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martedì 17 settembre 2019

Una vita spezzata [Neil Coombs, 2008]

Oggi con la collaborazione di Francesco di Raimondo



L’agosto platiese edizione 2019 non ha offerto niente di particolare che possa essere messo nell’album dei ricordi: solo ronzio di mezzi a due ruote, gas di scarico, qualche ventola di condizionatore d’aria, amalgamati per bene dalla calura particolarmente fastidiosa. Una lodevole iniziativa a carattere familiare però conviene non farla tacere: il ricordare con una messa in suffragio il tragico evento che scosse il paese una mattina di sessanta anni orsono. Una disgrazia sulla montagna, le grida di allarme, la corsa verso il ponte, una vita spezzata, la morte di Trimboli Antonio di Rosario e Miceli Francesca, alias parlinu, a trentasei anni dalla nascita. Il dolore della vedova e dei figli riunì per quel giorno e i successivi il paese ed il tema musicale proposto di seguito mi pare renda bene quel luttuoso momento. Peppina Violi divenne la vedova per eccellenza e ai suoi figli il dolore per la perdita del genitore. Su quest’ultimi i giochi infantili prevalsero e davanti l’uscio di casa accorrevano Raimondo, Sarineiu, Tino, Gianni e Gino. Saro, Pasqualino e Toto non rimasero soli.
Forse se tutti i ceppi familiari platioti di tanto in tanto portassero fuori dal sarcofago un loro familiare venuto a mancare nei tempi che furono, attorno, perché no!, ad una messa in suffragio e a un bicchiere di vino, il passato di un’intera comunità non sarebbe (stato) vano.


Trimboli Antonio Loreto, mulattiere, nasce il 10 dicembre 1923, figlio di Rosario (u parlinu), 1866-1954, e di Francesca Miceli (1883-1953). Il 30 gennaio 1947 sposa Violi Giuseppa nata l’11 aprile 1925, figlia di Pasquale (u cociularu), 1887-1962 e di Ciampa Maria (1895-1984). Violi e Trimboli si sono uniti diverse volte in matrimonio: Maria, sorella di Antonio, aveva sposato Francesco Violi (sempre cocciulari). Un altro fratello di Antonio, Francesco, aveva sposato Anna Violi (stessa famiglia) e poi emigrati in Australia. Sempre in Australia, Marianna Trimboli, figlia di Giuseppe u parlinu, il più grande dei fratelli, ha sposato Pasquale Violi u cocciularu, fratello dei Violi sopra citati.
Come spesso accadeva, era il mestiere a unire le famiglie, proprio come le corporazioni medievali. Infatti Violi e Trimboli hanno condiviso le strade mulattiere a dorso di mulo per diverse generazioni.
Antonio Trimboli era una persona molto attiva a Platì. Conosciuto per la sua vivacità e gioiosità. Quando una ditta di Reggio Calabria prende l’appalto per la costruzione della strada in montagna che doveva congiungere Platì con la Piana, lui decide di proporsi come operaio insieme ad altri di Platì. A quanto pare un po’ a fatica poiché molti ritenevano non avesse bisogno di lavorare visto l’attività di mulattiere piuttosto prolifica. Ma attraverso delle referenze riesce a farsi assumere.
Antonio Trimboli muore il 27 luglio 1959. Durante il lavoro, un masso si stacca dal terreno e rotola giù a valle fino a schiacciare il giovane Antonio che lascia la moglie con 5 figli e un sesto in grembo.

P.S.  Il 30 gennaio del 1947 Antonio Loreto e Giuseppa Violi si sposano davanti all'arciprete Minniti. Il successivo matrimonio è quello di Mittiga Francesco di Rosario e Gliozzi Caterina, papà e mamma, davanti allo zio Ciccillo, il 16 febbraio 1947.



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