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domenica 5 marzo 2017

L'anima e il volto (reg. Curtis Bernhardt - 1946)


Domenico Giampaolo
1876 - 1911


E all’anima nostra, puramente ellenica arrivano tutti questi ingenui incanti; all’anima nostra scende tutto il fascino di questa nostra terra sacra, il cui amore ci tiene ad essa strettamente legati a dispetto di ogni vicissitudine contraria di uomini e di natura.

. .. e se qualcosa di vero si volesse appurare, bisognerebbe aver tempo ed opportunità per consultare all’uopo i polverosi documenti dell’archivio napoletano.
Ma pur restando ignorati i veri particolari storici … niuna prova abbiamo che il regime feudale degli antichi signori … sia stato dissimile degli altri regimi di ferocia e di tirannide di quei tempi di tenebre e di barbarie.
Povero popolo! Cercava fra’ monti ripararsi dalle frequenti invasioni saracine, riparandosi all’ombra del castello feudale, e fra’ monti vedeva ergersi il baluardo della tirannide, quel baluardo da cui si aspettava protezione ed aiuto, e che lo assoggettava invece al suo ferreo comando; di guisa che, preso fra due fuochi, doveva, costretto dalle crudeli circostanze dei tempi, accettare sottomesso le catene del servaggio.
Così, dunque ci volgiamo in questa nostra classica terra  d’Italia, dai centri più luminosi e più celebri, alle plaghe più umili e dimenticate, scorgiamo i medesimi vestigi d’oppressione e di schiavitù, di padronanza e di servilismo, l’eterna storia di tutti i tempi; che se col passare dei secoli il diritto del più forte contro il più debole venne spogliandosi della sua rozza ferocia, continuò sempre in sostanza a mantenersi tale, vestendo apparenze più miti e gentili, e nell’interesse di continuare ad esistere e a dominare, trasformando la maschera della ferocia in maschera di sorridente ipocrisia.

Si, questa profonda, complessa, vigorosa anima calabra che, sapendosi esclusa dai mutui rapporti di civiltà e di azione agitanti febbrilmente i popoli, cerca crearsi un nuovo modo di vivere in una sfera di mistici bagliori e di sogni, sente di dovere e di poter tendere verso i più alti destini, e venendole conteso spiegare il volo superbo verso i sublimi orizzonti di luce, di civiltà e di vita, attende l’ora di resurrezione finora indarno invocata, si, l’attende col cuore gravato da un’ambascia suprema, da un dolore ineffabile, la chiede al suo genio mistico.

Domenico Giampaolo,Un viaggio al Santuario di Polsi in Aspromonte, prima edizione 1913, ristampa, Grafiche Marafioti, Polistena 1976

La foto è tratta dal libro di Fortunato Nocera, San Luca in Aspromonte del 2015

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