Testo e voce: Silvana "parlina" Trimboli, platiese residente in Caraffa del Bianco. Edward Hopper's paintings from Shirley: Visions of Reality (2013) by Gustav Deutsch Songs: El Zocalo - La Llorona by Beirut
Trascrizione: Rosalba Perri
Nota di Rosalba Perri:
Ho ricevuto questa poesia in forma audio da mia zia Suor Carmen che l'aveva
a sua volta ricevuta con la dicitura "una mamma di Platì".
Una dizione perfetta, una intonazione accorata che diventa quasi una
giaculatoria specialmente alla fine quando si invoca l'intervento divino.
Una voce calda e materna che mi ha ricordato mia nonna Rosina.
Ho girato l'audio per scoprire di chi fosse quella voce e l'informazione mi
è arrivata da mia cugina Pina Miceli di Bovalino. Si tratta di Silvana Trimboli
che, sebbene risieda a Caraffa, è la figlia di Antonio Trimboli di Platì
tragicamente scomparso nel 1959, già ricordato un alcune pagine del blog:
Voglio ricordare che il
soprannome di questa famiglia Trimboli, che nelle varie prionunce è stato
storpiato in "parlinu" e addirittura "pallinu" (compatibili
con le pronunce piuttosto aperte della a e la trasformazione della r in l) è in
effetti "perlinu" come l’ho sempre sentito pronunciare nella mia
famiglia e come è confermato da documenti dell'800.
Platì, 26
luglio (M.F.) - Una società di ricerche minerarie, ha chiesto
la concessione di sfruttare per ricerche uranifere una vasta zona
dell'Aspromonte, nella quale è pure compresa una parte di territorio del nostro
centro. Ecco nella fotografia, una zona dove probabilmente si
trovano, forti quantità del prezioso uranio. MICHELE FERA GAZZETTA DEL
SUD, 27 luglio 1957
Come una continuazione a Benvenuti in paradiso
by ROSALBA PERRI
Avevo
inviato una mail a Mick (Dominic) Pangallo anticipandogli che ci sarebbe stato
un post sui campi di internamento e su Giuseppe Portolesi. Mick è figlio di
Francesco Pangallo, classe 1921 e Peppina Romeo “a greca”, classe 1929.
Questa è stata la sua interessante
risposta.
Grazie
Rosalba, manda il link perché c’è mio Compare Pino (figlio di Giuseppina) che è
interessato.
C’è
un’altra dimensione di questi campi che è interessante: durante la guerra gli
australiani hanno chiuso tutti gli imprenditori italiani in Sydney e
Melbourne. Mi ricordo in particolare la storia che mi ha raccontato un
compare nostro di Sydney su un certo Giovanni Calabro. Nella sua famiglia erano
tutti calzolai e loro avevano un grande negozio nel centro di Sydney in George
Street. In quel tempo con la moda e la scarsità di scarpe, ti puoi
immaginare quanto guadagnavano, ma durante la Guerra il governo australiano ha
chiuso il suo negozio così come altri gestiti da italiani e detenuto tutti gli uomini
della famiglia e sequestrato sia macchinari che proprietà. Donne e
bambini furono lasciati soli.
Allora,
quando loro sono usciti del campo dopo un po’ di anni, hanno fondato un
business di autobus nei sobborghi, nella periferia in western Sydney.
Erano tre fratelli Giovanni, Beppe e Francesco. Giovanni e
Beppe hanno sposato donne di Platì (detti ‘I tinturi”) e gestivano il business.
Il fratello Francesco era deputato liberale nel Parlamento di New South Wales
per molti anni. Questo business di autobus ha fatto un grande successo e
la famiglia Calabrò si è ripresa alla grande dopo il colpo preso durante la
Guerra. Hanno venduto e diviso il business circa 15 anni fa. Loro sono
tutti defunti.
Ma una cosa
interessante: Giovanni mi ha detto che lui non ha mai perdonato quello che la
famiglia ha vissuto durante la Guerra. Negli anni 80, quando ero in Italia, ho
incontrato a Roma un nipote di Giovanni e Beppe di Plati che era amico e stava
insieme a mio cugino Pino Oliva e Dante Demaio, si chiamava Rosario ma non sono
sicuro del cognome, forse era Marando, però ricordo che era il figlio “du
scipione”.
Questa
storia della famiglia Calabrò (con il legame con Plati) nel contesto di campi di
internamento è interessante se fai più ricerca.
Prima di
concludere, il cuore di tutti qui è spaccato per quello che sta succedere in
Italia, non sono capace di esprimere il dispiacere. Ho
letto un articolo nello New York Times ieri per la morte e sepoltura di vittime
COVID in Bergamo che era troppo commovente. Tristezza a non finire. Qui siamo all’inizio
e c’è paura per gli anziani in particolare quelli che già non stanno bene. Speriamo che le misure di
contenimento funzionano bene e in Italia si rallenta tutto.
Qui
un mondo triste di confusione con questa COVID. Pensa che domani c’è il
funerale di Maria Vidmar (in Violi detto ‘cocciulara”) e forse non posso andare
perché è vietato avere più di cento persone presenti. La gente è
impazzita con comprare alimentari e tutti iI supermercati sono vuoti
!!..............Neanche se c’era una Guerra era così.
