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giovedì 9 febbraio 2017

Strada sbarrata - Cade in Scilla chi vuole evitare Cariddi


I lavori per la sistemazione della S. S. 112 ci lasciano
CONTENTI … MA NON TROPPO

La data del 1° luglio 1972 è certamente per Platì una data da ricordare, una di quelle date che non solo simbolicamente, ma realmente ha posto una pietra miliare sulla strada del nostro progresso; anzi, non una, bensì quattordici pietre miliari, quante son quelle che segnano la distanza kilometrica – sulla S. S. 112 Bagnara –Bovalino, dal centro abitato di Platì fino ai piani di Zillastro.
Per la verità quelle pietre miliari, in questi giorni sono state non poste, ma restituite al luogo che occupavano fino al 1943. Da allora, infatti, per motivi bellici prima, tellurici (e molto più gravi) poi, di quelle si era perduta la traccia, e la tratta di strada, in balia delle alluvioni e delle piogge autunnali, era divenuta il mattatoio inesorabile degli audaci che osavano avventurarsi a percorrerla per necessità o per svago.
1942-1972; 29 anni! Più di una generazione, perché i cenerentoli platiesi della cenerentola provincia di Reggio Calabria potessero vedere ripristinata quella strada che senza tanti intrighi burocratici e senza tanto sperpero di miliardi era stata costruita nei lontani anni 1870. Potrebbe ben parlarsi della “STRADA DEI TRENT’ANNI!
Ma, come quei che sono giunti fuori dal pelago alla riva, potremmo ben essere contenti adesso, ed esultare di gioia, se al guaio di prima non fosse succeduto un guaio peggiore. Vogliamo dire che, riparata la via dei monti, vediamo ora disastrata la via del mare.
A partire infatti dal km. 65 fino a Natile Nuovo, essa è un piacevole succedersi di dossi e di avvallamenti, prodotti da quegli stessi pesantissimi automezzi che la percorrevano per portare il materiale a quella riparazione.
I danni alle macchine e alle persone è facile immaginarli: sospensioni, coppe dell’olio, gomme, motori, tutto va alla malora in una col sistema nervoso, impegnato a studiare il centimetro, a prevenire le buche e i dossi per rallentare; scossoni da circo equestre, che ti lasciano col fiato mozzo, senza parlare degli scontri che si verificano non di rado tra automezzi, appunto per causa delle pessime condizioni della pista stradale. E se vogliamo, possiamo vederci aggiunto al danno la beffa. Perché i dipendenti dell’ANAS, constatato il danno, hanno picconato quei dossi, vi hanno apposto, tanto per lavarsi le mani, l’eterno LAVORI IN CORSO che guai a chi lo tocca, e poi si sono messi allegramente a guardare i poveri malcapitati.
Proprio l’altro ieri nel bel mezzo di Platì abbiamo visto i cantonieri racimolare qua e là calcinacci e riempirne due enormi buche, dopo che a qualcuno è capitato di sbattervi maledettamente e di rompere la coppa dell’olio.
Si dice che manca il bitume per rattoppare quelle buche; vorremmo chiederci: il bitume manca per tutte le altre strade d’Italia o solo per la 112? E se manca, perché si vedono spesso abbandonati lungo le strade per mesi e mesi tanti fusti di bitume che poi, al momento dell’impiego sono bell’e svuotati, e sembra vogliano far concorrenza alle carogne sventrate?
Cade in Scilla chi vuole evitare Cariddi! Con la semplice differenza che, se la via di monti è per noi necessaria, quella del mare è vitale e non possiamo in alcun modo rinunziare a percorrerla.
E si che le nostre tasse le paghiamo come tutti gli altri italiani. Per quanto si sappia, non vi sono tra noi autisti che circolano senza il bollo della patente o della macchina, o che pagano la benzina quattro soldi il litro, si da meritarci tale inesorabile condanna.
Quanto durerà ancora tale incresciosa situazione? Non è facile prevederlo, o meglio, forse molti anni ancora, forse fino al duemila!
Signori dell’ANAS, non vi basta quanto paghiamo per tenerci un po’ di strada decente? Siamo disposti a fare una sottoscrizione volontaria, per l’acquisto di pochi fusti di bitume occorrente alle riparazioni, purché vi decidiate a ricordarvi, una buona, volta di noi.
ERNESTO GLIOZZI(il giovane)

NOTA
Magari chi frequentava le liturgie dello zio Ernesto si faceva di lui l’idea di una personalità distante, di un uomo poco secolare; vi posso assicurare che non era così e questo scritto lo dimostra: impegnato anche sul terreno sociale, come poteva essere in quel momento, come lo è oggi, il grave problema della viabilità negata, nevralgico per gli interessi legati allo sviluppo economico della collettività platiota ed aspromontana. Ed oggi voglio farvi notare il poco interesse che nutre l’Ente Parco dell’Aspromonte per quell’arteria. Vi spingo a cercare tra i media time network quotidiani o tra i social network, anche limitandovi alla locride, quanti illustrano questo tema.
Nella foto un incidente, sulla strada in questione, occorso allo zio Ernesto quando era alla guida della cara, carissima FIAT 124 BERLINA  RC 64822.

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