura e la cardatura. Il filato ottenuto lavorando con il fuso e la conocchia veniva tessuto al telaio. Il filato più fine detto “ colami “ era utilizzato per la biancheria migliore mentre quello più grezzo per coperte tappeti ed altro.


Tratto da Il Giornalino
numero unico degli alunni della SC MD ST “ D.PERRI “ Platì Cirella a. s. 1997/98

giovedì 10 dicembre 2015

Il caro estinto (reg. Tony Richardson - 1965)

avevo già pubblicato questo appello ai platioti in America

Platì, settembre 1902
Al PLATIESI EMIGRATI IN AMERICA
 Merce L’iniziativa ed i sacrifizi di questa Confraternita, è sorta sulle rovine della chiesa di S. Pasquale una nuova cappella dedicata alla Vergine del SS. mo Rosario, la quale e stata già aperta al culto, con grande soddisfazione della popolazione, che accorre numerosa alle funzioni che quotidianamente vi si celebrano.
Ma, dati gli scarsi mezzi di cui si potuto disporre, il nuovo edifizio non è ancora giunto a compimento, anzi manca di talune cose assolutamente indispensabili, come le campane.
Per provvedere pertanto a siffatte necessità, questa Confraternita, conoscendo i sentimenti  pietà e di devozione onde sono animati i compaesani che si trovano al di là dell'oceano, fa appello alla loro generosità, mai venuta meno, perche col loro obolo concorrano ad un’opera destinata a maggiore gloria di Maria Santissima. Accogliendo benevolmente questo invito, i detti emigrati attireranno sul loro capo le benedizioni del cielo, e la gratitudine di tutto il Paese.
                                                                            Per la Confraternita del SS. mo Rosario

                                                                                                                          Mittiga Antonio,  --  Priore

                                                                                                                           Virgara Rosario

                                                                                                                           Caruso Francesco

                                                                                                                           Stancato Gaetano -- Cassiere

Oggi è la volta dell'estremo saluto al Priore Antonio Mittiga. 
Aggiungo che questi elogi funebri, al di là del valore letterario, servono dopo tanti anni a far luce su fatti e persone del tempo andato di cui si è persa ogni traccia e la relativa memoria, così scopriamo che Antonio Mittiga fu anch'egli nelle lotte per l'indipendenza  italiana, come il padre dello zio Ernesto e del nonno Luigi.