Uno
non ci crede, ma ricordo Ie parole di mio padre che aveva previsto che un
giorno arriva una crisi di fame in Australia perché non c’è più virtù e grinta
in questo mondo. Spero che non succede ma negli ultimi giorni sembra che
diventa cosi !!!!!
Stai bene.
A presto
Mick
E potevo io esimermi dal fare una ricerca?
Antonio Calabrò, classe 1896, un
mastro calzolaio di Sant’Alessio d’Aspromonte, emigra in Australia dove arriva
da Messina con la nave Caprera il primo luglio del 1927. Ha lasciato a casa la
moglie Maria Romeo, classe 1894, e tre figli, l’ultimo di appena 2 anni:
Giovanni (1922), Battesimo (1923) e Francesco (1925). Sette anni dopo, nel
1934, la famiglia lo raggiunge: arrivano da Napoli con la nave Viminale.
Nel 1938 arrivò in Australia da
Platì Giuseppe Sergi, classe 1904, anche lui calzolaio. Giuseppe era stato
mandato dai genitori a bottega a Reggio insieme a mio nonno Giuseppantonio
Perri (anche lui del 1904) per imparare il mestiere di calzolaio. Partendo aveva
lasciato a casa la moglie, Elisabetta Mittiga (1906) con cui si era sposato il
15 maggio del 1926, 4 figlie femmine e 1 figlio maschio.
Antonio e Giuseppe si
conoscevano, secondo Mick Pangallo, anche prima di emigrare. Certamente
l’amicizia si deve essere consolidata perché quando la famiglia di Giuseppe lo
raggiunge nel 1949, le due figli maggiori di Giuseppe si fidanzano con i due
figli maggiori di Antonio: Francesca detta Ciccina, classe 1928, e Beppe con Giovanni,
Rosa detta Rosina, classe 1930, con Battesimo, detto Beppe.
Elisabetta, poco dopo l’arrivo in
Australia, scrive una lettera alla sua omonima e parente Elisabetta Mittiga in
Gliozzi (madre di don Ciccillo e don Ernesto) a cui aggiunge un foglio la
figlia Francesca indirizzandolo a Iolanda Gliozzi. Nelle loro parole si può
comprendere lo smarrimento del trovarsi in terra straniera dopo un lungo
viaggio, lontano dagli affetti e dalle amicizie. Le lettere sono state
pubblicate in precedenza nel blog: https://iloveplati.blogspot.com/2019/02/bella-australia-di-vivian-naefe-2012.html
Nei National Archives of
Australia che mi hanno fornito tante informazioni, incluse le date di arrivo
degli uomini e delle loro famiglie, non ho potuto trovare le schede di
internamento dei Calabrò né di Giuseppe Sergi.
Altre informazioni che confermano
quanto detto da Mick, le ho trovate sul sito del Parlamento del Nuovo Galles
del Sud (NSW) dove il più giovane dei Calabrò sedette come parlamentare per quasi
18 anni, il primo parlamentare in Australia ad essere nato in Italia.
I fratelli Calabrò, malgrado
avessero perso tutto durante il periodo di internamento, iniziarono un’attività
di trasporti pubblici nei sobborghi di Sydney nel ’48 che, come si diceva
prima, prosperò molto. Sono tutti deceduti, l’unica ancora in vita è Rosina
Sergi, moglie di Beppe (Battesimo) che risiede in una RSA a Sydney.
La frase che i figli hanno
dedicato alla madre, deceduta nel 1971, sulla sua lapide è una commovente
descrizione del viaggio dei figli di migranti: “Tu ci hai dato la linfa della
vita, poi ci trascinasti aggrappati alle tue vesti a popolare il nuovo mondo e
imparare le gioie e le illusioni della vita. Giovanni, Battesimo e Francesco”.
I had sent a mail to Mick
(Dominic) Pangallo anticipating the posts on internment camps and Giuseppe
Portolesi. Mick is the son of
Francesco Pangallo, b. 1920, and Peppina Romeo, aka “a greca”, b. 1926, both
from Platì.
This was his reply.
Thanks Rosalba, can you send the
link since my “compare” Pino (Giuseppina’s son) is interested.
There is another interesting
dimension regarding the camps: during the War, Australian Govt closed all
business of Italians in Sydney and Melbourne. I especially recall a story I
heard from a “compare” of ours from Sydney about a Giovanni Calabrò guy. Men in
his family were bootmakers and they had a big shop in George St in Sydney. In
those days, due to both fashion and shortage of shoes, their business was very
successful, but during the war the Australian Government closed the shop, like
others owned by Italians, confiscated properties and equipment and captured all
men leaving women and children alone.
When, after a few years, the
Calabròs were released from the camps, they started a new bus company in the
suburbs of western Sydney. They were three brothers: Giovanni, Beppe and
Francesco. Giovanni and Beppe married two ladies form Platì (“tinturi” was the
family nickname) and managed the business. Francesco was elected to the NSW
Parliament for many years. The Bus Company was very successful and the Calabrò
family came along doing great from the draw back endured during the War. They
were very rich but divided and sold the business 15 years ago. The three
brothers have all passed away.
