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mercoledì 13 maggio 2020

Il pollo si mangia con le mani [di Michael Schultz, 1981]


Peppe
ad Ernesto
17. 5 . 966

Dilemma di quest’oggi,
anzi di stamattina:
cosa dovrò mangiare,
se pollo o se gallina.

Questa la teoria;
che in pratica si sa
mancano i gallinacei
in questa zona qua.

Solo “nta marateja”*
c’è un po’ di movimento:
li vidi svolazzare
galline quasi cento.



Ad ordinare polli
il medico fa presto
ma io che dovrei fare
per chiederlo ad Ernesto?

Farò domanda scritta,
oppure la faccio orale,
la chiederei con versi
o con memoriale?

Eco un altro dilemma
risolto tuttavia
con questa mia richiesta
a mezzo poesia (?!!!)

*Marateja, Maratea (PZ)

Lo zio Pepè aveva un ottimo rapporto con i gallinacei e i pollacei: Silvana Trimboli proprio ora mi ha riferito che sua madre ricordava di un pollo (o gallina) tolto dalla strada dove solitario vagava e da lei cucinato e servito in una tavolata dove erano presenti suo marito 'Ntoni u parlinu, il professore De Marco, Ninì Gelonesi e ovvio lo zio Pepè. Occupavano la bottega del vino di 'Ntoni  per cui il vino fu reclamato in abbondanza.
In apertura: Ciccillo, Pina, Ernesto e due Lambrette. In realtà, nella foto, lo zio Ciccillo faceva finta di portarla. 




2 commenti:

  1. come in un film di Kurosawa o in un racconto di Pirandello, la vicenda ha diverse versioni. Una è che la gallina in questione fu investita sul "drittufilu" dall'auto a bordo della quale c'era don Ciccillo il quale ne prese le spoglie e se le fece cucinare dalla madre di Silvana. Il padrone della gallina lo incontrò dopo qualche giorno e gli disse:
    "Monsignuri! Mi mmazzastivu a gajina e va pijjiastivu!"
    "Eh ormai fu cucinata e s'indi jiu!"
    "Era Venerdì Santu, Monsignuri! Carni mangistivu?"
    "Ah, ma eu a ndavia vettijata a pisci!"

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  2. E in altra versione ancora, qualcuno dice che protagonista della vicenda precedente sia stato Monsignor Minniti.

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