I. M. I.
Mia cara sorella
Forse o senza forse non ci riuscirò a
scrivere su questo foglio tutto quello che ti vorrei dire, perché le parole
adatte a formularti gli auguri per tale circostanza mi ci trovo di più a
ripeterle col cuore che con le labbra e il cuore tante cose sa più sentirle che
esprimerle.
Mia cara Cata, non ti potrò accompagnare
all’Altare, come faranno le altre nostre sorelle, ma non per questo mi dovrai
credere lontana ché anzi ti sarò più vicina che mai. La prima visita, e la più
bella, te la farò la mattina del prossimo giovedì, alle ore sei: sai come?
Coll’inviarti la S. Comunione: poi durante il giorno ti seguirò col pensiero e
con l’affetto. Nell’ora della cerimonia ti vedrò nel candore dei veli, simbolo
della tua anima pura, o mia buona sorella, e mi inginocchierò anch’io presso
l’Ospite dei tabernacoli per innalzare a Lui la mia preghiera implorante su te
e sul tuo sposo le più elette benedizioni. La sera di quel giorno invece sarà
meglio ch’io diverta ad altro il mio pensiero, per non dover pensare la casa
nostra senza te: questo pensiero mi da una stretta al cuore e non voglio
pensarci…
La domanda che ora voglio fare riguarda
più Ciccillo, il futuro cognato, che te, e con lui voglio parlare, in questa
seconda pagina, che come capo di famiglia dovrà decidere. Ecco quello che
voglio dirvi, caro cognato: se avete pensato di recarvi a Roma per ricevere,
insieme alle altre moltissime coppie di sposi la benedizione dell’Augusto
Pontefice. Se l’avevate già pensato tanto meglio, è questo che desidero, e se
no, oh, potessero le mie parole incoraggiarvi a venire! Sono occasioni che
bisogna afferrarle perché si presentano una volta sola nella vita.
Potrò avere questa consolante sorpresa?
Saluti a tutti i vostri, a voi e a te
sorella mia auguri di ogni bene.
Ti bacia col solito immutabile affetto
La tua sorella MGemma
Roma 1 – 2 - 947
Ancora una ricorrenza, questa volta i settanta anni del matrimonio di papà e mamma
Commovente
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