An interesting insight: Giovanni
once told me that he had never forgiven for what the family went through during
the War. In the ‘80s, when I was in Italy, I met in Rome a relative of their
wives who was a friend of my cousin Pino Oliva and of Dante Demaio, his name
was Rosario, but I am not sure of the surname, maybe Marando, but I recall the
father’s nickname “u scipione”.
This story of the Calabrò family
with their connection with Platì would be interesting to investigate if you
want to make some research.
Before I wrap up, our heart is
broken for what is happening in Italy. I am not able to say all our pain.
Yesterday I read an article on New York Times for the death and burial of COVID
victims in Bergamo: it was so moving! An infinite sadness. Here we are just at
the beginning and we are afraid for the old ones especially those who are not
well (like our relatives!!). We hope that the containment measures will work
well and the epidemic slows down.
There is a lot of confusion here.
Tomorrow there will be the funeral of Maria Vidmar (married to Violi, aka
“cocciulara”) and maybe I will not able to go because there is a limit of one
hundred people for each event. People seem to have gone mad buying groceries
and all supermarkets are empty!! Not even during a War it would be like this!
It is unbelievable, but I remember
my father’s words who had foreseen one day there would be a hunger crisis in
Australia because this world lacks virtue and drive. I hope it will not happen
but the last days have shown this trend.
Take care,
talk soon
Mick
And could I refrain from searching
the records?
Antonio Calabrò, b. 1896, a master
bootmaker from Sant’Alessio d’Aspromonte, migrates to Australia where he
arrives from Messina on s.s. Caprera the 1st of July, 1927. He has
left, back home, his wife Maria Romeo, b. 1894, and three boys, le last only 2
years old: Giovanni (1922), Battesimo (1923), Francesco (1925). Seven years
later, in 1934, his family joins him: they arrive from Naples with s.s.
Viminale.
In
1938, Giuseppe Sergi, b. 1904, arrives in Australia from Platì. He also is a bootmaker having been
trained in the art in Reggio Calabria together with my grandfather
Giuseppantonio Perri (also b. 1904).
He left behind his wife, Elisabetta
Mittiga (b. 1906) married on 15th of May, 1926, four daughters and
one son.
According to Mick, Antonio and
Giuseppe met before migrating. Certainly, their friendship must have tightened
in Australia. When Giuseppe’s family joined him in 1949, his elder daughters
get engaged to the eldest sons of Antonio’s: Francesca, aka Ciccina, b. 1928,
with Giovanni and Rosa, aka Rosina, b. 1930, with Battesimo, aka Beppe.
Elisabetta Sergi neé Mittiga, just
after her arrival in Australia, writes a letter to her cousin Elisabetta Gliozzi,
also neé Mittiga, and mother of two priests (don Ciccillo and don Ernesto). Her
daughter Francesca also adds a sheet with a message for Iolanda Gliozzi. In
their works it is evident the bewilderment of being in a foreign land after a
long trip, away from dear ones and friends. These letters were posted on the
blog in February 1919. https://iloveplati.blogspot.com/2019/02/bella-australia-di-vivian-naefe-2012.html
In National Archives of Australia in
which I have found a lot of records, including dates of arrival of the men and
their families, I could not find internment records of the Calabrò men, nor
that of Giuseppe Sergi.
Other information, confirming what
Mick told me, was found on the site of New South Wales Parliament where the
youngest of the brothers, Francesco, was an elected MP for nearly 18 years,
being also the first Parliament member in Australia born in Italy.
Even though the Calabrò brothers had
lost everything during their internment years, they started a bus company in
Sydney suburbs at the end of 1948 which, as mentioned above, was prosperous.
The Calabrò brothers are deceased and so are their wives except Rosina, wife of
Beppe (Battesimo) who is still alive and resides in a nursing home in Sydney.
The sentence that the Calabrò
brothers had printed on their mother’s grave (she died in 1971) is a moving
description of the voyage of migrant children: “You gave us the lymph of life;
then, clinging to your skirts, you bore
us to a new world and to learn the joys and the illusions of life.”
Nella foto in apertura un fotogramma da Amarcord (1973) di Federico Fellini, segue il transatlantico Viminale (1925 - 1943) in una immagine d'epoca. Al centro l'on. Francesco (Frank) Calabrò (1925 - 2011).
-Lentini Raffaele Pietro Paolo (Mo. 14.7.1872/25) di d. Pasquale
e d. Marianna Brancatisano.
-Scruci Maria (Mo. 23.4.1872/14) da Cirella- ved. di Trimboli
Antonio.
-Taliano Francesco (Mo. 1/134/9)(+2.9.1782) lasciò per l'
anima sua ducati 10 a sua moglie tutrice delle figlie e due vacche; la roba
vendè di dote; una vacca a suo figlio Nicola; come pure spiegò per sua volontà
che sua moglie dimorasse in casa padrona finché vive = che tiene due pupille
figlie. Testimoni d. Giulio Chirico - Domenico Trimboli.
-Antonina Romeo (Mo. 1/80/3) figlia del mf Carlo, il 22.4.1.1751
lasciò pro malis oblatis quinque Carolenos (a causa del male offrì cinque
Carlini).- d. Tolentino Oliva parroco.
