“Sul
versante Jonico dell’Aspromonte il paese che ebbe più gravi danni fu Platì, il
quale è pure il più prossimo all’area centrale del terremoto, poiché dista
appena 7 chilometri da S. Cristina d’Aspromonte”.Memorie di matematica
e di fisica della Società italiana delle scienze della Società
italiana delle scienze · 1896 Quel 5 di febbraio Sant’Agata, la protettrice dei
terremoti, nulla poté fare contro la forza della natura. Il danno più grave è
stato la perdita della chiesa di San Nicolò di Bari, situata nei pressi dell’odierna
via S. Nicola*. Era stata eretta dal notaio Carlo Zappia sul finire del 1600 e
possedeva una cospicua platea dei beni, in quell’anno era rettore della chiesa
Don Antonio Zappia figlio del notaio prima citato. Secondo varie fonti il
numero di quelli che perirono è di 25 "ma la tenacia e la
laboriosità dei sopravvissuti fece rinascere l'antico centro che nel 1799 fu
istituito Comune autonomo dai francesi".*
Bona sira vi dicu a Vui, Madonna, la groliusa di Santa Maria.
Il giorno 26 del mese di ottobre
dell’anno del Signore 2022, come già avvenuto nel 1948 e nel 2006, il popolo di
Platì in un tripudio di gioia, accoglie con suono di tamburelli ed organetto il
simulacro ligneo della Beata Vergine del Divin Pastore (Madonna della montagna di Polsi). In precedenza la statua era stata
presa in consegna al bivio che porta a Natile Vecchio. Ad aspettarla insieme ad
una rappresentanza della Comunità parrocchiale di Platì, guidata da P.
Dawinson, la comunità della Parrocchia Santa Chiara Vergine di Natile Nuovo,
guidata dal loro parroco P. Antonello Rossi, e consegnata dalla comunità di
Natile Vecchio, accompagnata dal parroco P. Peppe Svanera e dal Priore della
confraternita Santa Maria del Soccorso, nonché Procuratore del Santuario di
Polsi per Natile Paolo Callipari. Dal bivio si diparte la processione che
attraversa, in ordine: contrada Bosco,
Ntopa, Giambattista, Lacchi, Cuccumo giunge in contrada Arsanello, dove si è radunata l’intera
comunità di Platì ad aspettare il SS Simulacro della Vergine della Montagna. Ricevuta
la Santa Vergine con grande festa e con il rumore dei fuochi, il suono di
organetti e tamburelli e i canti tradizionali, viene portata in processione
fino alla chiesa Matrice, dove per 3 giorni consecutivi riceverà l'omaggio del
popolo di Platì. Entrati in chiesa inizia la Santa Messa, officiata dal Parroco
P. Dawinson Licona e concelebrata dai parroci delle 2 comunità di Natile
Vecchio e Natile Nuovo, Padre Giuseppe Svanera e Padre Antonello Rossi. La
chiesa è stracolma di fedeli, essendo riunite tre comunità parrocchiali. La
Santa Messa viene conclusa con il canto “BONASIRA”
e il grido dei fedeli Viva Maria
infonde gioia e commozione a chi è venuto a trovare la Vergine Santissima.
Bonasira
Bona
sira vi dicu a Vui, Madonna, la
groliusa di Santa Maria. E
la matina: buon giornu, buon giornu! siti
patruna di tuttu Iu mundu. Liberatindi
di li peni di Iu mpernu, di
tutti li disgrazi di Iu mundu. E
Iiberati la notti e Iu jornu e
puru quandu jamu pe la via. Supra
all ’artaru c'è na gran Signura, Maria
di la Muntagna ca si chiama. A
cui nci cerca grazzi nci li duna, cu
nd’a lu cori malatu nci lu sana. Ora,
gran Matri mia, vi cercu una: st
’arma cuntenta e la mia vita sana. Eu
non vi dicu quantu ammeritati: Vergini
bella, non nd’abandunati. Eu
mi ndi vaiu e vi dassu filici accumpagnata
cu l’angili stati. E
la Madonna si vota e ndi dici: Va
jiti, bona sira e santa paci.
"Fra una decina di giorni sarà Natale; Luigi arriverà
in tempo per assistere ancora, dopo tanto tempo, nella grande chiesa semibuia,
alla poetica Messa di mezzanotte, coi limpidi, meravigliosi cori popolari che
sembrano uscire dal nulla e invece sorgono dalle labbra delle ragazze
inginocchiate nell’ombra. E alla fine della funzione, dopo che le ciaramelle avranno
intonato la loro dolce, monotona canzone, i grandi falò improvvisati sulla
piazzetta antistante alla Chiesa, illumineranno i volti della gente raccolta
intorno... "
"At
Christmas time We let in light and we banish shade" Band Aid
La
speranza e i suoi gesti
Il
messaggio e i messaggi
di P.
