FIUMARE
Pietre chiare,
arse,
accecanti.
Deserto lunare.
E le fiumare
cercano l'acqua.
Scende, torbida,
dalla montagna.
Autunno che bagna,
urta, travolge, ricopre,
cancella.
E le fiumare
cercano l'estate:
sole dei tropici
che asciuga, divora,
inaridisce.
Riemergono accecanti,
arse, chiare,
le pietre delle fiumare.
PAESE MIO
Tante case, chiese, un cimitero,
in una culla di alti monti.
Frane, aspri pendii,
rovinosi torrenti
sotto fragili ponti.
Colline, irridenti di verde;
uliveti fecondi.
Inesauribili fonti.
Così, come il mio paese,
è la mia gente.
Platì, 1959/60
I testi e la foto si trovano sulla rivista curata da Mimmo Marando
PLATI’ GENNAIO
1998
A leggere queste due poesie di Pasqualino Perri la mente mi riporta alle immagini in bianco e nero di Gianni Di Venanzo (1920 - 1966) quando curava la fotografia per i film di Antonioni, Zurlini, Fellini, Rosi (memorabile la sequenza a Portella della Ginestra in Salvatore Giuliano) come per il Provenzale citato in apertura.
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