-Lentini d. Pasquale: sacerdote e vicario foraneo (Mo.
4.1.1824)
-Verduci mf Caterina; vedova di Lentini Candido
(Mo. 24.12.1834)
-Rinaldo Dom. Antonio animam Deo reddidit in imbrica die et gelida, in loco dicto "petra librorum" (l’anima rese
a Dio in un giorno piovoso e gelido, in luogo detto “pietra dei libri”.
-Oliva Vincenzo di Michele
e Speziale Francesca- acolytus
(accolito).
-Oliva Michele di Saverio e di Macrì Serafina pugione
sauciati (ferito da pugnale) (Mo. 7.3.1832)
-Barbaro Domenico- vir
di Morabito Anna- pecoraro (Mo. 1.8.1834)
-Giorgi Rosa ved. di Milardi Giuseppe sarto (Mo. 8.4.1834)
-Oliva d. Giuseppe sacerdote (Mo. 4.1.1827)
LIBRO DEI MORTI VOL. V°
Faccio presente ancora una volta che quanto riportato è un regalo di Ernesto Gliozzi il giovane.
Il ricordino funebre riporta la zia Teresina Mittiga, sorella del nonno Rosario nata a Platì l'8 luglio del 1887 da Francesco e Rachele Riganò e deceduta in Pittsburg PA il 15 ottobre del 1969. A Platì il 2 dicembre del 1911 sposò Giuseppe Gliozzi di Ferdinando e Pangallo Teresa. Erano i genitori di Giuseppe Gliozzi recentemente scomparso e su queste già ricordato assieme alla sua consorte Michelina Perri.
(F.C.) -- Il torrente
Careri sembra voler ripagare, sia pure in piccola parte, i natilesi del male
loro arrecato in ogni tempo. Ed infatti recentemente, tre cittadini di Natile
Nuovo hanno abbondantemente pescato sulle sue sponde una eccezionale qualità di
anguille.
Dopo aver eseguito «la stagliata» che consiste nel rendere asciutto
una parte di letto del fiume, essi si sono accinti alla pesca che ha fruttato
in una sola stagliata, ben 10 chilogrammi di fresche anguille. Ciò considerato,
giovani del paese ed anche forestieri invadono giornalmente il greto del
torrente .e si dedicano alla pesca con amore e con passione.
Un documentario in tre parti by Rosalba Perri "Before the outbreak of war Fascism was
viewed in a not unsympathetic light by some sections of the Australian political
establishment. The Australian government welcomed Mussolini’s September 1939 declaration
that Italy was to maintain a position of nonbelligerence and as late as May 1940 prime minister
Robert Menzies expressed the hope that Italy's position would be accompanied by support and understanding for
Australia.
The internment of Italian Australians
during the Second World War is to a large extent una
storia
segreta".
Gitano Rando, University of Wollongong: Italo-Australians during the Second World
War: Some perceptions of internment. (1)
Schede dei prigionieri di guerra ed internati nei campi australiani.
Prigionieri di guerra (POW):
Barbaro
Antonio, nato a Cirella il 15/08/1917. Figlio di Antonino Barbaro e Carmela
Ameduri.
Catturato
a Tobruk, Libia, il 31/01/1944. Caporal Maggiore del 69° Reggimento Fanteria
Divisione SIRTE.
Inviato
prima in India e poi da Bombay in Australia con la nave Mariposa.
Musicista,
è celibe.
Campo
di Cowra, NSW. Rimpatriato l’8 agosto 1945
Catanzariti
Domenico, nato a Platì il 24/08/1915. Figlio di Francesco Catanzariti e
Giuseppa Catanzariti.
Catturato
a Tobruk, Libia, il 16/05/1941. Soldato semplice del 20° Reggimento Fanteria.
Arriva
in Australia il 13/10/1941.
Bracciante,
è celibe.
Arrivato
da un generico “Medioriente” è internato nel Campo di Cowra, NSW. Rimpatriato con
la nave Alcantara il 23 dicembre 1946.
Residenti
in Australia internati nei campi (Internee):
Zirilli
Giovanni, n. 30/04/1909 a Platì (RC), figlio di Pasquale Zirilli e Caterina
Catanzariti.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 15 Feb 1938, con la nave ORONTES.
Bracciante,
sposato con Francesca Zirilli (Sergi) res. in Platì.
“Catturato”
dalla polizia civile il 18/06/1942 ad Hanwood, Griffith, NSW.
Verrà
spostato su altri due o tre campi di internamento prima di essere rilasciato il
20/10/1943 dal campo di Loveday.
Emigrando in Australia Giovanni aveva
lasciato a Platì la moglie e due figlie: Caterina (1934) e Maria nata (1936).
Violi
Rocco, n. 20/09/1915 a Platì (RC), figlio di Domenico Violi e Maria Vilardi.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 12/03/1939 con la nave VIMINALE.
Agricoltore,
celibe.
“Catturato”
dalla polizia civile il 28/08/1940 a Griffith, NSW.
Internato
a Loveday. S.A. Rilasciato il 30/06/1943.
Velardi
Rocco, n. 16/12/1910 a Platì (RC), figlio di Giuseppe Velardi e Angela Mittiga.