                                                          Fratelli
Ieri - esuberante di vita ancora - il nostro amato Priore era con noi nella Chiesa sorridente e buono - al suo posto!
Oggi questa mite e dolce figura di religioso è scomparsa!
Noi lo vedemmo chinar la fronte d’un tratto, noi lo vedemmo, rassegnato, seguire il funebre corteo della morte e scomparire, travolto nel torrente precipitoso del tempo. Egli fu!
Mentre d’intorno palpita la vita; mentre maggio odoroso si annunzia con la pompa dei suoi profumi e dei fiori ... Egli stecchito ormai, giace nella bara, immobile ... più pallido dei ceri che gli fumano d’intorno - bianco come il camice che gli copriva l’anima sua bella. E’ morto dunque!
Stringiamoci a lui d’intorno in religioso silenzio, presentiamo le armi al nostro compagno caduto e Pace! diciamo tutti Pace! Pace! nel Signore.
Ma io sento che questo saluto estremo ci penetra il cuore come una punta d’acciaio ... ci strazia l’anima. Perché? io penso che le figure, come quella di Antonio Mittiga, si vanno più restringendo, perché io so che la società ha perduto un uomo giusto, e voi, o fratelli, avete perduto il capo della vostra corporazione religiosa ... quell’uomo integerrimo, solamente adatto per reggere i destini della fratellanza. E se vi aggiungo che ho perduto un amico ... date ragione alle lacrime che io soffoco dentro di me ... memore che anche il Maestro pianse sulla tomba del suo morto amico, pianse.
E’ il pianto sincero che sale dal profondo dell’anima, pianto non materiato d’interesse o di bugiardo fariseismo per piacere ai vivi ... ma il sangue dell’anima che si dibatte sotto il torchio del dolore, è la voce della coscienza che sale, sale come un lamento e si sprigiona dagli occhi. - Piangete.
Non ho bisogno, per spremere le vostre lacrime, di andare cercando con lenti d’ingrandimento le qualità dell’estinto. Non ho bisogno neppure di minacciare i servi ad accompagnare il cadavere ... Egli servi non aveva, amici, molti.
La manifestazione vostra mi fa pensare come il popolo di Platì non è un popolo di vassalli o di schiavi ... mi fa pensare che non tutto è perduto ancora ... e che soprattutto e da per tutto si rispetta ancora la virtù. Antonio Mittiga era un virtuoso. virtù significa fortezza. Egli fu forte di carattere e nei suoi principi si mantenne costantemente fermo, nel gran naufragio delle coscienze. Fu forte nell’amore e consacrò tutto il suo affetto alle sorelle, senza quell’egoismo individuale che rende gelida ed affievolisce ogni cosa.
Fu forte anche per la patria e mise il petto alle palle - come pure il mio povero genitore - nelle gloriose campagne per l’indipendenza. Ma la sua fortezza risplende meglio in un affetto che non è terreno ... Egli disinteressato e generoso sempre con la Chiesa, consacrò a Lei le maggiori attenzioni in vita ed anche in morte. E se la chiesa del Rosario oggi non ha da invidiare nulla alle altre chiese più ricche, ciò si deve non solo alla munificenza del Priore, ma anche al suo zelo operoso, al suo nobile apostolato, alla sua calma, assidua ed amorosa assistenza. Fu uno di quegli uomini ispirati o suscitati dalla Provvidenza per essere sostegno della fede ... nella baraonda ributtante e rincresciosa dei tempi che corrono. Non ho bisogno, quindi, d’occhiali per leggere le virtù dell’estinto. E se vi aggiungessi, che io stesso rimasi meravigliato per una morte così serena ... se vi dicessi le parole che egli stesso rispondeva alle mie lusinghiere espressioni d’incoraggiamento ... voi dovete conchiudere così muoiono i giusti.
“ Preziosa al cospetto dell’Altissimo, la morte dei suoi giusti “
Dissi morto e mi correggo. E’ morto colui che giace nel peccato. Si sveglia, di là della tomba, il giusto.
Oltre la morte, vive qualche cosa che non è certo la sordida materia, vive alcunché d’incorruttibile, di spirituale, immortale ... vive l’Anima.
Se è così ( e chi di voi osa dubitare, o fratelli? ) se così è, io credo che l’anima di Antonio Mittiga è presente ci aleggia d’intorno, come la farfalla intorno ai fiori del prato.
Io dico che egli è qui, sceso forse dalle interminabili regioni dell’aria, venuto da lontani orizzonti, d’ove s’era spinto in cerca del suo Amore, per sentirsi ripetere le dolci parole di Pace! Pace! nel Signore. Dico che è venuto per dirci che ha ricevuto il premio delle sue virtù, del suo dovere compiuto, del suo sacrifizio. Ci aleggia d’intorno e ci sussurra che non tutto è morto, che gran parte di lui è rimasta in messo a noi, e che egli vive nei ricordi e nella vasta eredità di affetti che ci ha lasciati, d’una vita affatto incorruttibile, spirituale, immortale.
Santa è la preghiera, o fratelli, santa è la tomba e la religione dei sepolcri è santa.
Noi oggi stretti alla tomba del defunto Priore, dopo aver giurato di essere continuatori della sua opera, col pensiero, con l’anima, col sentimento ci spaziamo per le vaste interminabili regioni dell’Infinito. E mentre preghiamo che sia lieve la terra che lo ricopre, ci eleviamo sulle ali della fede, come festanti allodole dinanzi al trono di Dio, gli domandiamo la pace, la luce per l’estinto con queste parole dicendo “ Per il suo dovere compiuto, per il suo nobile cuore, per le sue grandi virtù, Signore, pietoso, Perdona “.
Addio, dunque, o amico, ti seguiremo tutti nella tomba, pochi sulla via della virtù! Saremo domani, quello che tu sei oggi, intanto prega, prega per la fratellanza a cui consacrasti la vita. Essa ti segue piangente, dolorante, Addio.

