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giovedì 1 giugno 2023

The Last Face [di Sean Penn - 2016]

Che il Tuo Sacrificio scuota le coscienze della gente giusta.

Che il Tuo esempio serva al riscatto della Tua terra

Mimmo Fotia
di Francesco e Grazia Caterina Catanzariti
14 agosto 1949 – 9 dicembre 1995

Con il suo sguardo, per nulla estraneo, di interrogazione inconsapevole e assoluta, Mimmo Fotia ci ha consegnato quello che ancora per il paese è un futuro incerto. Quanti l’hanno conosciuto hanno pianto il suo atroce destino e non l’hanno dimenticato.

Il testo in apertura è contenuto nel ricordino distribuito in chiesa.


 

mercoledì 10 maggio 2023

The Professor [di Wayne Roberts - 2018]



26 gennaio 1916 – 9 febbraio 2016


The Professor  Giovanni Virgara, Voce di Platì, aveva già fatto capolino in queste pagine*. Oggi appare in veste di protagonista. Egli nacque il 26 gennaio del 1916, e confermato presso la lauretana fonte battesimale nel giorno di San Valentino dello stesso anno. Il padre, Giuseppe, ebbe la fortuna di sposare Maria Concetta Sposato in quel di Oppido Mamertina sul finire del XIX° secolo. Entrambi ventiquattrenni i due stabilirono la sede familiare in Platì ed essendo noti come possidenti ebbero modo di allevare una famiglia numerosa: il professore era settimo, ed ultimo, in ordine di tempo. Iniziò gli studi in paese e li continuò presso il Seminario di Gerace. Con la laurea in mano iniziò la carriera scolastica in quel di Reggio, prima che gli italiani venissero chiamati alle armi, alleati di tedeschi e nipponici contro il resto del modo. A conflitto finito migrò in Sicilia - Trapani, Palermo - non dimenticando i genitori, ancora in vita, per primi e gli amori giovanili nelle composizioni poetiche o prosastiche che diede alle stampe a proprie spese. Rimasto ancor giovane vedovo si risposò e visse fino all’età di cento anni in Palermo.
A queste brevi note aggiungiamo che con la Signora Concetta arrivarono da Oppido altri due fratelli Francesco e Antonio.


*https://iloveplati.blogspot.com/2013/10/la-recluta-reg-clint-eastwood-1990.html
  https://iloveplati.blogspot.com/2016/11/partire-e-un-po-morire-reg-giacinto.html
  https://iloveplati.blogspot.com/2018/02/la-strategia-della-lumaca-reg-sergio.html





 

mercoledì 19 aprile 2023

Gioventù bruciata [di Nicholas Ray - 1955]




Ricordo Pasqua 1956

1-Toto Delfino
2-Pino Prochilo
3 Zappia Pasquale
4-Spadaro Mario
5-Romeo Umberto
6-Zappia Rosario
7-Delfino Francesco
8-Zappia Rosario
9-Renato Castorina
10-Zappia Filippo
11-Prochilo Virgilio

Foto: ASGMZ Archivio Storico Gliozzi-Mittiga-Zappia
 

lunedì 13 marzo 2023

Le idi di marzo [di George Clooney, 2011]

"e se ne va così la tua bellezza,
come una nube, e come un sogno muori,
o fiorita di marzo, o Giovinezza…
"
Ada Negri (1870 - 1945)


Gliozzi Caterina
01/03/1913 - 11/01/1991


Mittiga Rosario
aka mastru Rosariu i barva
06/03/1881 - 30/06/1967


Gliozzi Francesco "Ciccillo"
06/03/1908 - 27/03/1975


Amalia Gliozzi 
08/09/1925 - 10/03/2017
Giuseppina Mittiga 
13/03/1920 - 12/02/1990

e ancora: 

Fera Caterina (mamma della nonna Lisa) 08/03/1864-10/11/1943
Mittiga Rocco  (padre del nonno Rosario) 04/02/1814-29/03/1890    


mercoledì 2 novembre 2022

PASQUALINO PERRI GRESTEST HITS

Perri Pasquale
Educatore
N. 1 - 4 - 1934   M. 19 - 9 - 2000
Amò tanto il suo paese
che volle tornarci per sempre

