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mercoledì 1 maggio 2019

Il vizio della speranza - ...un problema non il problema

Termina oggi il lungo testo dell’onorevole Francesco Catanzariti. Volutamente oggi, 1° maggio, giorno assai caro all’unico parlamentare platiotu e ancor prima ancora battagliero sindacalista, quando da patrocinare erano i braccianti agricoli, le raccoglitrici di olive e manovali di ogni genere. Dubito che all’epoca della pubblicazione dell’articolo qualche platiese l’abbia letto se non lo zio Ernesto il giovane che lo custodiva nel suo archivio. Della raffigurazione sofferta dell’onorevole oggi solo il panorama è mutato: un viadotto sospeso nell’aria, un accesso alla montagna negato e il Bonamico coperto di cellofan riflettente l’infinito. Il vizio della speranza sempre più rarefatto è devoluto solo a chi è nell’infanzia della vita, smarrito  – per usare un termine di Corrado Stajano – agli altri, nel tempo.

Il caso di Platì richiede altre soluzioni e tutti devono essere chiamati a fare fino in fondo la propria parte.
Il partito politico, il sindacato, lo Stato nelle sue diverse articolazioni (Comune, Regione, Provincia, Ministeri, dell'Interno, della Giustizia, ma anche, per non dire soprattutto, economici, dei LL.PP., delle PP.SS., dell'Agricoltura. . .).
E da tutti deve partire una vera autocritica e un profonda esame di coscienza, senza sicumera, ma con onestà ed umiltà.
Per fare qualche esempio:
- La Regione Calabria non avrebbe nulla da dire in merito al modo come ha operato ed ha raccordato la sua iniziativa e gestione a questa realtà? Non c'entra nulla con il clientelismo?
- Il Ministero dei Lavori Pubblici e la direzione dell'ANAS, non avrebbero da dare qualche spiegazione (faccio qualche riferimento specifico) per la strada 112 che collega o meglio dovrebbe collegare lo Jonio ed il Tirreno, unica arteria che attraversa Platì e che, distrutta dall’alluvione del 1951, a tutt'oggi (a quaranta anni esatti!) non è ripristinata?
- Il Ministero dell'Agricoltura è l’assessorato regionale non avrebbero nulla da rimproverarsi circa il modo di raccordarsi ai sistemi economici calabresi delle “zone interne”?
- Il Ministero dell'Industria, o che so io della Partecipazioni Statali o la Regione non avrebbero nulla da raccontarci sul fatto che l'unica fabbrica di lavorazione del legno, la ex Primerano, a pochi km, boccheggia da tempo, quasi chiusa, e che nessuna fabbrica, neanche una fabbrica di bulloni, o di ceramiche o di altro genere, nell'Italia, grande potenza industriale, è stata da queste parti costruita?
Il cahier de dolèances potrebbe continuare...
Voglio dire che se si ha una visione d’assieme della situazione è possibile affrontare positivamente e seriamente i problemi, compreso quello delle elezioni del Consiglio Comunale. ln questi termini credo che la gente di Platì saluterebbe con compiacimento le disponibilità di candidatura, anche quelle provenienti dalla lontana Teramo.
In questa logica avanzo una proposta concreta al vice presidente Rhodio: nel mese prossimo di ottobre ricorre il 40° anniversario dell'alluvione che ha colpito, con la Calabria, questa zona. Per citare un dato drammatico e triste, ricordo che a Platì ci sono stati 17 morti! Ed altrettanti morti nella vicina Natile di Careri. Cogliamo l’occasione per organizzare a Platì, con la presenza di tutto il governo regionale, una delegazione di quello nazionale, i Partiti, i Sindacati per un esame approfondito. Potrebbe essere una occasione di grande rilevanza per esaminare, vedere, propone, ascoltare la gente, spesso etichettata, di Platì e tentare assieme la vita per uscire dal tunnel del degrado, dell’imbarbarimento, della criminalità. Non riguarderebbe un caso particolare, isolato. Potrebbe servire per tanti casi Platì: S. Luca, Africo, Careri, Benestare, Canolo, S. Ilario, Bruzzano...
O si capisce, secondo me, che all'interno della questione meridionale, c'è una questione calabrese, ed all'interno di questa un caso Platì, S. Luca... “zone interne”, caratterizzate da un impressionante degrado, che investe tutti i settori e provoca sciagure sconvolgenti o non si esce dal vicolo cieco in cui si è cacciati; non si arresta il rischio di precipitare nel baratro di non ritorno. Capire per operare non a livello di facciata, con le facili criminalizzazioni, con la spettacolarizzazione, con i processi sommari e polveroni, con i teoremi di maniera astrusi ed inconcludenti, che non servono neanche alla carriera degli artefici.
Affrontare la situazione con gli slogan dell'antimafia, significa portare avanti una strategia perdente, come i fatti dimostrano. Significa non capire che, per dirla con un grande storico siciliano, Francesco Renda “la mafia è un problema, non il problema del Mezzogiorno” e quindi Platì. “Un partito che riduce la realtà meridionale - dice Renda - alla sola questione criminale commette un doppio errore. Un errore di analisi, e un errore politico. E questo ammonimento lo volge al suo Ex PCI su “L’Unità”.
Su questa proposta d’incontro si è già cercati di avviare un certo lavoro. Si è sollecitato l’apporto prezioso di una alta istituzione, come quella della chiesa; ed abbiamo già intravisto la disponibilità e la sensibilità spiccata del vescovo di Locri, mons. Ciliberti. Non sarebbe questo e non vorrebbe essere un incontro per una ammucchiata elettorale, né per un accordo di gestione della miseria, di un meschino potere locale.
Credo si contribuirebbe seriamente a rendere un servizio alle istituzioni, alla democrazia, alle popolazioni, alla stessa unità politica del Paese, alla sua concordia e comprensione, arrestando separatismo, di chiusura nel gretto localismo, nel barbaro egoismo.
Altre soluzioni saranno pannicelli caldi e Platì potrebbe avere seguito e conseguenze disastrose per le istituzioni democratiche, in tanti comuni, non solo occupati dalla mafia, ma dalla sfiducia, dalla disperazione, dal sottosviluppo, dal degrado.
E chissà che con l’incontro non potrebbero venire fuori idee, indicazioni, fatti, speranze e scrivere, così, una nuova, bella pagina per la storia, la giustizia, la democrazia, lo sviluppo.
FRANCESCO CATANZARITI
Foto e testo
IL GIORNALE DI CALABRIA  QUOTIDIANO REGIONALE D’INFORMAZIONE  -Anno XXIX – N. 208 Sabato 28 settembre 1991



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