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lunedì 1 aprile 2019

La corsa della lepre attraverso i campi [di René Clément,1972]

A volte un ragazzo si sente
Come uno che parte o che muore
E scopre che non conta niente
Che il mondo è più grande di un cuore
Nel cuore il ragazzo coltiva
La rosa più bella che c'è
Chico Buarque + Ennio Morricone, ROTATIVA, (tem como esperar algo menos que magnífico?).
Dedicato a Pasqualino Perri che costruì il futuro e ancora nessuno lo sa, tanto meno a Platì.



This picture belongs to Rosalba Perri,
 reproduction subject to citing the source (this blog and the owners).

“I Borboni erano venuti a sapere che sul monte Consolino si trovava in libertà la lepre della scienza ed erano convinti che chi mangiava questa lepre diventava sapiente. Arrivarono da Napoli dei signori e diedero la caccia alla lepre della scienza. La trovarono, la uccisero, l’arrostirono e la mangiarono. Tommaso, nascosto dietro un cespuglio, vide e, appena i signori se ne andarono, affamato com’era succhiò le ossa della lepre rimaste per terra. Quando tornò a scuola, tutti rimasero stupefatti perché conosceva bene ciò che il maestro aveva spiegato mentre era sul monte a fare pascolare le pecore. La scienza si trovava infatti non nella carne della lepre, come avevano creduto i signori mandati dal re ma proprio nelle ossa che il bambino aveva rosicchiato per fame”. 
Corrado Stajano, Africo, Einaudi, 1976 
A proposito di Tommaso Campanella

3 commenti:

  1. A quanto pare stavamo leggendo lo stesso brano questa mattina. Per quanto riguarda Chico Buarque ed Ennio Morricone, erano tra i preferiti di mio padre insieme a Gabriella Ferri.

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  2. Sometime a boy feels
    Like one leaving or dying
    And he understands he does not matter
    That the world is bigger than a heart
    In his heart the boy nurses
    The most beautiful of roses”

    To the memory of Pasqualino Perri who built the future, and nobody knows yet (at least in Platì)
    “The Bourbons had heard that, on mount Consolino, there was, at large, the hare of knowledge and they believed that by eating it, they would become knowledgeable. Some gentlemen arrived from Naples to hunt the hare of knowledge, they found it, killed it and ate it. Tommaso, hidden behind a bush, saw and as soon as the gentlemen left, being very hungry, chewed on the bones left on the ground. When he went back to school, everybody was stunned because he knew well what the teacher had taught while he was on he mountain with his sheep. Knowledge, in fact, was not in the hare’s meat but in its bones the child had chewed on.”
    Corrado Stajano, Africo, 1976
    Talking of Tommaso Campanella.

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