Ritorno ancora per una volta su Antonio Loreto per farvi evidenziare le qualità artistiche delle foto che vedete. Se le guardo attentamente questi scatti agiscono come un macchina del tempo, e rivedo a ritroso i volti dei miei anni infantili, come quando li rivedo nei sogni. Molto probabilmente l’autore è quello
più presente a Platì in quegli anni: Cav. Rocco Brancatisano di Bovalino Mare.
Confrontando queste con altre ne viene fuori una considerevole sensibilità verso la macchina
fotografica e il contesto da riprendere. Gli scatti in bianco e nero risalgono al giorno
del trigesimo della morte di Antonio Loreto. Notate le angolazioni di ripresa
delle due foto a media altezza, e il punto che agisce come attrazione: nella prima, già
pubblicata, lo sterrato che porta alla sepoltura, nella seconda l’automobile
in primo piano che butta una luce chiara sul nero degli abiti dei parenti ritratti sulla scalinata d’ingresso del cimitero, lo stesso chiarore dello
sterrato della prima che contrasta col nero delle identiche persone ritratte
questa volta non in gruppo ma lateralmente. Il resto lo fanno i visi affranti
che guardando verso l’obiettivo sembrano porre l’accento sul punto di non
ritorno di Antonio Loreto Trimboli.
P. S. - Sono lieto farvi notare nella seconda foto - il quinto in alto, alla vostra sinistra - la presenza di
Pasqualino Perri, cugino di Antonio Loreto, nell’anno in cui fu presente in
paese in qualità di maestro e di cui ricorre in questi giorni il 19° anno che ci ha lasciati.
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