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domenica 19 aprile 2020

Mammina cara [di Frank Perry, 1981]


«Cara Francesca, amata collega, per noi sei sempre stata di grande esempio: per la tua preparazione professionale, per il tuo comportamento signorile e per la tua distinta saggezza. Ti prodigavi in favore del prossimo sofferente perché tu l'amavi. Ti bastava solo di renderti utile, senza mai badare alle tue
sofferenze fisiche...»
(Sig.na Zemira, a nome delle Ostetriche della Zona di Locri)

«... Siete stata per tutto il popolo di Platì la maestra di vita, l'amica, la sorella, la mamma. E oggi, sono proprio le mamme di Platì a sentire maggiormente il vuoto che avete lasciato. Ma resterà sempre vivo il ricordo della vostra abnegazione, del profondo attaccamento al lavoro che ha minato la vostra salute e vi ha improvvisamente stroncata»
(Prof, Pasqualino Violi)

«Amici, l'incontro che noi facciamo in questi luoghi sono incontri di pianto di dolore e di amarezze ... Oggi questo calice di amarezza lo sente l'intero paese perché ha perso colei che con il suo sorriso sapeva portare la sua parola di conforto a qualsiasi creatura umana colpita da sciagura o anche umiliata dall'ingiustizia umana. Sembrava che il Redentore che ha creato l'universo avesse mandato Lei come angelo consolatore del nostro paese.
Cara Donna Ciccina camminavate nel paese di Platì meravigliosamente bella e amata da tutti. I vostri comportamenti e la vostra educazione facevano crescere l'amore e il rispetto nell'intera comunità. E proprio per questo, cara Donna Ciccina, se potevate risorgere per un momento e dare uno sguardo
intorno, allora sì che vedevate la grande realtà di un popolo compatto che con le proprie lacrime bagna questo feretro dove giace il corpo della nostra grande dottoressa...»
(Sig. Rocco Zappia)

(dai discorsi tenuti durante le esequie)

Donna Ciccina Portolesi, meglio nota come "a mammina", era la moglie di don Bertinu, mamma di Nino e Tota già ricordati in queste pagine.




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