Arrivato
in Australia, Port Adelaide, il 27/12/1927 con la nave REGINA D’ITALIA.
Fruttivendolo,
celibe.
“Catturato”
da ufficiale dell’intelligence il 22/03/1941 in Adelaide, SA.
Internato
a Loveday. S.A. Rilasciato il 27/12/1943.
Trimboli
Graziano(*), n. 15/12/1914 a Platì (RC), figlio di Rosario Trimboli e
Francesca Miceli.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 12/05/1938 con la nave REMO.
Sarto,
celibe, ha prestato servizio militare in Artiglieria dal 1935 al 1936.
“Catturato”
dalla polizia civile il 18/06/1942 a Ugali, Griffith, NSW.
Verrà
spostato su altri due o tre campi di internamento prima di essere rilasciato il
06/10/1943 da Loveday. S.A.
(*) Nota:
Graziano Trimboli (i 2perlini”) era il cugino di mia nonna Rosa Miceli e
fratello di Maria Trimboli in Violi e di Peppina Trimboli che sposò Giuseppe
Mittiga (u mpiccica). Lo conobbi in Australia negli anni 70 quando si era
convertito alla fede dei Testimoni di Geova e cercò di esercitare la sua opera
evangelizzatrice su di me che poca pazienza ed attenzione ho sempre avuto per
la religione. Il misticismo però correva in famiglia visto che anche sua zia Rosa
(sorella di sua madre Francesca e del mio bisnonno Francesco Miceli) veniva
chiamata Santa Rosa ed era “monaca di casa”.Graziano era un uomo imponente e simpatico, aveva una buona dialettica
che si infranse però su uno scoglio a cui non era preparato: il mio femminismo.
Trimboli
Francesco, n. 12/10/1899 a Platì (RC), figlio di Antonio Trimboli e Caterina
Trimboli.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 21/12/1938 con la nave ROMOLO.
Bracciante,
sposato con Concetta Trimboli (Callipari) residente a Platì.
Ha prestato
servizio militare in Fanteria dal 1928 al 1929.
“Catturato”
dalla polizia civile il 16/02/1942 a Hanwood, Griffith, NSW.
Internato
a Loveday, S.A. Rilasciato il 31/03/1943.
Dai registri dei battesimi risulta che egli
fosse nato il 02/10/1909. Emigrando
in Australia, Francesco aveva lasciato a Platì la moglie e tre figli: Caterina
(1933), Maria (1936) e Antonio nato nel 39, 7 mesi dopo la partenza del padre.
Trimboli
Bruno, n. 29/02/1898 a Platì (RC), figlio di Giuseppe Trimboli e Elisabetta
Carbone.
Arrivato
in Australia, Melbourne, il 07/03/1929 con la nave ORSOVA.
Orticoltore,
sposato con Rosa Trimboli residente a Griffith, ha prestato servizio militare
in Fanteria dal 1914 al 1918.
“Catturato”
dalla polizia civile il 18/06/1942 a Griffith, NSW.
Internato
a Liverpool e Cowra, NSW. Rilasciato il 12/01/1943.
Trimboli
Antonio Domenico, n. 17/05/1910 a Platì (RC), figlio di Giuseppe Trimboli e
Caterina Pratò.
Arrivato
in Australia, 21/04/1939 con la nave ROMOLO.
Frutticoltore,
sposato con Filomena Trimboli (Barbaro) residente a Platì.
Ha
prestato servizio militare in Fanteria nel 1933.
“Catturato”
dai Servizi di Sicurezza il 09/04/1943 a Smithfield, NSW.
Internato
a Liverpool e Cowra, NSW, poi Loveday, S.A. Rilasciato il 02/11/1943
Emigrando in Australia, Antonio (o Domenico
o Domenicantonio) aveva lasciato a Platì la moglie e quattro figli: Giuseppe
(1932), Caterina (1934), Maria (1937) e Giuseppa, nata a giugno del ’39,
quattro mesi dopo la partenza del padre.
Sergi
Francesco, n. 25/03/1921 a Platì (RC,) figlio di Antonio Sergi e Anna Trimboli.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 20/10/1938 con la nave ESQUILINO.
Bracciante,
celibe.
“Catturato”
da Polizia civile il 20/06/1942 a Beeleengera, Griffith, NSW
Internato
a Loveday, S.A. Rilasciato il 06/10/1943.
Sergi
Rosario, n. 15/09/1906, a Platì (RC,) figlio di Antonio Sergi e Marianna
Morabito.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 29/06/1939 con la nave ESQUILINO.
Bracciante,
sposato con Giuseppa Sergi (?) residente a Platì.
Ha
prestato servizio militare in fanteria.
“Catturato”
da Polizia civile il 13/11/1940 a Urgali, Griffith, NSW
Internato
a Liverpool e Cowra, NSW, poi Loveday, S.A. Rilasciato il 29/06/1943.
Romeo
Bruno, nato a Platì il 07/07/1904, figlio di Giuseppe Antonio Romeo e Maria
Violi.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 07/11/1937 con la nave ROMOLO:
Orticoltore,
sposato con Elisabetta Romeo (Demarco) res. a Platì.
