Subito dopo la morte della nonna Lisa, lo zio Ernesto si fece una bella pensata e alla fine decise che la casa doveva essere ammodernata, non più l'esattoria, non più quella suddivisione destra sinistra (della scala), non più quelle mattonelle in cemento, quella carta da parati ecc., ma soprattutto non più quella bellissima scalinata in cemento che non dimenticherò, perché mi affascinava salirla prima a quattro zampe, poi su due piedi e arrivare subito alla macchina da scrivere per battere sui tasti senza capirci niente, andare nella stanza dello zio Ciccillo dove c'erano la cartuccera e i fucili, oppure salendo a destra, la cucina e mangiare qualche leccornia della zia Amalia, o più su , nel terrazzino dove c'era un ripostiglio con cose vecchie e antiche accatastate... Marilisa, l'architetto di famiglia, arriverà più tardi, per cui fece tutto lui, progetto, disegni, la nuova scala, l'impianto elettrico e quant'altro occorreva. Mimmo Addabbo si occupò dell'elettricità e Peppe Rinaldo, come si può vedere, era il capo dei mastri.
Peppe Rinaldo. mio zio Pepè...Mastru Peppinu per tutti... grazie Gino
RispondiEliminagrande amico di zio Pepè
RispondiEliminanon c'era l'architetto, ma il direttore dei lavori sì...
RispondiEliminabah!!! meno male che ho cambiato idea!!! comunque è bellissimo, gino!