1 – Cari Platioti

https://iloveplati.blogspot.com/2016/04/lettera-aperta-ad-un-giornale-della.html

2 – Scuola e mezzogiorno

https://iloveplati.blogspot.com/2017/02/vittorie-perdute-reg-ted-post-1978.html

https://iloveplati.blogspot.com/2017/02/i-piccoli-maestri-reg-daniele-luchetti.html

https://iloveplati.blogspot.com/2016/09/mezzogiorno-di-fifa-reg-norman-taurog.html

3 - Donna Bice

https://iloveplati.blogspot.com/2017/07/donna-pagana-reg-cecil-b-demille-1929.html

4 - Gli amici

https://iloveplati.blogspot.com/2019/04/tutti-in-piedi-di-franck-dubosc-2018.html

https://iloveplati.blogspot.com/2019/04/la-corsa-della-lepre-attraverso-i-campi.html

https://iloveplati.blogspot.com/2019/03/those-who-make-tomorrow-di-kajiro.html




8 - In vetta


10 - Nonna Peppina

lunedì 31 ottobre 2022

Obit [di Vanessa Gould - 2016]

Pasqualino Sergi

1917 - 1939

Da quell’Anno Domini 1568 il cui cappellano del Fondaco di Pratì era Don Francesco Silvestro, il paese di Platì ha sempre dotato la Chiesa degli uomini di cui aveva bisogno. A volte erano le famiglie patrizie a fornire i ministri del culto, a volte i semplici capi famiglia che volevano elevarsi socialmente. Molti erano quelli mandati da fuori per ordine dei vari Vescovi che avevano sede in Gerace. Uno di questi fu Don Crescenzio Carulli che arrivò a Platì intorno agli anni venti, per poi trovare la morte ad opera di ignoti nella notte del 5 dicembre del 1930: «Avrebbe mai potuto pensare il povero sacerdote, che chiamato a Platì a prestare la sua modesta missione di bene, avrebbe dovuto così miseramente finire i suoi giorni?», così il canonico Oppedisano nella sua Cronistoria. Una promessa fu Pasqualino Sergi del quale si sono dimenticati anche i reporters nati col web. Pasqualino nacque a Platì da Antonio e Concetta Pangallo* all’alba del 1° ottobre del 1917, era dunque coetaneo della zia Gemma e dello zio Peppino «u mutu i barva», due anni dopo lo zio Ernesto il giovane. Come quest’ultimo ebbe la vocazione al sacerdozio e, come il nonno Luigi, il padre si sacrificò per esaudire il suo desiderio. Studiò dapprima nel seminario di Gerace per poi completare il percorso a Napoli nella Pontificia Facultas Theologica Sancti Aloisii ad Pausilypum. Anima aperta e generosa, in quel Sacro Istituto, si  preparava a terminnare i suoi studi. Come per Don Cresenzio Carulli il destino di Pasqualino era segnato: nella mattinata del 7 febbraio 1939, un martedì, rese l' anima, tra il dolore dei genitori per la perdita dell’unico figlio e lo sgomento dei superiori, professori e compagni di studio, a soli ventidue anni. Nella ricorrenza dei defunti di questi giorni è doveroso ricordare Don Crescenzio Carulli e Pasqualino Sergi.

*Antonio era figlio di Pasquale e Trimboli Francesca, Concetta era figlia di Domenico e Mittiga Angela i due contrassero matrimonio il 13 settembre del 1913.


Il documentario citato in apertura ha molto in comune con queste pagine e i redattori del New York Times durante la visione, a volte,  sembrano parteciparvi.