Sac. Ernesto Gliozzi sen.



mercoledì 9 dicembre 2015

Monsignore (reg. Frank Perry - 1982)


Ai Molto R.di Parroci e Procuratori
del Santuario di Polsi
Il giorno 5 del prossimo venturo febbraio m'imbarcherò per un viaggio in America col beneplacito di Sua Santità e del Governo d'Italia per visitare tutti i nostri connazionali residenti in quelle regioni.
La mia visita ha lo scopo di portare conforto religioso e morale a tutti i nostri correligionari, ed anche quella di raccogliere le spontanee offerte per costruire la Strada e per fondare un Sanatorio per tutti i figli degli emigrati che avessero bisogno di cure.
Vi prego perciò di avvisare tutte le famiglie che hanno parenti negli Stati Uniti d'America che io sarò colà verso la metà di febbraio e possono venire a trovarmi o scrivermi al seguente indirizzo:
Abbate GIOSAFATTO MITTIGA
Banca Nazionale del Reduce
327 Broadway
New-YorK

Con sommo compiacimento, poi, pregovi voler partecipare a tutti i vostri dipendenti ed amici che oltre della benedizione apostolica, il Santo Padre mi ha autorizzato d’impartire il sacramento della Cresima a tutti i fanciulli Calabro Siculi colà residenti.
Pertanto alla vostra volta rendetelo di pubblica ragione e con ciò farete cosa grata non solo a me facilitando la mia delicata missione; ma quanto vi renderete benemerito dinnanzi al mondo ed alla storia perché la voce della Patria è la più nobile espressione del vivere religioso e civile.
Compiacetevi riferire alle famiglie degli emigrati che io mi metto a loro disposizione e qualora avessero bisogno di cosa alcuna io mi reputerò lieto di essere il latore di ogni messaggio pronto ad ogni sacrificio pel bene spirituale dei figli della Calabria e Sicilia.
In attesa di vostra gentile assicurazione vi prego di gradire le espressioni della mia considerazione.
 Dev. ed obb.mo
 Monsignor GIOSAFATTO MITTIGA
 Âbbate Nullius del Santuario di Polsi






giovedì 3 dicembre 2015

Ricorda il mio nome

-Romeo Maria(21.11.1936/91-125)di Rocco jelaseju e Sergi Teresa di Domenico careja.
-Perre Ada Maria(21.11.1936/91-126)di Giuseppe Antonio santallinu e Miceli Rosa di Francesco.
-Mittiga Rosario Maria(21.11.1936/91-127)di Giuseppe Prestìa e Perre Elisabetta di Pasquale santallinu.
-TrimboliDomenico(22.11.1936/92-128)di Giuseppe vajaneja e Perre Elisabetta di Antonio ciucia
-Musitano Bruno(22.11.1936/92-129) di Francesco fascista e Mezzatesta Caterina di Giuseppe.
-Musolino Domenico(23.11.1936/92-130)di Gius.parlaparla e Romeo Maria di Domenico ielasello (ielaseju)
-Ielasi Maria(3.12.1936/93-131)di Antonio picciriju e Cutrì Caterina di Dom.
-Barbaro Antonio(6.12.1936/93-132)di Dom zumpanu e Ielasi Cater.di Pasq.
-Morabito Giuseppa(26.11.1936/94-135)di Giuseppe mastrodatta e Calabria Maria di Antonio piscilongu.
-Miceli Giuseppa(13.12.1936/95-137)di Giuseppe sordateju e Trimboli Francesca di Francesco.
-Zappia Francesca(20.11.1936/95-138)di Sav. cicòra e Carbone Anna di Fr.
-Musolino Francesca(6.1.1937/97-6)di Ant. parlaparla e Barbaro Anna di Giu
-Trimboli Domenico(6.1.1937/97-7)di Domenico vajana e Ielasi Dom. di Gius-
-Barbaro Anna(6.1.1937/99-11)di Antonio micciunarda e Barbaro Cat.di Sav.
-Catanzariti Maria Fr.Luc.(6.1.1937/99-13)di N e Catanz.Rach.di Dom.lìmina.
-Carbone Caterina(6.1.937/100-14)-Dom.lasceri e Portolesi Francesca Teresa nicchiaricu.
-Perre Francesco(4.1.937/100-15)-Gaet.Gius.ràsula e Portol.Marian.di Fr.
-Marando Gius.Ant.(10.1.937/100-16)-Natale pistola e Carbone Cat.di Rocco.
-Romeo Giuseppe(16.1.937/101-17)-Gius.Ant. barisi-Giordano Mar.di Gius.
-Catanzariti Caterina(16.1.937/101-19)-Pasq.mussubeju e Trimb.Dom.di D.
-Garreffa Francesca(17.1.937/102-20)di Gius. e Catanz. Fr.di Sav.mussubeju
-Pangallo Domenico(24.1.1937/102-21)-Vinc.jemiju e Taliano Elis.di Pasq.
-Romeo Maria(1.2.937/102-22)-Br.Arc.mburcanu-Barb.Seraf.di Giuseppe zumpanu
-Trimboli Maria(20.2.937/104-27)-Dom.Ant.foca e Barbaro Filomena di Pasq.
-Sergi Giuseppe(21.2.937/104-28)-Gius,Pasq.tirìji-Trimb.Nic.na di Fr.furnaru
-Carbone Francesco(25.2.937/105-29)-Ant.prunarisi-Trimb.Dom.ca di Gius. 
-Zappia Caterina(28.2.937/106-32)Dom.cirejotu e Virgara Dom.ca di Gius.