GIANCARLO BREGANTINI
A
Platì, durante la novena che si svolge prestissimo, alle 5. 00, secondo la più
fedele tradizione, in una chiesa gremitissima ogni mattina, è stato posto nel
cuore della chiesa un grande albero spoglio e nudo. Colpiva
la sua nudità. Esistenziale. Altamente simbolica per attese di giustizia, gridi
di pace, speranze nascoste nel cuore di tutti... Tutto vi era rappresentato. A
Natale, il miracolo. L 'albero “nudo” ' è stato sostituito da un grande olivo
verdeggiante. Non da un albero di abete, che non appartiene direttamente alla
nostra cultura, ma da un albero di olivo, quell'albero cioè che orna le nostre colline
e ricrea il cuore nel vederlo argenteo al sole, pur nella dura fatica,
quest'anno, di un raccolto sotto la pioggia insistente.
A San
Luca protagonisti del messaggio natalizio sono stati i ragazzi della Scuola
elementare guidati dalle maestre e sostenuti entusiasticamente dal parroco.
Hanno ricostruito luoghi e ambienti del tempo di Alvaro, hanno lanciato un
messaggio di riscoperta delle tradizioni più genuine del popolo calabrese, pur
nella consapevolezza che è “dura la vita dei pastori in Aspromonte”. L ‘intero
paese si è mosso, rispondendo con favore alle sollecitazioni e agli stimoli
offerti. “Un Natale con i fiocchi”, appunto, anche se di neve non c 'era l
'ombra.
Da
Africo è partito invece un chiaro messaggio di impegno ed una proposta decisa.
L 'hanno rilanciata i ragazzi, i docenti e soprattutto la coraggiosa preside
della Scuola Media. Chiedono un edificio per la scuola. Per capirli, basta
visitare un attimo l'attuale sede della scuola, alloggiata in una angusta casa
popolare. Le aule, soprattutto del piano inferiore, strette e buie, con una
rigida (e purtroppo necessaria!) inferriata alle finestre, danno a tutti un
immediato sapore di tristezza. Lì non si coglie il sorriso della vita che
dovrebbe accompagnare la voglia di studiare. Eppure, all'ingresso del paese, le
fondazioni e i pilastri della scuola ci sono. Svettano verso il cielo, quasi
mani imploranti ascolto, ormai stanche per la ruggine e l 'abbandono. La recita
in dialetto ha dimostrato, lì come a San Luca qualche giorno prima, che nelle
scuole i ragazzi nascondono spesso talenti impensati. Sono un po' tutti attori
in questi paesi. A noi adulti, alla scuola soprattutto, la gioia di scoprire
che, “dentro il marmo, la statua già c 'è e che va solo liberata dal marmo che
la stringe”.
Ciao Luigi, ti mando le foto fatte a Ubaldo con il
libro, che ha gradito molto e a cui ho dato il tuo numero. Ti mando con altra mail (questioni di
capienza) anche quelle fatte al banner uscito sulla Gazzetta, nel caso non
l'avessi visto. Ho incontrato Silvana e Totò, a cui ho
detto del tuo libro e della citazione che lo riguarda. Mi hanno detto che
avrebbero piacere di vederti. Ho dato a Silvana il tuo numero. Lei avrebbe
l'intenzione di organizzare una rimpatriata con Francesco Calogero, che verrà a
Messina per girare il suo prossimo film. Sto leggendo pian piano il libro. Affascinante e sorprendente il racconto
di Saverio Mittiga (presumo tuo parente) su Platì e sull'amara storia dei due
briganti. Riguardo al tuo pezzo, non ho trovato
quelle incoerenze che paventavi. Certo, per il lettore, c'è qualche difficoltà
ad individuare, per es. a pag. 100, i ..."tre Sergio". Forse il "salto" potrebbe
essere a pag. 106, laddove passi repentinamente dal riferire dei cinema gestiti
da Gianni Parlagreco a "Totò mi disse...". Non si capisce chi sia
Totò (immagino Caratozzolo ma il lettore non lo coglie) e, comunque, il periodo
non si lega all'introduzione del capitolo, troppo lontana. Per il resto, mi
sembra che vada benissimo. A presto. Orazio