Powered By Blogger

mercoledì 27 ottobre 2021

Conflitto di classe [di Michael Apted -1991]


 

Al solito Dottor Filippo Zappia

Oh, l’abbietta creatura che è il Dott. Zappia Filippo! Come inverte le parti, alllor che parla di provocazioni, di cretinismo, di faccia tosta! Figuratevi! Lui, tutt’ una provocazione alla compassione ed allo scherno; lui, l’apoteosi del cretinismo; lui, che à la pelle più dura di quella dell’ippopotamo, lui ... parla di tali cose! E’ da ridere. Ma davvero costui ne capisce di clinica altrettanto, quant’io d’arabo!
Lui parla di correttezza e di scrupolosità, maggiore e rigorosa!
Lui l’ignobile prepotenza, e la volgare sopraffazione! E dire che le sue sono tutte cattive azioni! La sua spudoratezza non à limiti! Ha il coraggio di parlare di buona creanza! Ma dunque à dimenticato tutto, costui! La sua ignominiosa esistenza bestiale, la sua insulsagine, la sua ridicolagine, la sua strampalagine ..., mentecatto, tutto egli à obliato? Imbecille, ancor tutto bagnato dell’orina dei muli, che tradizionalmente coi suoi ha menati al pascolo, o su e giù da Bovalino pel traffico del commercio, villano insolente ed importuno, rettile schifoso, rampollo di ibrida genia, tracotante e sicofante insieme, non vede che per la sua infamia, ognuno ne rifugge, tante sono le azioni malvagie e prave di che s’incornicia il riverito suo nome?! Incosciente! C’è sale a rammentarmi che mi si è aperto sotto i piedi un baratro, quando è stato aperto dalle truffe e dall’espoliazione di certe genti che a lui son troppo note!
Se avessi rubato anch’io fin treppiedi e scarpe, se fosse io Carmine faccia lorda; e qualcuno avessi fatto miseramente perire; set oltre alla mia donna ne andasse in traccia di altre; se mi intricassi dei fatti altrui, e degli atti tutti di altri volessi far la spia; se di tutti dicessi male i tradendo la verità; se caluniassi i buoni; se diffidasse dei gentiluomini; oh allora si, non solo la casa, di correzione, ma anche il carcere meriterei. E così la società sarebbe liberata di chi introducendosi in una casa, giunge al punto di rovistare, sullo scrittoio degli altri per essere al corrente dei fatti che interessano le diverse famiglie, e propalarle, gioiendo del male; rattristandosi del bene che possa capitare ai proprii simili!
Cosi, non avverrebbe che io possa vantarmi d’avere pagati con 10 mila i baci di quella fanciulla che il Dott. sapendo di mentire per la gola, dice che io ho vilmente abbandonata! Cosi non accadrebbe che io posso gridare di avere tempo per sistemare di pagare a caro prezzo gli amplessi di una donna, fosse costei pure una tale più nota all’illustre dottore!
Così, infine, non potrei rinnovellare al mondo il fatto che anche sulle prostitute da me possedute, qualcuno non abbia per anco esatta la camorra!
E nemmeno si farebbe verificato che io avessi dato della roba non mia, a tutti quei che desiderosi di, spogliarmi, ànno abusato della mia buona fede per farsi pagare dei debiti imaginarii con proprietà della mia eredità, sia pure se all’asta fossero stati venduti dei cespiti, che poi furono ingranditi nell'estenzione a bene placido degli acquirenti, e per i quali l’ultima parola ancora non è stata detta!
Tutte le turpitudini di questa carogna puzzolente ancora del letame di che s’è infiorata la sua vita, fra striglie, cavezze, e basti; dimostrano anche una volta di più come il nostro animale altro che sifilide à nel sangue; egli ha la corruzione nell’anima, e nel cuore. Sicché il fango putrido e lurido che egli con accorgimento tenta di buttare sul viso degli onesti a tutta prova, riconosciuti da tutto il mondo per mali, rimbalza e ricade sul viso di lui!
A certi individui, però, è duro il constatarlo, non basta la vergogna di sostenere delle lotte con mezzi dei quali non si può contestare la provenienza! Non basta a certa canaglia, no, di esercitare la più largai bugia! Costoro, venuti su dai bassi fondi, e in essi vissuti e pasciuti, costoro, dico, vogliono che nella storia della canaglieria di tutto il mondo, resti, a caratteri cubitali, impressa la loro, piena di vituperii e di disonore!
  E così sia!!!
Filippo Oliva dei Conti Ricciardi
Il Circo di NERONE Anno I – N. 15  PLATI’-GERACE 11 DICEMBRE 1904

<><><><>

Poco si sa e poco è rimasto de IL Circo di NERONE, Giornale semi-umoristico con sede in Platì-Gerace. Dei 15 numeri che videro la luce nell’anno 1915 è rimasta solo questa copia appartenuta a Ernesto Gliozzi il vecchio.
 "Considerate la vostra semenza: - fatti non foste a viver come bruti - ma per seguir virtute e canoscenza", la citazione dal Canto 26° del Sommo Poeta posta a ridosso della testata è un monito quasi scagliato all’intera popolazione platiese di quel tempo. Direttore responsabile, proprietario ed amministratore il dottor Vincenzo Papalia, Il Conte Filippo Oliva-Ricciardi redattore capo e l’avvocato Alberto Mercurio redattore. Redazione ed amministrazione in Corso San Nicola numero civico 1. Un numero aveva il costo di 10 centesimi delle lire di allora. Il dottor Filippo Zappia in quel tempo era il bersaglio del triumvirato sopra citato: il medico Papalia nella sua Istorosofia(1) del 1896, il conte Oliva-Ricciardi e l’avvocato Mercurio(2) con vari procedimenti penali circa i raggiri per impossessarsi dei beni del casato Oliva di cui il dottor Zappia era accusato. Purtroppo non si hanno pubblicazioni di eventuali difese da quest’ultimo sostenute, a meno che non si ventili l’ipotesi che dietro Marco da Scazia (3)
non si celasse che lui.
 

 


Nessun commento:

Posta un commento