A tutti gli odierni citati è dedicata la magistrale sequenza tratta da Lo Specchio  di Andrej Tarkovskij che include il Quando corpus morietur  dallo Sabat Mater di Giovan Battista Pergolesi

lunedì 10 ottobre 2022

Voci da Platì [di AA. VV. - 2022]

 


La pubblicazione di VOCI DA PLATÌ non sarebbe stata possibile senza il basilare contributo di Elisabetta Siotto redattrice e Irene Piras Art director.
TO BE PLAYED AT MAXIMUM VOLUME

venerdì 29 luglio 2022

Donna di Riazan [di Olga Preobrazhenskaya 1927]







I fotogrammi riprodotti appartengono al film sovietico Donna di Riazan (Babi Ryazanskie) del 1927, regista Olga Preobrazhenskaya.  Il tilaru che si vede è identico a quello usato anche dalle donne di Platì, e tra queste la nonna Lisa (Mittiga in Gliozzi) e la zia Angeluzza (Mittiga in Lentini). Serviva per tessere coperte, tappeti, tovaglie, lenzuola, mappine. Le materie prime adoperate erano la lana, la ginestra, il cotone e la seta. Dubito che in paese sia conservato un modello simile, né tanto meno c’è un falegname atto a riprodurlo, non essendo più utilizzato. Non c’è nemmeno un archivio storico o Mimmo Addabbo a proiettare il film citato. 

Il telaio era apparso dapprima qui:https://iloveplati.blogspot.com/2019/10/the-frame-il-telaio-di-jamin-winans-2014.html




giovedì 9 giugno 2022

Il dono di Dio [di Gaston Kaboré, 1982]





UN FIORE


ASSUNZIONE AL SACERDOZIO
DEL
Signor Francesco Mittiga

 
Scientia in flat
Charitas vero aedificat
Apostolo Paolo ai Corinti
 
 Sacerdote novello,
assunto a l’ara del Signor. Te chiama
al tempio la santa
madre, che se non ami, sempre t’ama.
 
 Oggi, solenne istante,
È momento di vita esultatrice
Per Te, giovane amico:
Salve! Di Dio Ministro: a Te felice
 
 Del Vas d’elezione
Sia l’improba carriera, militante:
grazie, sempre doni
il Signor ti conceda ognor costante.
 
 Sorridano del cielo
Ai giorni tuoi le stelle, il tuo cammino
Di fiori sia interciuto
E miri di Gesù sempre al divino
 
 Labaro, che del tempo
La patina disprezza, e dei delubri,
La cupola illustrando,
I nemici di Dio sfida, colubri.
 
 Tu da la polve ai sacri
Altari ormai avviato da la mano
Vescovile di Locri
E dal padre, che a sé non tolse invano
 
 Il pane, ahi! poveretto,
Per la scola che a Te de’ chiostri sana
Cultura benedetta
Dette a la tutelare ombra di arcana
 
 Celeste, educatrice
Virtù del gran seguace d’Aquinate,
Mangeruva* profondo,
De’ due mondi al Leone degno frate,
 
 Tu, che al mio cor sei caro,
accetta, se non altro, di mia lira
malferma, ma sincera,
l’inno, che vola a Te, e a Te sospira! …
 
 Oggi sul viso brilla
del padre tuo la gioia che pur senti:
Padre che i nostri cari
Padri, a l’are devoti, tra le genti
 
 Seppe imitar, creando
Te sacerdote, a mezzo del salire
E scender le scale
Altrui, col core infranto dal soffrire …
 
 Or ti rallegra, amico:
altare, croce e calice, che insegna
son di Cristo nel mondo,
t’attendono, di Cristo anima degna.
 
 Però, sui pulvinari
Non poserai tranquillo senza il grido
De la colpa, il tuo core.
Se questo non sarà sempre a Dio fido.
 
 Sempre innocente, scevro
D’ipocrisia, come oggi puro ascende
L’altare che t’invita
A l’ostia. Che d’amore il cor t’accende.
 
 Di stelle circondata,
Col viso irradiante più del sole,
Di là de l’universo
Oggi la mano a te, senza parole,
 
 Porge sposa divina:
La tua pur stendi: affrettati: di cielo
Oggi son le tue nozze,
Coronate, di rose d’Evangelo.
 
Sebbene pur mortale
Tu sia, uffiziando, a Te davanti
Il popolo non vedi
Che si prostra? Non vedi che de’ Santi
 
 Il compito t’eleva?
Di te chi mai più nobile è su questa
Aiuola, sempre in diro?
Iddio non senti in seno in tanta festa?
 
 Chi più di Dio t’innalza?
Chi più di Dio su l’orme della Fede
A camminar t’inspira?
A convertir la gente che non crede?
 
