L’esperienza diretta e personale, l’esame di molte pubblicazioni e
documenti, le inchieste condotte in loco
in molti paesi della Calabria hanno contribuito a chiarirmi il quadro storico
delle cause che precipitano il Mezzogiorno nelle condizioni in cui si trova al
momento dell’Unificazione: la questione
meridionale che si delinea prima dell’Unità come problema politico, si pone
dopo l’Unità, come grave problema economico-sociale.
Nel 1860 si viene a formare lo Stato Italiano con l’unione di due
popoli che etnicamente appartengono allo steso gruppo, geograficamente allo
stesso territorio, ma socialmente, negli ultimi sette secoli che precedono
l’unificazione, hanno vissuto on aspetti storici diametralmente opposti.
…
Mentre al Centro-Nord si verificano condizioni storiche favorevoli ad
una progressiva evoluzione socio-economica, nel Sud l’assolutismo monarchico e
il feudalesimo instaurano un sistema distruttivo nei confronti delle
repubbliche marinare, favoriscono il formarsi di vastissimi latifondi, la gran
parte non coltivati, e gettano le masse popolare contadine nell’ignoranza e
nella miseria.
La civiltà della Magna Grecia, che fa del Sud per lunghi secoli la
parte più evoluta e ricca d’Italia, viene soffocata, distrutta e il Mezzogiorno
si trasforma inesorabilmente in zona depressa e sottosviluppata ponendosi in
condizioni di estrema inferiorità nei confronti del Centro-Nord.
Questo stato di cose, aggravandosi sempre più, si evidenzia, con
l’Unità, in quel complesso di ricerche analisi e provvedimenti che
caratterizzano la questione meridionale.
Man mano che le indagini allargano il campo d’azione, la questione meridionale,
la quale riveste dapprima carattere sociale ed economico, subisce una radicale
trasformazione quando lavori e
provvedimenti infruttuosi mettono alla luce il nocciolo del problema: il
sistema di governo che per secoli opprime il Mezzogiorno richiede alle masse
sottomissione passiva, figlia dell’ignoranza, e determina così quell’assenza di
istruzione ed educazione di base del popolo, per cui non si può formare l’uomo
meridionale e perciò il cittadino, cosciente e della propria personalità e del
ruolo che ogni singolo deve avere nella comunità sociale e politica.
Fin quando ciò non avviene compreso tutte le iniziative prese a
favorire l’avanzamento del Mezzogiorno e del paese risultano poco fruttuose.
Pasquale (Pasqualino) Perri, Scuola e Mezzogiorno,
Qualecultura editrice, Vibo Valentia 1971
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