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mercoledì 20 maggio 2020

Giorno per giorno [di Maria Speth, 2001] Somebody to Love

Shaped by years of memories
To exorcise their ghosts from inside of me
David Sylvian


Caro Luigi, grazie della tua mail.
Certo, mi fa passare veloci sequenze di tante vite, di altre vite...
Olga Moschella, la incontrai al piano sottoterra della Facoltà Magistero, Istituto di Storia dell'arte, ed ero bagnato e intirizzito, timido come un pulcino.
Ero arrivato a Messina, per la mia nomina a ricercatore supplente in Storia delle Tradizioni Popolari, con l'autostop - non avevo macchina, non ero ricco e, per fortuna, non lo sono mai diventato (odio i soldi) - e fui subito accolto con premura e affetto. Furono anni di dura fatica, di esperienze bellissime, di inviti a cena a casa di Olga, di ristoranti, di Billé, anguria e limonate nelle piazze, viaggi al Piloro, pesce a Ganzirri, innamoramenti e legami duraturi, veri.  
E poi, un'epoca dopo, la Rai 3, i documentari, i viaggi, la scoperta dello Ionio, Caulonia e Platì, Polsi e Brancaleone, Gianni Carteri e Micu Pelle, i viaggi con Enzo Misefari e con Saverio Strati, gli incontri fugaci con La Cava, e la gente, le loro voci, i loro suoni, San Rocco a Gioiosa e un giorno che a Platì, dopo una iniziale diffidenza, un signore cantò per me per oltre due ore...
Nostalgia, anche. Ma, quando mi capita, cerco di fare una piccola messa a punto delle cose fatte, di quelle non fatte, di quanto avrei potuto fare meglio...giravo sullo Ionio e quel mare entrava per sempre nella mia vita e, soprattutto, i paesi interni che, poi, negli anni, avrei percorso a piedi, solitario o con qualche amico intimo...e stabilivo rapporti con persone che sarebbero durati per sempre...
Puoi immaginare, allora, con quale piacere ho visto la tua Platì, nelle tue sequenze filmiche, con brevi ma essenziali parole, con un montaggio intelligente...e come con piacere avrei scritto una paginetta non fosse altro che per ricordare...
Quando Marilisa, tua cugina, una donna che stimo molto e a cui mi sento molto legato, mi parlò delle tue cose, ero nel pieno di un disastro emotivo e affettivo. Di dolore. Mamma se ne era andata ultracentenaria, ma questo rendeva più lacerante la perdita, l'abitudine e, dopo anni di nottate, cure, fughe, mi scoprivo vuoto e impotente. Poi, come nei peggiori film, si ammalò il mio amico di una vita, un fratello, una grande fotografo, Salvatore Piermarini, compagno in viaggi, ricerche, libri, amore per il cinema...e furono due mesi di calvario...e ancora adesso, pure turbato dal Coronavirus, preso da lezioni a distanza, faccende pratiche, non so elaborare dei lutti a cui poi, come nei peggiori film, appunto, se ne sono aggiunti altri importanti. Con questo quadro - che ti ho delineato non per "piangermi", ma per ricordare - forse non ho capito bene quale fosse la richiesta di Marilisa e ho pensato a un generico invito a guardare il blog, cosa che ho fatto, anche con emozione, perché mi fa sempre piacere vedere citate le mie cose da persone intelligenti, non per vanagloria di autore, ma per la sostanza che si può trovare nei libri e che può diventare elemento di scambio.
Adesso leggerò, intanto vedo che il tuo lavoro ha preso un buon cammino, aspetterò l'uscita e, certo, ci saranno altre occasioni per incontrarci, farci qualcosa...tra l'altro è da anni che rinvio un ritorno, con inviti vari, a Platì, Palizzi, Bovalino Superiore, Bianco...area "grecanica", S. Lorenzo, Roghudi ecc. 
Ti auguro belle cose e buona fortuna. Grazie per la stima e l'attenzione che ricambio. Saluta e abbraccia Marilisa, Dericati Calabrisi, comuni amici di Aspromonte. 
Vito Teti

Nella foto di Salvatore Piermarini (1949 - 2019) il prof. Teti, sulle onde dello Scilla e Cariddi, sfoggia dei mustazzi (dal fr. moustaches) che avrebbero fatto l'invidia di Groucho Marx.
La foto si trova qui: https://www.flickr.com/photos/salvatorepiermarini/20141152372
Il prof. Teti in precedenza è apparso qui:



Da ultimo, al prof. Teti non posso fare altro che dedicare il finale piano sequenza di Nostalghia, film del 1983 di Andrej Tarkovskij.
e i QUEEN con Somebody to Love

1 commento:

  1. Un poco di "pazzia" a volte è l'ingrediente indispensabile per aprire una nuova visione su possibilità e prospettive impensabili normalmente. È come il sale in cucina, che se giustamente dosato esalta e magnifica i sapori. Anche le distanze sono concetti opinabili e a volte servono per fa decantare le cose, il lievito che ha bisogno del tempo per poter finalmente evolvere e trasformarsi nella fase finale del suo scopo. Chissà cosa ci attende alla prossima svolta? Alla fine delle curve c'è sempre un " drittufilu" che ci attende...

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