 Guarda: darwiniana
Turba contro di Dio grida e ride
Di quelle nozze sacre:
stolta, che i sacerdoti invano irride! …
 
 di Dio col nome sprezza
questa turba, che uccise la morale,
la libertà di Cristo,
che di Roma, del mondo capitale
 
 Cattolica, le zolle
Fin profanò, le ceneri insultando,
L’urna di Pio adorata,
Onorevoli ladri pur creando …
 
 Sprezza l’alato Dio:
Il popolo rispetta: ma da questo
Mostro, che fa che l’uomo
Ora un Dio, ora fango, lungi il resto …
 
 Core astigiano e sensi
Generosi coi tuoi nemici adopra;
non cedere la schiena
a chi da l’alto in basso guarda ed opra.
 
 Il Signore ti guardi:
Come quest’ore, che oggi Ei benedice,
Passi il tempo, che vola,
E scorra sempre a Te, sempre felice.
 
   Platì, 7 Aprile 1895

 

Dottor Papalia Vincenzo


Don Francesco Mittiga era nato a Platì il 22 giugno 1872 da Nicola, sarto e da Mariantonia Gliozzi tessitrice. A detta della zia Amalia don Francesco abitava nella via Fratelli Sergi. Nella foto l’abitazione sopra la la scalinata.

*Mons. Francesco Mangeruva era nato a Sinopoli il 9 gennaio 1823. Fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1845 e salì sulla cattedra di Gerace il 9 maggio 1872 che conservò fino alla sua morte avvenuta l’11 maggio 1905.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

domenica 1 maggio 2022

Vivere fino in fondo [di Mark Pellington - 1997]


Si fa certo da me, sottoscritto Medico Chirurgo, che il Sig. Gliozzi Francesco fu Domenico trovasi dal 1898 in qua gravemente infermo, anzi con processo morboso assolutamente inguaribile, in seguito ad emiplegia, e, quindi, a sclerosi dei cordoni posteriori del midollo spinale, consecutivamente ad emorragia cerebrale, o come conseguenze anatomo-patologiche di essa, tanto, che l’ammalato in parola si è reso, per la paralisi quasi generalizzata, in modo affatto inabile, incapace a qualsiasi movimento degli arti posteriori.
Si rilascia il presente certificato allo stesso Gliozzi in carta informe ad uso esclusivamente di pensione.
Platì, 9 Agosto 1909 (dico 9 Agosto 1909)
                                                                                   Dottor Papalia Vincenzo


Una biografia di Francesco Gliozzi di Domenico e di Gliozzi Elisabetta è apparsa qui: https://iloveplati.blogspot.com/2012/01/correva-lanno-di-grazia-1870-reg.html
Per memoria di Luigi suo figlio la data di decesso risulta essere 14/05/1909 in contrasto con il documento sopra riportato a firma dell’istorosofo dottor Papalia Vincenzo.

domenica 13 marzo 2022

Stati di alterazione progressiva [di Alan Rudoph - 1985]

Si fa certo da me, sottoscritto Medico Chirurgo, che Caterina Zappia nata Ielasi è da parecchi mesi che soffre di prosopalgia, nevralgia del quinto, tale da renderla in uno stato deplorevoli primo, in cui l’inferma, nell’attualità, trovasi, poiché tal processo morboso, ribelle a qualsiasi metodo curativo, ha avuto per effetto alterazione dei nervi ottici onde l’ammalata è divenuta cieca, e come tale, è impossibile ella sia abile al lavoro.
In fede, si rilascia il presente a richiesta della stessa Zappia in carta informe per uso militare.
Platì, 10 Dicembre 1916
Dottor Papalia Vincenzo
 
Per una biografia sul dottor Papalia Vincenzo:
https://iloveplati.blogspot.com/2014/09/dottore-nei-guai-reg-ralph-thomas-1963.html
https://iloveplati.blogspot.com/2019/11/dottore-nei-guai-teresita-annita.html

 

 




