Sacco rinuncia alla
rassegna di New York per diventare cittadino onorario di Platì
Gerardo Sacco sarà domani a Platì, per ricevere dal sindaco, dott.
Francesco Mittiga e dal consiglio comunale convocato in seduta straordinaria,
la cittadinanza onoraria. Non era mai avvenuto che ad una personalità
calabrese, proiettata in campo mondiale per la sua valenza artistica e
culturale, venisse concessa una simile onorificienza.
A Gerardo Sacco, la gente di Platì consegnerà non le chiavi del paese
come un tempo si usava, ma gli antichi arnesi della civiltà agro-pastorale come
tangibile segno di riconoscimento verso un raro artista, messaggero ed
ambasciatore della creatività calabrese in ogni parte del mondo.
I platiesi, sono molto legati alla Santa Patrona, Maria SS. di Loreto
che in ogni comunità di emigrati, dall’Australia all'America all'Argentina
rappresenta un punto di riferimento un raccordo spirituale con la terra
d'origine. Le due antiche corone che ornavano la statua della Madonna e del Bambino
sono state rifatte in maniera artistica, rara ed esemplare da Gerardo Sacco che
ha rinunziato a qualsiasi ricompensa.
Del resto Gerardo Sacco non è la prima volta che si pone come
restauratore di opere artistiche che riguardano comunità ecclesiali povere. Sacco
aveva restaurato la più grande icona bizantina, quella di Capo
Colonna, venerata da tutte le genti del Marchesato di Crotone. E
l’artista degno continuatore degli antichi orafi della città di Pitagora, ha
rinunziato per la prima volta ad essere presente alla Rassegna Internazionale
di gioielleria di New York dove partecipa con una collezione di ampio respiro
artistico.
Incontriamo Gerardo Sacco nella sua fucina d'arte a Crotone intento a
studiare, su un disegno, lo stupendo diadema scoperto nell'area archeologica di
Capo Colonna ed appartenente ad Hera Lacinia. Ne farà alcune riproduzioni ed
intanto poniamo alcune domande.
- Lei rinunzia a partecipare
alla Rassegna di New York per essere presente a Platì per le celebrazioni della
Santa Patrona che sarà incoronata dal Vescovo di Oppido Mamertina?
«Parafrasando l'antico detto che l'ultimo dei Crotoniati era il
migliore dei greci, son convinto che non esiste al mondo un luogo più bello
della propria terra. E sono convinto che il calore umano e l'affetto dei platiesi
non è secondo agli emigrati della grande comunità italiana di New York».
- Che giudizio ha di Platì e dei
paesi dell'Aspromonte?
«Non ci sono altri posti dove l’accoglienza e l’ospitalità hanno
qualcosa di più sacro. E devo purtroppo dire che spesso la stampa ed i
mass-media distorcono fatti tracciando profili sbagliati ed offrendo immagini false ››.
- Quindi secondo lei esiste una
criminalizzazione d'intere comunità?
«I fatti di cronaca purtroppo sono all'ordine del giorno ma quanto
avviene nella nostra regione diventa cassa di risonanza per l'intera comunità
nazionale».
- Come si possono debellare
determinati fenomeni?
«Lo Stato dovrebbe intervenire con interventi mirati e razionali
soprattutto in aree geografiche fragili come quelle dell’Aspromonte creando
fonti di lavoro, specie dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto punti
critici».
- Quindi basterebbero
i posti di lavoro per cambiare questa nostra società malata?
«Non lo penso ma ne sono certo. Infatti mi sto prodigando,
proprio nel momento in cui le grosse industrie sono in netto regresso, per
creare il primo polo orafo del Sud dell'Italia e sfidare la concorrenza di
Valenza, Vicenza, Arezzo che hanno fatturati da capogiro. Comunque io sono uno
che crede nelle favole ››.
E quella di Gerardo Sacco è appunto una favola, dove un
apprendista barbiere diventa uno dei più prestigiosi orafi in campo mondiale.
Anche questa è Calabria.
Antonio Delfino
Testo e foto:
Gazzetta del Sud, venerdì 6 agosto 1993
Nessun commento:
Posta un commento