mercoledì 2 dicembre 2015

La città dolente

Se, come sembra, queste baracche improvvisate dovranno essere abitate sine die, potremo aspettarci un interessante fenomeno, e cioè il ritorno al tipo d'uomo corrispondente. La mancanza dei più comuni strumenti della civiltà, come la biancheria, i mastelli per lavare e gli utensili da cucina, lo ridurrà alla condizione del selvaggio, che considera queste cose con indifferenza o semplice curiosità, e dimenticherà di averle mai usate. E la vita in queste baracche, dove esseri umani sono ammassati come bestie (si potrebbe quasi dire «costretti» come pezzi di un mosaico) non può che risultare nociva allo sviluppo dei bambini. Sembra che i calabresi si siano distinti per la loro inumana ferocia: Reggio cadde in mano a una legione di demoni, calati a valle durante la settimana di caos. «Strappavano anelli e spille dai cadaveri» mi disse un giovane funzionario. «Strangolavano i feriti e i moribondi per spogliarli più comodamente. Qui e a Messina, i corpi mutilati furono innumerevoli, ma i calabresi costituirono il flagello peggiore. ››
Vampiri, figli della Notte e del Caos.
Anche Dolomieu, parlando della dépravation incroyable des mceurs che seguì al terremoto del 1783 riferisce il caso di un uomo di Polistena che rimase sotto le macerie della sua casa, con le gambe che sporgevano dalle rovine. Il suo servo accorse, gli tolse le fibbie d'argento dalle scarpe e fuggi, senza tentare di liberarlo. Del resto, abbiamo visto cose del genere più recentemente, a San Francisco.
«Dopo avere spogliato i cadaveri, saccheggiarono le case. Cinquemila letti, signore, cinquemila letti furono portati da Reggio sulle montagne ! ›› «Cinquemila letti! Per Dio! Sembra un numero considerevole. ›› Un giovanetto, uno dei sopravvissuti, mi si appiccicò col pretesto di farmi da guida fra le rovine di Reggio. Aveva lo sguardo caratteristico degli scampati, una espressione intontita e confusa, e parlava con singolare calma e ponderazione.Conoscendo il paese, mi trovai ben presto a volgere i passi verso il cimitero per godere la meravigliosa vista da quell'altura battuta dal vento ed anche per respirare più liberamente dopo la polvere e la desolazione della città bassa. Il cimitero stesso si trova nell’identico stato di quello di Messina, un tempo orgoglio dei suoi cittadini: il folle scherzo della natura non ha rispettato il sonno dei morti e ha con-
torto i solenni monumenti delle tombe in forme ripulsive e irriverenti.
Capricci della pietra e del ferro - come narrare tutti i casi dei miracolosamente scampati? Valga per tutti quello della mia giovane guida. Svegliato nella notte dalla prima scossa, vide alla fioca luce della lampada che arde in tutte le camere che, nel muro accanto al letto, si era aperta una grossa spaccatura. Vi si precipitò per fuggire, ma il muro si richiuse, attanagliandogli il braccio. Gli parve che passassero ore; il dolore era intollerabile. Poi la gentile spaccatura si aprì di nuovo in un lento sbadiglio, permettendogli di saltare nel giardino sottostante. Aveva appena messo piede a terra che le stanze interne della casa crollarono: allora si rifugiò sulle colline umide e tetre e vi rimase per quattro giorni insieme a migliaia di altri scampati.
Gli chiesi che cosa avesse trovato da mangiare.
«Erba, signore. Tutti non mangiavamo che erba. Non potevamo toccare nulla: una sola arancia e ci avrebbero linciati.››

Norman Douglas, Old Calabria