 

mercoledì 2 marzo 2022

Chiaro di donna - Caterina

Rispondo all’Anonimo visitatore che ha chiesto notizie della Signora che appare intervistata nel video in queste pagine qualche giorno addietro*. Il volto caravaggesco della ragazza è un fermo immagine nella mia mente. Nell’ultimo mio viaggio in terra di Platì, cercando altro dentro il cimitero, ho incontrato due garbatissime signore cui ho chiesto notizie della raccoglitrice nel video. Una di loro mi assicurava che avrebbe fatto ricerche in paese e mi avrebbe fatto sapere con Michele, che era con me in quella mirata visita al camposanto. Per il vero tornando nella città dove risiedo e dove lavoro, per e su Platì, ho dimenticato incontro e ragazza del video, congetturavo di più sull’incontro con il dottor Floriani a Vibo e l’architetto Bartone a Soriano.
Un paio di giorni fa ho ricevuto una telefonata da una signora di Platì che ha preso il numero dalla pagina I Love Platì che ho messo come contatto per whatsapp. La signora, che si chiama Francesca …, mi ha riferito di averti incontrato a Platì (credo al cimitero) e che tu volevi sapere chi fosse una signora in una foto credo tratta dal filmato delle raccoglitrici di olive. Mi ha detto di riferirti che si tratta di Caterina Sergi figlia di "Roccu i Petru". Erano 7 fratelli e sorelle, molti emigrati in Australia compresa Caterina. A Platì c'è ancora una sorella che si chiama Anna”.
Il messaggio è di Rosalba Perri. Entrambi, io frenetico, ricorriamo al data base dello zio Ernesto - Gloria nel più alto dei Cieli, zio Ernesto, per aver perso inconsapevolmente il tuo tempo per noi.
Caterina Sergi “i Roccu i Petru” è la settima di dieci figli nati da Rocco e Francesca Calabria. Dodici, compresi i genitori, come lei accenna nel video. Il padre non era figlio i Petru, come è facile pensare, ma di Michele, sposò Francesca, tizzuni di lignaggio,  il 19 novembre del 1922. Petru è l’ultimo dei dieci figli, classe 1948.
Dunque grazie alla Signora Francesca, a Rosalba e Michele ma soprattutto a Caterina Sergi.
SDG

 

lunedì 28 febbraio 2022

Dove eravamo rimasti [di Jonathan Demme - 2015]

“Oggi sono qui per dirvi che cosa voglio ricordare e sapere”. Pier Paolo Pasolini


giovedì 17 febbraio 2022

Chiaro di donna [di Constantin Costa-Gavras - 1979]



Frammento tratto da:
La donna che lavora inchiesta televisiva di Ugo Zatterin e Giovanni Salvi del 1959
IVa puntata, Braccianti del sud
la voce fuori campo è di Riccardo Cucciolla
il tema musicale è di Harumi Fuuki, Hajimari no michi (L'alba di un filmaker), 2014 
L'inchiesta, sebbene registicamente sia fotografata e codotta bene, la voce fuori campo, del pur grande attore Riccardo Cucciolla, è certo che non sapesse niente di Pratì come di Platì, attraverso il commento e le sue sparate, buttate lì per far sorridere, lasciano l'amaro non tanto in bocca quanto nello stomaco.
Ugo Zatterin (1920-2000), volto noto nella televisione in bianco e nero, era ancor più noto per via di Alighiero Noschese il quale parodiva gustosamente lo Zatterin.   

lunedì 14 febbraio 2022

Brigata volante [di Silvio Siano - 1946]

Corpo delle Guardie di Finanza
Luogotenenza di Bovalino Brigata volante in Siderno
 
Processo Verbale di trasferimento
di una rivendita di generi di privativa
L’anno 1883 quest’ giorno 14 del mese di Giugno Noi Sorrentino Vincenzo sotto Brigadiere delle Guardie di Finanza col seguito della Guardia Scelta Frustari Luigi giusto gli ordini ricevuto dal Sig. Comandante la Luogotenenza  ci siamo recati nel Comune di Platì Circondario di Gerace Provincia di Reggio Calabria, allo scopo di autorizzare il trasferimento dello spaccio N. 1 di questo Comune esercitato dal Sig. Gliozzi Francesco che dal locale dove attualmente trovasi passa nel corso S. Nicola al civico N. 49, essendo stato riconosciuto da noi il nuovo locale in buono stato e decente, e ciò avvenuto in nostra presenza e di ciò ne abbiamo redatto il presente verbale che viene sottoscritto da tutti gli intervenuti. Oggi stesso mese ed anno come sopra
Gli agenti di Finanza                                                    Il Ricevitore
Sorrentino Vincenzo                                                        Gliozzi Francesco
Fugaci Luigi

