Powered By Blogger

giovedì 16 maggio 2019

L'oro di Napoli [di Vittorio De Sica - 1954]



Se l’umanità progredisce, se la libertà anziché soccombere al tutto si fa strada di continuo …” Giuseppe Ricciardi, Memorie

Tutto poteva accadere a questo “outsider – ribelle – romantico – populista – propugnatore di giustizia e libertà – attento alla questione femminile”, Giuseppe Ricciardi, antiborbonico dapprima, repubblicano europeo dopo il 1860, educato dalla madre Luisa Granito dei marchesi di Castellabate, dissidente col padre Francesco, giurista e Ministro di Grazia e Giustizia al tempo di Gioacchino Murat e di Ferdinando I, che dare in sposa la sua diletta primogenita ad un rampollo di una famiglia come gli Oliva di Platì, filo borbonici di razza per dirla con Michele Papalia.
E’ quanto si apprende da questa illuminata tesi di dottorato scritta dalla dottoressa Angela Russo: - Nel desiderio delle tue care nuove” Scritture private e relazioni di genere nell’Ottocento risorgimentale - dell’Università Federico II di Napoli, disponibile anche presso Franco Angeli editore. Lavoro scoperto da Pina e Rosalba a seguito di un colloquio con Tota Oliva.
Ancora inedite allo studio sono le connessioni tra il paese di Platì e la capitale del Regno delle due Sicilie e il capoluogo campano, tra gli anni successivi al 1860 e la Grande Guerra: Napoli.
Varcato il XXI° secolo il paese di Platì sembra ritornato in località Santa Barbara, i segni del progresso, che pure hanno servito per molti, sono ancora ignorati se non sono facili macchine ruba-pensieri. A questo si cerca si sopperire con le periodiche pubblicazioni che scaturiscono dalla sede in cui state ora e che serviranno a chi verrà non si sa quando.
A Luisa Ricciardi il titolo nobiliare le derivava da editto di Gioacchino Murat conferito al nonno Francesco con Decreto Legge nel 1813, con diritto di trasmetterlo alla primogenitura. Essa era nata il 31 dicembre 1840 negli anni che vedevano il padre Giuseppe e la madre Clorinda Not girovagare in esilio tra la Francia e la Svizzera. Così Luisa e la sorella Elisabetta furono allevate con la lingua francese, apprendendo successivamente quella italiana. Luisa era un ”diavolo in carne” come il padre.
A Napoli la vita della famiglia Ricciardi si svolgeva tra la residenza del Vomero e la villa di Posillipo. E’ da quest’ultima (Posilipo) che provenivano a don Filippo Gliozzi le missive con le massime per amministrare i beni di Filippo Oliva e di già pubblicate in queste pagine. C’è da ritenere che l’unione tra Luisa e Filippo, avvenuta il 18 aprile del 1865, fu motivata dalle ristrettezze economiche in cui versavano i Ricciardi a seguito dei continui spostamenti dovuti all’esilio di Giuseppe. Filippo venne a mancare prematuramente nel 1868 lasciando a Luisa i figli nati dalla loro unione: Filippo e Maria. Essa si è poi sposata in seconde nozze con il marchese Salvatore Spiriti di Casabruna, da cui ha avuto altri due figli.
Questa breve storia la sospendiamo qui lasciando ad altri volenterosi il suo sviluppo.
Su Giuseppe Ricciardi e le sue vicende il testo citato ed il web vi potranno aiutare non poco. 

Qui di seguito i temi riguardanti Filippo e Luisa


Nessun commento:

Posta un commento