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giovedì 14 maggio 2020

Stay Hungry [di Bob Rafelson,1976]

Hey there mister can you tell me what happened to the seeds I've sown
Stay hard, stay hungry, stay alive
Bruce Springsteen
Dilemma di quest’oggi,
anzi di stamattina:
cosa dovrò mangiare,
se pollo o se gallina.

Pepé Gliozzi (1920 - 2004)




CALABRIA DEL XVIII SECOLO
Grande fame a Platì nel 1768
in conseguenza della carestia
di quattro anni prima

di ROCCO LIBERTI
Anche a Platì si soffri grandemente la fame in conseguenza della nota carestia, che - comparsa sulla scena sin dal 1764 - si protrasse per alcuni anni. Se per buona parte delle Terre della Piana di Terranova si segnala proprio in tale anno, per Platì i documenti la riferiscono al 1768. Interessante a proposito quanto  vaticali Domenico Trimboli, Girolamo Schimizzi, Vincenzo Pangalo e Carmine Vocisano, tutti di Santa Cristina, intesero testimoniare al notaio il 18 luglio dell’anno successivo.
Riferirono tali che, facendo per mestiere il trasporto con le loro mule di grani d 'ogni specie, fagioli ed altre vettovaglie nelle parti della Marina di Levante ed in particolar modo a Platì, si trovarono continuamente pressati dalla popolazione di quel paese a procurar loro del granone o grano indiano solito cibo, e pascolo di quella povera gente, e ciò per la penuria grande, che vi fu nell'anno caduto nel paraggio di d.a Marina di Levante, e con particolarità in d.a Terra di Platì, ove la gente miserabile vedevasi crepar di fame.
I vaticali avrebbero senz`altro provveduto alle richieste, ma i soldi non c`erano ed essi non erano proprio in grado di dare il prodotto a credito. Ecco allora sortire due persone principali, da bene, e caritatevoli, il mag. dr. d. Antonio Oliva e dr. fisico d. Domenico Oliva, i quali si fecero avanti a garantire sulle quantità di granone che sarebbe stata incettata in Palme, Seminara ed altre terre al prezzo che sarebbe stato possibile convenire.
Soddisfecero alle domande i lavoratori cristinesi ed in più volte e vari tempi riuscirono a far arrivare alla gente affamata ben 300 tumoli di granone, che consegnarono parte all`uno parte all'altro dei due gentiluomini, i quali provvidero a farne un`oculata distribuzione ai poveri naturali a credenza. Il costo del prodotto assommò a carlini 17 grana 2 e piccoli 6 al tumolo comprendendo anche le spese per viaggi, tasse doganali, misure ed altro. Sicuramente, come dissero, si trattò di prezzi alterati, ma le spese erano quelle che erano e la distanza tra Palmi e Platì era di ben 30 miglia. Comunque, nel medesimo tempo il prezzo dei grani bianchi era arrivato a carlini 25 il tumolo, ma tale cibaria era sicuramente un lusso per i poveri platiesi, per i quali il grano risultava cibo per altro solito loro. Parte di granone, peraltro era riservato alla semina.

In corsivo: Sezione archivio di stato di Palmi, Libro del protocollo di nr. Antonio Morabito, Santa Cristina, a. 1769, ff. 1v-12.
Testo e foto: Storicittà – Rivista d’altri tempi, Luglio-Agosto 2004

NOTA DI ROSALBA PERRI: A seguito di un colloquio intercorso via Face Book (Gino, come vedi fasebucco a qualcosa serve) con Rocco Liberti a cui chiedevo certe informazioni, lui è stato così cortese da inviarmi alcuni suoi scritti. Quello che ti allego per primo è estremamente interessante in quanto potrebbe contenere la spiegazione dell’origine del grande potere che gli Oliva ebbero su Platì: una sudditanza nata dalla carestia, dalla fame e dal soccorso che gli Oliva diedero ai poveri “a credenza”.

Sulla foto riprodotta qualcuno può nutrire dubbi, descritta come panorama di Platì anni '20, sembra più un acquarello che immagine fotografica.

UN GRAZIE SENTITO A ROCCO LIBERTI

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