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lunedì 27 marzo 2017

Desiderio nella polvere (reg. William F. Claxton - 1960)


Errori e pregiudizi in Calabria

Fin dai tempi più remoti dell' antichità furono tramandati ad oggi, con una costanza che caratterizza il popolo calabrese, degli errori e pregiudizi, che meritano essere studiati nella loro essenza.
Errori e pregiudizi che purtroppo si perpetueranno ancora con grave danno morale, e spesso materiale, delle popolazioni delle nostre contrade, se un energico movimento di educazione delle masse, non verrà a dare quell'impronta che metterà la Calabria a livello degli altri paesi civili.
Diceva un antico proverbio che la civiltà viene dai monti; ma noi siamo del parere che essa essenzialmente viene dal mare. E difatti l'enorme emigrazione ed immigrazione dalle Americhe, ha portato in quest’ultimo ventennio, oltre al gran movimento di capitali in Calabria, una grande cura di civiltà.
Le nostre popolazioni rurali sono più evolute, più coscienti, ed all'ignoranza, all’analfabetismo, poco per poco si va sostituendo un'era novella. Questo benefico movimento di civiltà, seguito sempre con viva simpatia da coloro cui stanno a cuore gl'interessi di questa forte Calabria, ha bisogno di essere indirizzato da chi sta a capo dell'educazione delle popolazioni calabresi.
Il giorno in cui in ogni paese della nostra regione, grande o piccola che sia, o sperduta tra gole e monti, sorgeranno degli apostoli della moderna civiltà, che con azione costante e cosciente, educheranno a concetti moderni queste popolazioni facendole coscienti dei loro diritti e doveri, raschiando dai loro cervelli tutti i pregiudizi e gli errori tramandati da secoli, quel giorno sarà il principio della grande era moderna, che sarà scritto a caratteri d'oro nella storia del rivolgimento Calabrese.
Tralasciando per oggi di occuparmi una infinità di errori e pregiudizi, che possono fare parte di altri scritti, mi fermo sopra un grave fatto che costantemente si svolge ad uno dei Santuari più visitati della nostra Calabria.
Sperduto tra le gole dell'ultimo altipiano dell'Appennino calabrese, l'Aspromonte, che pure ha tanti ricordi nella storia del risorgimento italiano, sorge un Santuario, in onore della Madonna dei Polsi.
L'enorme pellegrinaggio che da ogni angolo della Calabria vi accorre, può reggere quasi in paragone col pellegrinaggio della Madonna di Lourdes in Francia. La festa si celebra ogni fine di Agosto, e la fede cieca, enorme che le popolazioni delle tre Calabrie ripongono nella Madonna di Polsi, fa accorrere una folla straordinaria di fedeli che portano ricchi doni, in compenso delle grazie ottenute.
Infiniti sono i voti che si fanno, ma tra essi c'e uno che fu tramandato a noi fin dal medio-evo, e che sa di barbarismo.
Ed ecco di che si tratta:
Molti pellegrini fanno il così detto voto della lingua a strascinune, che consiste nel flettersi a terra, e con la testa china sul suolo, camminando con l'aiuto delle mani e delle ginocchia, fanno sporgere la lingua più che si può dalla bocca, e la strofinano per terra, dalla porta del Santuario fino all'Altare della Madonna.
Per chi ha cuore, è una pena ed insieme una tortura indicibile assistere a questa scena.
Vedere delle ragazze, delle giovini donne arrivare fino alla sacra effigie in uno stato da far pietà, con la lingua piena di terriccio, scorticata, sanguinante, è una scena che lascia un triste ed indelebile ricordo.
La pratica di questo voto, per quanto possa parere importante all'occhio dei fedeli, pure dev'essere combattuta con tutti i mezzi, dalle persone che comprendono a quali gravi inconvenienti e pericoli si può andare incontro. Ne esporrò le cose più salienti.
Il pavimento delle nostre chiese è coperto da una gran quantità di terriccio che viene trasportato dai piedi dei fedeli, ed in questo terriccio vi pullula una miriade di germi della più svariata natura, e di quelli che attentano alla vita dell'uomo.
Da esperimenti d'illustri igienisti, sopra un grammo di polvere raccolta si trovò il seguente numero di germi:

a Parigi (Campo di Marte) . 4.000.000
a Berlino . . . . . . . . 3.000.000
a Torino . . . . . . . . 2.200.000

Basterà ricordare che il Miquel nella polvere delle case di Parigi ne ha trovati in ogni grammo 2.100.000, che il Manfredi nelle immondizie di Napoli da 716.000.000 a vari miliardi, che nella polvere stradale di Roma se ne trovarono 175.500 per farsi un concetto della gravità del pericolo a cui si va incontro.
Tra questa quantità enorme di batteri, la maggior parte di essi è innocua, ma ve ne sono alcuni che hanno un potere patogeno grave.
Si trova sempre tra essi il bacillo del tetano e dell'edema maligno che è ancora più grave del tetano stesso, e poi altri bacilli pericolosissimi come quelli della tubercolosi, della difterite, del tifo, della suppurazione (strafilococco, streptococeo, ecc), della eresipela, della polmonite ecc. '
Ora tutti questi germi vivono nel terreno, e possono benissimo trovarsi sul pavimento del Santuario; e nel mentre il fedele strofina la lingua a sangue, apre delle porte di entrata a questi germi, che possono dare una di queste gravi malattie infettive.
Con rapido sguardo a quanto ho detto, che è la cruda realtà, ogni persona può facilmente capire a quali gravi pericoli si espone chi ancora vuole seguire la pratica del voto della lingua a strascinone.
Date queste condizioni è dovere di tutti di propagare questi concetti moderni e di gridare contro questa pratica che e tanto dannosa. Si può benissimo essere di fede cieca, si può benissimo ringraziare la Madonna con altri mezzi per le grazie ottenute, ma non si deve persistere in mezzi nocivi per se e per gli altri, poiché se un fedele per disgrazia contrae qualche malattia infettiva, la può propagare in seno alla sua famiglia e agli abitanti del suo paese.
Mi auguro quindi che l'autorità ecclesiastica con un suo energico intervento, e propagando anche con opuscoli popolari i criteri moderni, possa presto proscrivere una pratica tanto dannosa. 
                                                                                                                                                   FURCI Dott. LUIGI
Testo e foto in
POPSIS, Anno III, fascicolo 1 - 2, 1912

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