 

giovedì 30 dicembre 2021

Un mondo a parte [di Chris Menges - 1988]

C’era una volta Platì/C’era una volta in Platì! Dentro questi titoli rubati al Maestro dei Maestri si può incorniciare la “Vita di Platì”. Quella che viene fuori dalla trascrizione dei Catasti Onciari del 1746 e del successivo del 1754. In quelle pagine Platì non è mai riconosciuto ancora come paese ma di volta in volta come: Terra, Tenimento, Curia, Unità, Università e, molto più spesso, Motta. Come già altrove divulgato per Mocta, Motta, si intende un rialzo di terreno. I due Catasti non sono molto dissimili nella loro forma, sono differenti nel contenuto finale. Per ora e per non annoiare riportiamo la “Vita di Platì” del 1754 e con gli occhi e la penna di Don Tolentino Oliva parroco, cui fu devoluto l’incarico di registrare lo Stato delle Anime. Erano 220 Fuochi. Per Fuoco o focatico si intendevano le singole unità familiari comprendenti le persone soggette al pagamento delle imposte. I 220 fuochi erano comprensivi di 901 Anime: 462 donne, 439 maschi, 5 adolescenti erano chierici, 7 i sacerdoti. Tra le donne vi erano 34 vedove e due in capillis. Con “virgines in capillis” si definivano le giovani nubili che “per segno di illibatezza dovevano portare i capelli raccolti e non scioglierli che il giorno delle nozze”. Altri Tempi! La vita media in Platì si aggirava intorno ai 50 anni di età: Nicola Barbaro 90 e Filippo Cusenza 95 erano i più longevi. I ceppi più numerosi erano Agresta, Barbaro, Carbone, Cusenza, Catanzariti, Italiano/Taliano, Perri/e, Portulisi, Sergi, Trimboli, Virgara, il cognome più insolito è Zinnamusca. L’oligarchia che dominava era quella degli Oliva ma c’erano anche Zappia al timone di comando. “Magnifico” era l’appellativo che precedeva quegli Oliva e Zappia. “Magnifico” era Marzio Perre/i ed anche Francesco Musitano il Cancelliere che siglava gli atti. Tra le donne i nomi più diffusi erano quelli di Domenica ed Elisabetta/Lisabetta, tra gli uomini Antonio, Domenico, Francesco e Giuseppe. Lo Stato delle Anime del 1754 era comprensivo dei soli nativi, mentre in quello del 1746 erano stati inclusi anche i forastieri. Quella che ne esce è una ripresa grandangolare, il campo verrà ristretto solo zoomando le “rileve” fatte dai singoli cittadini e non ci sarà distinzione tra nativi e forastieri.

Nella foto d'apertura il dottor Giuseppino Mittiga

 

mercoledì 1 dicembre 2021

I due compari [di Carlo Borghesio - 1955]




