I lavori per la sistemazione della S. S.
112 ci lasciano
CONTENTI … MA NON TROPPO
La data del 1° luglio 1972 è certamente per Platì una data da
ricordare, una di quelle date che non solo simbolicamente, ma realmente ha
posto una pietra miliare sulla strada del nostro progresso; anzi, non una,
bensì quattordici pietre miliari, quante son quelle che segnano la distanza
kilometrica – sulla S. S. 112 Bagnara –Bovalino, dal centro abitato di Platì
fino ai piani di Zillastro.
Per la verità quelle pietre miliari, in questi giorni sono state non
poste, ma restituite al luogo che occupavano fino al 1943. Da allora, infatti,
per motivi bellici prima, tellurici (e molto più gravi) poi, di quelle si era
perduta la traccia, e la tratta di strada, in balia delle alluvioni e delle
piogge autunnali, era divenuta il mattatoio inesorabile degli audaci che osavano
avventurarsi a percorrerla per necessità o per svago.
1942-1972; 29 anni! Più di una generazione, perché i cenerentoli
platiesi della cenerentola provincia di Reggio Calabria potessero vedere
ripristinata quella strada che senza tanti intrighi burocratici e senza tanto
sperpero di miliardi era stata costruita nei lontani anni 1870. Potrebbe ben
parlarsi della “STRADA DEI TRENT’ANNI!
Ma, come quei che sono giunti fuori dal pelago alla riva, potremmo ben
essere contenti adesso, ed esultare di gioia, se al guaio di prima non fosse
succeduto un guaio peggiore. Vogliamo dire che, riparata la via dei monti,
vediamo ora disastrata la via del mare.
A partire infatti dal km. 65 fino a Natile Nuovo, essa è un piacevole
succedersi di dossi e di avvallamenti, prodotti da quegli stessi pesantissimi
automezzi che la percorrevano per portare il materiale a quella riparazione.
I danni alle macchine e alle persone è facile immaginarli: sospensioni,
coppe dell’olio, gomme, motori, tutto va alla malora in una col sistema
nervoso, impegnato a studiare il centimetro, a prevenire le buche e i dossi per
rallentare; scossoni da circo equestre, che ti lasciano col fiato mozzo, senza
parlare degli scontri che si verificano non di rado tra automezzi, appunto per
causa delle pessime condizioni della pista stradale. E se vogliamo, possiamo
vederci aggiunto al danno la beffa. Perché i dipendenti dell’ANAS, constatato
il danno, hanno picconato quei dossi, vi hanno apposto, tanto per lavarsi le
mani, l’eterno LAVORI IN CORSO che guai a chi lo tocca, e poi si sono messi
allegramente a guardare i poveri malcapitati.
Proprio l’altro ieri nel bel mezzo di Platì abbiamo visto i cantonieri
racimolare qua e là calcinacci e riempirne due enormi buche, dopo che a
qualcuno è capitato di sbattervi maledettamente e di rompere la coppa
dell’olio.
Si dice che manca il bitume per rattoppare quelle buche; vorremmo
chiederci: il bitume manca per tutte le altre strade d’Italia o solo per la
112? E se manca, perché si vedono spesso abbandonati lungo le strade per mesi e
mesi tanti fusti di bitume che poi, al momento dell’impiego sono bell’e
svuotati, e sembra vogliano far concorrenza alle carogne sventrate?
Cade in Scilla chi vuole evitare Cariddi! Con la semplice differenza
che, se la via di monti è per noi necessaria, quella del mare è vitale e non
possiamo in alcun modo rinunziare a percorrerla.
E si che le nostre tasse le paghiamo come tutti gli altri italiani. Per
quanto si sappia, non vi sono tra noi autisti che circolano senza il bollo
della patente o della macchina, o che pagano la benzina quattro soldi il litro,
si da meritarci tale inesorabile condanna.
Quanto durerà ancora tale incresciosa situazione? Non è facile
prevederlo, o meglio, forse molti anni ancora, forse fino al duemila!
Signori dell’ANAS, non vi basta quanto paghiamo per tenerci
un po’ di strada decente? Siamo disposti a fare una sottoscrizione volontaria,
per l’acquisto di pochi fusti di bitume occorrente alle riparazioni, purché vi
decidiate a ricordarvi, una buona, volta di noi.
ERNESTO GLIOZZI(il giovane)
NOTA
Magari chi frequentava le liturgie dello zio Ernesto si faceva di lui
l’idea di una personalità distante, di un uomo poco secolare; vi posso
assicurare che non era così e questo scritto lo dimostra: impegnato anche sul
terreno sociale, come poteva essere in quel momento, come lo è oggi, il grave
problema della viabilità negata, nevralgico per gli interessi legati allo
sviluppo economico della collettività platiota ed aspromontana. Ed oggi voglio
farvi notare il poco interesse che nutre l’Ente Parco dell’Aspromonte per
quell’arteria. Vi spingo a cercare tra i media time network quotidiani o tra i
social network, anche limitandovi alla locride, quanti illustrano questo tema.
Nella foto un incidente, sulla strada in questione, occorso allo zio Ernesto quando era alla guida della cara, carissima FIAT 124 BERLINA RC 64822.
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