“Catturato”
da Polizia civile il 18/06/1942 a Griffith, NSW
Internato
a Liverpool e Cowra, NSW, poi Loveday, S.A. Rilasciato il 06/10/1943.
Emigrando in Australia, Bruno aveva lasciato
a Platì la moglie e quattro figli: Maria (1931), Giuseppe Antonio (1933),
Francesco (1937) ed una quarta figlia di cui non abbiamo i dettagli.
Portolesi
Giuseppe, nato a Platì il 19/05/1907, figlio di Francesco Portolesi e Giuseppa
Zappia. (Vedi post precedente).
Mittiga
Rosario, nato a Platì il 27/07/1892, Figlio di Giuseppe Mittiga ed Elisabetta
Calabria.
Arrivato
in Australia, Melbourne, il 04/04/1938 con la nave VIMINALE:
Macellaio,
sposato con Serafina Mittiga (Stancati) residente a Platì.
Ha
prestato servizio militare per otto anni.
“Catturato”
il 28/09/1940 in Thebarton, Adelaide, SA.
Internato
a Loveday, S.A. Rilasciato il 7 dicembre del 1943
Rosario aveva lasciato a Platì la moglie e
sei figli: GiuseppeAntonio (1922), Gaetano (1924), Giovanni (1927), Elisabetta
(1930), Caterina (1932), Giuseppa (1937).
Rosario aveva un fratello, Rocco, Arrivato
anche lui nel ’38 che però non fu mai arrestato ed internato.
Mittiga
Saverio, nato a Platì il 29/06/1915, Figlio di Rosario Mittiga e Michelina
Gliozzi.
Arrivato
in Australia, Sydney, il 20/11/1938 con la nave VIMINALE:
Manovale,
sposato con Anna (Violi?) residente a Platì.
Ha
prestato servizio militare per 1 anno.
“Catturato”
da ufficiale dei servizi di sicurezza il 18/04/1942 in Hamwood, Griffith, NSW.
Internato
a Loveday. S.A. Rilasciato i 29/06/1943.
Mittiga
Pasquale, nato a Platì il 15/02/1891. Figlio di Domenico Pasquale Mittiga e
Maria Catanzariti entrambi deceduti.
Arrivato
in Australia, Port Adelaide, alla fine di agosto 1926 con la nave CAPRERA.
Manovale,
sposato con Anna Barbaro residente a Platì insieme ai 5 figli.
“Catturato”
da ufficiale dei servizi di sicurezza il 21/03/1941 a Fulham, S.A.
Internato
a Loveday. Rilasciato il 6 settembre del 43.
Note:
Il figlio Domenico, classe 1916, lo raggiunse nel 1934. Non risulta che sia
stato “catturato” ed internato. La moglie, Anna Barbaro, arrivò in
Australia il 13 marzo 1949, dopo una separazione durata 26 anni.
Mittiga Giuseppe, nato a Platì il
25/02/1922. Figlio di Michele Mittiga ed Elisabetta Iermanò (deceduta).
Arrivato in Australia, Sydney, il 13/03/1937 con la nave ORAMA.
“Catturato” dalla polizia il 19/06/1942 a
Griffith, NSW.
Celibe, abita con il padre a Griffith dove
fa il bracciante.
Internato a Cowra e Liverpool. Rilasciato il
29 settembre 1943.
Mittiga Francesco, nato a Platì il
24/02/1896. Figlio di Saverio Mittiga e Assunta Trimboli, entrambi deceduti.
Arrivato in Australia, Port Adelaide, il
14/10/1927 con la nave RE D’ITALIA.
“Catturato” dalla polizia il 09/07/1940 a Payneham, Adelaide, S.A.
Proprietario di una pescheria, vedovo di
Maria Gliozzi, ha almeno due figli in Italia.
Internato in vari campi: Tatura, Hay,
Liverpool e infine Loveday. Rilasciato il 09/11/1943.
Mittiga Antonio, nato a Platì il 12/03/1914.
Figlio di Tommaso Mittiga e Caterina Taliano entrambi residenti in Adelaide.
(Tommaso era arrivato nel 1928, Caterina insieme ad altri due figli nel 1937)
Arrivato in Australia, Melbourne, il
17/12/1938 con la nave ROMOLO.
“Catturato”
da ufficiale dei servizi di sicurezza il 21/03/1941 in Adelaide, S.A.
Giardiniere, sposato con Concetta Romeo
residente a Platì insieme al figlio Tommaso Michelangelo.
Rilasciato sulla parola, fermato di nuovo
dopo un anno e internato a Hay, poi trasferito a Loveday. Rilasciato il 9
settembre 1943.
D’Agostino Rosario, nato a Platì il
18/05/1905. Figlio di Giuseppe D’Agostino e Marianna Carbone, entrambi
deceduti.
Arrivato in Australia, Port Adeliade, il
22/07/1928 con la nave PRINCIPE DI UDINE.
“Catturato”
da ufficiale dei servizi di sicurezza il 21/03/1941 in Adelaide, S.A.
Manovale, è sposato con Maria Calabria ed ha
una figlia.
Internato a Loveday. Rilasciato il 15
febbraio 1944.
Catanzariti Rocco, nato a Platì il
10/01/1898. Figlio di Rosario Catanzariti ed Elisabetta Catanzariti (deceduta).