Con la presente scrittura privata redatta in doppio originale, e da valere come pubblico istrumento, noi qui sotto scritti Francesco Gliozzi fu Domenico domiciliato in Platì ed Antonio Violi fu Domenico da Lubrichi abbiamo redatto un contratto di sub locazione di fondi olivetati, quale contratto viene rifuso nei seguenti articoli
1.  Dichiaro io Francesco Gliozzi che con scrittura privata redatta tra me e mio fratello Filippo del 21 Dicembre ultimo scorso, e reggistrata in Ardore il dì otto Gennaio corrente mese al Lib: 2° Vol 5°, tassa Lire tredici 2/10 Lire due e cent. sessanta. Totale Lire quindici e cent. sessanta. Il ricevitore Deangelis; il detto mio mi ha ceduto il metà fitto dei fondi che a lui gli vennero ceduti in fitto dal Signor Arciprete di Piminoro, con istrumento agli atti di Notar Signor Rocco Musitano di Bovalino in data sedici Giugno 1879 Registrata in Ardore il 1° Luglio detto al N. 317 Libro 1° Vol. 13 folio 113: Deangelis; a quali atti noi sottoscritti ci riportiamo.
2.  Il Sub fitto che con la presente scrittura avrà luogo, si dovrà intendere uguale a quello stipolato col sopradetto mio, senza aggiungere o levare cosa alcuna di detto contratto, tranne per quella riguardante l’estaglio; ed il Signor Antonio Violi sin da ora rientra nei miei dritti, ed obblighi contenuti nella sopra cennata scrittura
3.  Il Sub fitto in parole io sottoscritto Gliozzi lo fò puramente e semplicemente al Violi per come lò fatto col ripetuto mio senza aggiungere onere di sorta.
4.  La durata del presente contratto di Sub locazione avrà la durata di anni sei, la quale abbe principio dall’anno colonico 1879 per terminare giusto li sopra cennati titoli. Basta il solo contratto di locazione per la corrisposta dell’estaglio e non dovendo io di Gliozzi garentire il frutto, né la sua bontà mentre resta a rischio e cimento del Signor Violi, sia se gli alberi lo producessero, o nerezza ad ammalarsi e precipitarsi.
5.  Io sottoscritto Antonio Violi accetto il Sub contratto di locazione giusto come venne fatto tra essi Germani Fratelli Signori Gliozzi
6.  Io sopra detto Violi, mi obbligo corrispondere col Signor Francesco Gliozzi di Botti cinque di olio di ulivo, presentandogli una lettera di cambio di detta garantita di un negoziante di Gioia Tauro, o pure presentandogli un garante solvibile, che assume le responsabilità della consegna dell’olio in botti cinque e da pagarseli a tutto il trentuno marzo dell’anno mille ottocento ottantuno e così successivamente negli anni mille ottocento ottantatre e mille ottocento ottantacinque, e proprio nei giorni sopra stabiliti.
La lettera di cambio sopra cennata od il garante mi obbligo io sopradetto Violi consegnarla, o presentarlo al Signor Gliozzi non più tardi del dieci Dicembre e di ciascuno biennio cioè al dieci Dicembre mille ottocento ottanta il primo, al dieci Dicembre mille ottocento ottantadue il secondo, ed il terzo ed ultimo al dieci Dicembre mille ottocento ottantaquattro. Qualora la detta lettera di cambio o buono di marina delle cinque botti di olio di olivo o il garante accettabile da esso Signor Gliozzi non avesse a consegnarlo o presentarlo nell’epoca pattuita di sopra, o che il Signor Gliozzi non avesse a conoscere idoneo il garante presentato sono da accettarsi i Fratelli Signori Guida o Ioculano da Oppido, e nel caso sia della mancanza del buono sia del garante il presente contratto di comune accordo si intende ritenere come casso e nullo. Ed io Violi mi obbligo pagare al Signor Gliozzi la somma di lire mille a titolo di danni ed interessi sin da ora liquidati e transatti. Io Gliozzi qualora avesse a contravvenire per fatto mio proprio al presente contratto mi obbligo pagare al Signor Violi la sopra detta penale, mi obbligo ancora rispondere direttamente verso mio fratello Filippo pel pagamento dell’estaglio pattuito colla sopra cennata scrittura, ed in mancanza pagare tutti i danni ed interessi che il Violi potrà soffrire, a criterio di un perito scelto dal Pretore Mandamentale di Oppido.
Il presente contratto viene accettato da noi contraenti in tutta la sua estenzione e tenore per come sopra stà scritto.
Oppido lì quindici del Mese di Gennaio mille ottocento ottanta.
Antonio Violi dichiaro come sopra
Gliozzi Francesco fu Domenico dichiaro come sopra 


 

sabato 7 agosto 2021

Paradiso perduto [di Abel Gance - 1939]

... because we are also what we have lost. A. G. Iñárritu


Michele Mittiga
di Rocco e Caterina Fera
8 agosto 1893 - 27 settembre 1962


Amalia Gliozzi 
di Luigi ed Elisabetta Mittiga 
8 agosto 1925 - 10 marzo 2017

Immagini non del tutto inedite per queste pagine. La prima alla sua apparizione non recava l'autore del dipinto: il dottor Giuseppino Mittiga, con il suo solito sguardo di Ὀδυσσεύς [odysse͜ús].