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mercoledì 18 marzo 2020

Un'anguilla da 300 milioni [di Salvatore Samperi, 1971]




L’interessante pesca delle anguille

Platì 2 giugno
Quando il sole violento dell’estate fa accartocciare le foglie degli alberi, e l'asfalto delle strade diventa così molle sotto il solleone che il passante vi lascia impresse le sue forme, allora è il momento propizio per dare la caccia alle anguille che sguazzano pigramente nella poca, acqua dei fumi e dei torrenti. Si dimentica completamente, in queste occasioni, il caldo, si lascia a casa l'indolenza, e si parte in comitive più o meno numerose, nel bel mezzo della giornata, verso i fiumi o verso la gora di qualche mulino, (a seconda della «locateia » che si è scelta), armati di tutto punto;
Le armi usate per questa singolare caccia (più propriamente dovrebbe chiamarsi pesca), sono semplicissime e di buon augurio: esse non sono altro che le comuni forchette; Il loro uso, qui è però crudelissimo: con esse, infatti, si trafiggono, vive, le povere bestione, per trarle fuori dall'acqua.
Come tutte le pesche grandi, quella dell'anguilla è uno sport crudele; ma non possiamo fare a meno di riconoscere che le anguille fritte hanno un. sapore squisito. Inoltre, gli spettatori che s’impietosiscono alla sorte delle anguille hanno spesso la soddisfazione di vedere i cacciatori morsicati da qualche anguillone ... fuori serie!!
Alla pesca delle anguille non si va mai da soli; per avere successo bisogna essere ben organizzati, ed essere non meno di quattro o cinque persone.
Si parte, dunque, e si va difilati alla «locateia» (che si è scelta dal giorno prima) a fare la «stag1iata»; arrivati sul posto, i cacciatori si dislocano lungo un corso di acqua (naturale o artificiale) di alcune decine di metri. All’estremità superiore del corso uno qualsiasi della comitiva incomincia ad intorbidire l'acqua con della calce spenta che ci si è portati appresso in grande quantità (la calce è l'unico capitale investito nella caccia); l'acqua cosi i intorbidita scende lungo il canale penetrando in tutti i buchi e gli interstizi di esso;   
Le anguille accecate escono dalle loro tane e corrono disordinatamente all'aperto cercando disperatamente uno scampo dalle feroci forchette dei cacciatori che trinciano velocemente l'acqua in tutte le direzioni.
Qui è la fase movimentata della caccia: ognuno scruta attentamente la propria zona aspettando di veder guizzare sveltissimo il corpo della anguilla; quindi si getta a capofitto dietro quest’ultima, incurante anche di scivolare nell’acqua bianca di calce, e sferra forchettate a destra e a manca.
A volte qualche incauto cacciatore infilza la propria mano al posto dell’anguilla; ma se ne accorge lui solo: gli altri sono troppo occupati per badare a questi piccoli incidenti; magari scambiano per urla di entusiasmo le urla di dolore del malcapitato.
Spesso succede che tre o quattro cacciatori si trovino impegnati tutti dietro una sola anguilla; anzi questo e il caso più frequente, perché le anguille corrono da una parte all'altra con una velocità incredibile.
Acchiapparle con le mani è praticamente impossibile perché scivolano; Non solo, ma prima di scivolare mordono maledettamente, ecco perché aumentando il numero di cacciatori... forchettofori, aumentano le probabilità di una buona caccia; Se appena l'anguilla riesce a guizzare nell'acqua limpida, non la prende più nessuno.
La caccia all'anguilla non sempre da buoni frutti: a volte infatti, o non si indovina la zona, o, questa è stata già sfruttata, ed allora i poveri cacciatori dopo avere sprecato tutta la riserva di calce, tornano a casa con qualche misero «caiale» nelle borse; («caiali» sono dette le anguille piccolissime).
Ma non è detto che vada sempre così: a volte si pescano decine di chilogrammi di anguille; capitò l’anno scorso ad alcuni giovani di Platì di catturare un’anguilla di ben tre chili e duecento grammi di peso, nel fiume Ciancio! 
Un particolare curioso che bisogna ricordare, della caccia all'anguilla, è che le forchette servono una sola volta; dopo la caccia si possono buttar via tanto sono contorte e rovinate.
Col bottino spesso si preferisce organizzare dei banchetti completamente a base di anguille; vengono servite anguille in tutte le salse se soli commensali sono, tradizionalmente, i partecipanti alla caccia. Sovente si preferisce spartire il bottino sul luogo stesso della caccia; si ripartiscono le anguille secondo il merito che ognuno ha avuto nel catturarle e secondo la quantità di calce che ognuno ha portato; quindi ognuno se ne ritorna a casa.
Nell'acqua che va schiarendosi a poco a poco qualche piccolo «caiale» infilzato e successivamente rifiutato dai cacciatori tenta disperatamente un ultimo guizzo …
m. f.
MICHELE FERA
GZZETTA DEL SUD, 3 giugno 1955


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