CROCIERA GRIFAGNA
A S. E. ITALO BALBO
E A TUTTI GLI ARRDITI
DELLA
TRANSVOLATA ATLANTICA
GENNAIO DELL’ANNO IX
UBI ROMA IBI
VICTORIA
I
S`affisano insonni a Bolama
le Genti con ansie pupille:
nel buio notturno scintille
sul1'onde balenano inquiete.
Con tre immensità si misura.
l'Eroe che non sa la paura.
A posto! Nell'alta quiete
si destan rombando i motori
che pulsano al ritmo dei cuori.
II
La nera Squadriglia decolla
all'ardua conquista dei cieli:
le macchine sono tre teli
scoccati da un arco al Destino.
L’impulso gagliardo dei cuori
s'ímprima al vibrar dei motori!
In alto, plotone latino,
avanti compatto alla meta
sull'orma del giovane Atleta!
III
Così, come la sullo stagno,
nel tirocinio severo,
e via nell’opaco mistero
fragorose stelle filanti!
Su, su, stormo verde di cuori
che il palpito date ai motori!
Che importano i nembi ululanti
nel sen della negra tempesta?
C’`e un Prode al timone di testa.
IV
Stupita la torrida Sfinge,
dall'arso deserto il suo volto
solleva assonnato, dal folto
Stormir dei suoi boschi e vi ammira.
Via, candido stormo di cuori
ansimanti più dei motori!
Di già la carlinga respira
le brezze del vasto oceano
Avanti, all'approdo lontano!
V
Ancora un gran frullo rombante …
La quarta Squadriglia s'innalza
e audace la marcia rincalza
su gli abissi furibondi.
Sei tu, rosso stormo di cuori
che dài l’alimento ai motori,
e che nelle brume sprofondi,
con l'agile intrepida prora
incontro alla fulgida Aurora!
VI
Nel vergin silenzio garrisce
possente la viva Bandiera
di quattro colori, guerriera
che irride il periglio e la Sorte.
Più oltre, più oltre coi cuori
che spingono avanti i motori!
Chi manca al corteggio del Forte?
Chi trasse nel pallido artiglio
di morte lo scoppio vermiglio?
VII
Vittoria, non e senza pianto
di madri il tuo bacio concesso
Risplende la via del Progresso
d'italico sangue e rosseggia.
Si fuser le fibre dei cuori
col ferro dei franti motori,
nel rogo ch'eterno fiammeggia
sul livido gorgo africano
che vide il prodigio romano;
VIII
Di Balbo la maschia consegna
fu assolta con anima lieta:
«Piloti e velivoli a meta,
piloti e velivoli o a fondo! ›
E giunsero a proda i motori
bruciati dal fuoco dei cuori,
sul limite opposto del mondo
portando abbagliante la luce
che irraggia il pensiero del Duce!
Documento conservato presso la Biblioteca Comunale "Pietro De Nava" di Reggio Calabria.
Rosario Pasquale Domenico Fera,
avvocato, era nato a Platì il 23 maggio 1887 da Michele e Pistoni Grazia. Il 22
ottobre 1921 sposò Giuseppina Zappia di Filippo ed Elisabetta Zappia che aveva
21 anni. Da loro nacquero Grazia, Elisabetta Immacolata Concetta, Michele,
Leone e Rosario. Oltre ad esercitare la professione di avvocato ricoprì vari incarichi
nell’amministrazione comunale tra cui Commissario Prefettizio nel 1924 assieme
all’avvocato Gian Domenico Foti e Sindaco nel 1944. Compose testi poetici e
prose spesso pubblicati a proprie spese. Morì il 21 agosto 1945.
In alto un frammento di Le ali un film tutto in verticale di Larisa Sepitko una delle cineaste più audaci e famose dell'era sovietica. Più che voluto questo accostamento sovietico con la lirica d'occasione dell'avv. Fera, due ideologie in confronto/scontro. In basso il promemoria del nonno Luigi sulla scomparsa dell'avvocato stesso.
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