«Cara Francesca, amata collega, per noi sei sempre stata di grande
esempio: per la tua preparazione professionale, per il tuo comportamento
signorile e per la tua distinta saggezza. Ti prodigavi in favore del prossimo
sofferente perché tu l'amavi. Ti bastava solo di renderti utile, senza mai
badare alle tue
sofferenze fisiche...»
(Sig.na Zemira, a nome delle Ostetriche della Zona di Locri)
«... Siete stata per tutto il popolo di Platì la maestra di
vita, l'amica, la sorella, la mamma. E oggi, sono proprio le mamme di Platì a
sentire maggiormente il vuoto che avete lasciato. Ma resterà sempre vivo il
ricordo della vostra abnegazione, del profondo attaccamento al lavoro che ha
minato la vostra salute e vi ha improvvisamente stroncata»
(Prof, Pasqualino Violi)
«Amici, l'incontro che noi facciamo in questi luoghi sono incontri
di pianto di dolore e di amarezze ... Oggi questo calice di amarezza lo sente
l'intero paese perché ha perso colei che con il suo sorriso sapeva portare la
sua parola di conforto a qualsiasi creatura umana colpita da sciagura o anche
umiliata dall'ingiustizia umana. Sembrava che il Redentore che ha creato l'universo
avesse mandato Lei come angelo consolatore del nostro paese.
Cara Donna Ciccina camminavate nel paese di Platì meravigliosamente
bella e amata da tutti. I vostri comportamenti e la vostra educazione facevano
crescere l'amore e il rispetto nell'intera comunità. E proprio per questo, cara
Donna Ciccina, se potevate risorgere per un momento e dare uno sguardo
intorno, allora sì che vedevate la grande realtà di un
popolo compatto che con le proprie lacrime bagna questo feretro dove giace il
corpo della nostra grande dottoressa...»
(Sig. Rocco Zappia)
Donna Ciccina Portolesi, meglio nota come "a mammina", era la moglie di don Bertinu, mamma di Nino e Tota già ricordati in queste pagine.
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