Arrivato in Australia,
Sydney, il 39/12/1928 con la nave ROMOLO.
“Catturato” dalla polizia il 18/06/1942 a
Griffith, NSW.
Bracciante, è sposato con Caterina
Catanzariti residente a Platì insieme a due figli.
Internato sia a Cowra che a Loveday. Rilasciato
il 2 novembre 1943.
Catanzariti Giuseppe, nato a Platì il
04/09/1904. Figlio di Rosario Catanzariti ed Elisabetta Catanzariti (deceduta).
Arrivato in Australia, Sydney, il 04/11/1937
con la nave ORONTES.
“Catturato” dalla polizia il 18/06/1942 a
Griffith, NSW.
Bracciante, è sposato con Maria Catanzariti
residente a Platì insieme a quattro figli.
Internato sia a Cowra che a Loveday. Rilasciato
il 2 novembre 1943.
Catanzariti Francesco, nato a Platì il
13/11/1911. Figlio di Rosario Catanzariti ed Elisabetta Catanzariti (deceduta).
Arrivato in Australia, Sydney, il 24/04/1939
con la nave ROMOLO.
“Catturato” dalla polizia il 13/11/1940 a
Griffith, NSW.
Bracciante, è celibe.
Rilasciato sulla parola il 3 marzo 1941 dopo
aver fatto appello in tribunale.
Catanzariti Antonio, nato a Platì il
04/04/1910. Figlio di Rosario Catanzariti ed Elisabetta Catanzariti (deceduta).
Arrivato in Australia, Sydney, il 01/07/1937
con la nave ORAMA.
“Catturato” dalla polizia il 18/02/1942 a
Griffith, NSW.
Bracciante, è celibe.
La scheda di internamento e rilascio non è
stata trovata
Nota: Rocco, Giuseppe, Francesco e Antonio
erano fratelli come si può notare dai nomi dei genitori.
Catanzariti Domenico, nato a Platì il
25/10/1912. Figlio di Pasquale Catanzariti e Francesca Spagnolo.
Arrivato in Australia, Sydney, il 29/06/1938
con la nave ESQUILINO.
“Catturato” dalla polizia il 28/11/1940 a
Griffith, NSW.
Bracciante, è sposato con Caterina Calabria
residente a Platì con due figli.
In un primo momento rilasciato sulla parola,
un anno dopo di nuovo arrestato ed internato a Cowra, Liverpool e Loveday. Rilasciato
il 2 novembre 1943.
Carbone Antonio, nato a Platì il 31/10/1920.
Figlio di Francesco Carbone e Caterina De Marco.
Arrivato in Australia, Sydney, il 19/12/1938
con la nave ROMOLO.
“Catturato” dalla polizia il 20/06/1942 a
Griffith, NSW.
Bracciante, è celibe.
Internato a Cowra, Liverpool e Loveday. Rilasciato
il 31 gennaio 1944.
Callipari Pasquale, nato a Platì il
17/06/1921. Figlio di Giuseppe Callipari e Maria Trimboli.
Arrivato in
Australia, Sydney, il 20/12/1937 con la nave VIMINALE.
“Catturato” dalla polizia militare il
27/04/1942 a Griffith, NSW.
Bracciante, è celibe e abita con la sorella
Elisabetta Calabria.
Internato a Cowra, poi Liverpool. Rilasciato
l’8 febbraio 1943
Calabria Giuseppe, nato a Platì il
29/01/1923. Figlio di Domenico Calabria e Caterina Sergi, entrambi in Griffith,
NSW.
Arrivato in Australia, Melbourne, a marzo
del 1929, con la nave ORFORD.
“Catturato” dalla polizia militare il
27/04/1942 a Griffith, NSW.
Bracciante, è celibe.
Internato a Cowra e Liverpool. Rilasciato
l’8 marzo 1943.
Barbaro Rosario, nato a Platì il 03/01/1910.
Figlio di Domenico Barbaro ed Elisabetta Mittiga.
Arrivato in Australia, Sydney, il 20/04/1939
con la nave ROMOLO.
“Catturato” dalla polizia militare nel novembre del 1940 a Griffith, NSW.
Sarto, è sposato con Maria Pangallo
residente a Platì con 4 figli.
Rilasciato sulla parola il 22 febbraio 1941.
FINE
Le
ricerche per redigere "Benvenuti in Paradiso" sono state condotte
grazie The National Archives of Australia.
Nella prima immagine il Campo di
Loveday; nella seconda: la famiglia Caminiti (Fonte della fotografia “Famiglie
dei Caminiti” Queensland 1940: When ethnicity counts: civilian internment in
Australia during WW2 - Mia Spizzica, PhD Candidate, Monash University).
Uno degli internati fu Giuseppe
Portolesi, classe 1907, barbiere, meglio conosciuto come mastru Peppinu u Piripì. Le sue
schede di Internamento ci forniscono tutte le informazioni su di lui e quindi
apprendiamo che è nato a Plattì (scritto con 2 t su tutta la scheda), che è di
religione cattolica, registrato in Adelaide, “catturato” da ufficiale
dell’intelligence a Woodville (uno dei comuni della città metropolitana di
Adelaide corrispondente più o meno ad un quartiere) il 22 marzo 1941. È di carnagione scura, alto 1,60 m, ha capelli neri e occhi
grigi, segni particolari: una cicatrice sul sopracciglio destro. Viene
internato su ordine del Comandante 4MD (4° Distretto Militare). Arriva al campo
con una brandina ed una valigia contenente capi di abbigliamento.
