“Se l’umanità progredisce, se la
libertà anziché soccombere al tutto si fa strada di continuo …” Giuseppe
Ricciardi, Memorie
Tutto poteva accadere a questo “outsider – ribelle – romantico – populista
– propugnatore di giustizia e libertà – attento alla questione femminile”,
Giuseppe Ricciardi, antiborbonico dapprima, repubblicano europeo dopo il 1860,
educato dalla madre Luisa Granito dei marchesi di Castellabate, dissidente col
padre Francesco, giurista
e Ministro di Grazia e Giustizia al tempo di Gioacchino Murat e di Ferdinando
I, che dare in sposa la sua diletta primogenita ad un rampollo di una famiglia
come gli Oliva di Platì, filo borbonici di razza per dirla con Michele Papalia.
E’ quanto si apprende da questa illuminata tesi di
dottorato scritta dalla dottoressa Angela Russo: - “Nel desiderio delle tue care nuove”
Scritture private e relazioni di genere nell’Ottocento risorgimentale - dell’Università
Federico II di Napoli, disponibile anche presso Franco Angeli editore. Lavoro
scoperto da Pina e Rosalba a seguito di un colloquio con Tota Oliva.
Ancora inedite allo
studio sono le connessioni tra il paese di Platì e la capitale del Regno delle
due Sicilie e il capoluogo campano, tra gli anni successivi al 1860 e la Grande
Guerra: Napoli.
Varcato il XXI°
secolo il paese di Platì sembra ritornato in località Santa Barbara, i segni
del progresso, che pure hanno servito per molti, sono ancora ignorati se non
sono facili macchine ruba-pensieri. A questo si cerca si sopperire con le
periodiche pubblicazioni che scaturiscono dalla sede in cui state ora e che
serviranno a chi verrà non si sa quando.
A Luisa Ricciardi
il titolo nobiliare le derivava da editto di Gioacchino Murat conferito al
nonno Francesco con Decreto Legge nel 1813, con diritto di trasmetterlo alla
primogenitura. Essa era nata il 31 dicembre 1840 negli anni che vedevano il
padre Giuseppe e la madre Clorinda Not girovagare in esilio tra la Francia e la
Svizzera. Così Luisa e la sorella Elisabetta furono allevate con la lingua francese,
apprendendo successivamente quella italiana. Luisa era un ”diavolo in carne”
come il padre.
A Napoli la vita
della famiglia Ricciardi si svolgeva tra la residenza del Vomero e la villa di
Posillipo. E’ da quest’ultima (Posilipo)
che provenivano a don Filippo Gliozzi le missive con le massime per
amministrare i beni di Filippo Oliva e di già pubblicate in queste pagine. C’è
da ritenere che l’unione tra Luisa e Filippo, avvenuta il 18 aprile del 1865,
fu motivata dalle ristrettezze economiche in cui versavano i Ricciardi a
seguito dei continui spostamenti dovuti all’esilio di Giuseppe. Filippo venne a
mancare prematuramente nel 1868 lasciando a Luisa i figli nati dalla loro unione:
Filippo e Maria. Essa si è poi sposata in
seconde nozze con il marchese Salvatore Spiriti di Casabruna, da cui ha avuto
altri due figli.
Questa breve storia la sospendiamo qui lasciando ad altri volenterosi il
suo sviluppo.
Su Giuseppe Ricciardi e le sue vicende il testo citato ed il web vi
potranno aiutare non poco.
Qui di seguito i temi riguardanti Filippo e Luisa
Qui di seguito i temi riguardanti Filippo e Luisa
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