La famiglia: - è figlio di Francesco, deceduto, e di
Giuseppa Zappia residente in via Filanda a Platì.
- è
sposato con Elisabetta Gliozzi che abita in Via San Pasquale a Platì ed ha una
figlia di nome Giuseppe (invece di Giuseppa), in realtà mastru Peppinu aveva anche un figlio, Francesco come il nonno.
Internato nel campo di Loveday dove possiamo
immaginarlo a prendersi cura degli altri internati tagliando loro i capelli e radendoli
come nella foto.
Fu rilasciato il 23 ottobre 1943.
La
moglie ed i figli lo raggiungeranno nel 1949. Giuseppina sposerà un amico del
padre, campano, e avrà cinque figli; Francesco sposerà Caterina di cui il blog
ha pubblicato una poesia. https://iloveplati.blogspot.com/2019/04/journey-through-past-neil-young.html
Giuseppe cesserà di vivere all'età di 83 anni.
-Nota: Il cognome Portolesi, che Rohlfs indica come cognome prettamente di Platì, ha
origini spagnole:
Portolesi:
Linaje de infanzones aragoneses, residentes en Lanuza, del valle de Tena
(Huesca), desde el siglo XIII, con ramas en Barbastro, Luesia, Fraga y
Zaragoza.
Apellido muy
antiguo en Aragón, que se registra, indistintamente, con las formas de
escritura Portolés y Portalés. Moll, en su obra “Els Llinatges Catalans”,
señala que es una forma plural de –portaler-, “guardián de la porta”.(http://www.blasonari.net/apellido.php?id=1538)
Portolesi:
Lignaggio di valvassori aragonesi residenti in Lanuza, della valle del Tena
(Huesca), fin dal secolo XIII con ramificazioni in Barbastro,
Luesia, Fraga e Saragozza. Cognome molto antico in Aragona registrato,
indistintamente, con le forme di Portolés e Portalés.
Moll, nella sua opera “I Lignaggi Catalani”, segnala che è una forma plurale di
-portaler-, ovvero “guardiano di porta”.
One of the internees
was Giuseppe Portolesi, born in 1907, barber, known in the community of
townsfolk as mastru Peppinu u Piripì. His
internment records give us a series of data about him, so we learn that he was
born in Platì (actually written Plattì throughout the record), his religion is
Roman Catholic, he is registered in Adelaide, he was captured by an Officer of
the intelligence Corps in Woodville on 22/03/1941. His complexion is swarthy,
his height is 5 ft 3”, he has black hair and grey eyes and a scar on right
eyebrow. He is put in internment camp by order of the Commandant 4MD.
Family: - his
parents are Francesco, deceased, and Giuseppa Zappia, via Filanda, Platì. – he
is married to Elisabetta Gliozzi living in Via San Pasquale in Platì and has a
daughter named Giuseppe (instead of Giuseppa). Actually mastru Peppinu also had a son named Francesco after the
grandfather.
Held at Loveday
where we can imagine him looking after fellow inmates by cutting their hair and
shaving them as in the picture. He was released on 23/10/1943.
Wife and children
joined him in 1949. Giuseppina married a friend of her father, from Campania,
and had five children, Francesco married Caterina: the Blog posted a poem of
hers.https://iloveplati.blogspot.com/2019/04/journey-through-past-neil-young.html
Giuseppe passed away at 83 years of age.
-Note:
surname Portolesi, which for Rohlfs is mainly found in Platì, has Spanish
origins:
-Portolesi: Linaje de infanzones aragoneses, residentes
en Lanuza, del valle de Tena (Huesca), desde el siglo XIII, con ramas en Barbastro,
Luesia, Fraga y Zaragoza.
Apellido muy
antiguo en Aragón, que se registra, indistintamente, con las formas de
escritura Portolés y Portalés. Moll, en su obra “Els Llinatges Catalans”,
señala que es una forma plural de –portaler-, “guardián de la porta”.(http://www.blasonari.net/apellido.php?id=1538)
Portolesi: lineage of small gentry from Aragon residing in Lanuza in
the valley of Tena (Huesca) since the 13th century with branches in Barbastro, Luesia,
Fraga and Saragozza. Very ancient surname in Aragon registered equally as Portolés
and Portalés. Moll, in his work “Catalan lineages” indicates that it is a
plural form of “portaler” that is “gatekeeper”.
Nella foto in apertura Giuseppe Portolesi, nella fila in piedi è il
secondo da destra, con la giacca sotto il braccio. Il primo a sinistra,
sempre fila in piedi, è Armando De Fazio che sposerà Giuseppina. Segue un particolare della scheda di ingresso nel campo di Loveday e quindi un'immagine del campo stesso. Per saperne di più su Loveday andate qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Loveday_Camp_9 e qui: https://lovedayproject.com/about/