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martedì 30 aprile 2019

Il vizio della speranza - una contro storia


Platì, fino alla seconda guerra mondiale, aveva un suo sistema economico, autarchico e quasi autosufficiente, sia pure con bassi redditi, a livello spesso della sussistenza. Ma veniva garantito un certo equilibrio, una vasta occupazione anche se non con elevata remunerazioni. Era rivelante la produzione agricola (specie quella granaria, olivicola, zootecnica...). Platì era il granaio di una vasta zona. Al primario si affiancava una industria- artigianato, sia pure di basso livello tecnologico, (mulini, frantoi, falegnamerie...).
Oggi questo sistema, travolto dalla competizione-concorrenza, ed in assenza di investimenti adeguati di ammodernamento e rafforzamento, non esiste più. L’equilibrio è stato rotto. L’eliminazione, eccezionalmente imponente, ha anche privato il sistema di valide e preziose energie.
Il sistema autarchico- autosufficiente, per il quale non abbiamo nostalgie, è stato sostituito (questo è il rammarico) dal “nulla”, almeno a livello economico-produttivo.
Progresso-benessere (discutibile), senza sviluppo.
Non una fabbrica non un’azienda agricola moderna, nessuna riconversione produttiva, nessuna intrapresa sul piano turistico.
Qualche tentativo d'imprenditorialità locale, se non scoraggiato, non è stato certo incentivato, anche dalla logica aberrante della criminalizzazione generalizzata, di facili etichettature.
Infrastrutture e servizi al di sotto del terzo mondo. Un reddito fatto di trasferimenti (spesso artatamente gonfiati a fini strumentali), di qualche centinaio di retribuzioni mensili nella forestale, di poche decine di stipendi nella pubblica amministrazione, di una-due rivendite di tabacchi, qualche bottega commerciale. La disoccupazione è massiccia, specie dei giovani e delle ragazze, al di sopra della stessa grave media regionale. Ecco lo stato di un comune con circa quattromila abitanti!
In questa situazione aggrovigliata e degradata si acuiscono e si aggravano processi di degrado, d'imbarbarimento, nell’ assenza di una opera di repressione rigorosa e giusta, non di facciata e di polverone (come spesso avviene: la storia della giustizia è ricca di errori giudiziari, di fumosi indizi, di generiche accuse, significativo il caso del sequestro Casella, allorché dopo aver dato in pasto al Paese l’operazione-blitz-trasporto aereo di alcuni platiesi, si riconosce di aver sbagliato (ma per intanto si dà linfa all'immagine di Capitale dei sequestri). Mi pare superfluo parlare dell’assenza totale di prevenzione socio-economico-culturale in grado di rimuovere le cause, di svolgere azione di recupero e di ribaltare le condizioni di fertilità di una sotto-cultura dominante, di un ambiente socio-economico criminogeno
Si esce da questa situazione dando solamente un Consiglio Comunale a Platì, che finirebbe di gestire solo degrado, disgregazione, disperazione, sottosviluppo? (CONTINUA)
FRANCESCO CATANZARITI
foto e testo:
IL GIORNALE DI CALABRIA  QUOTIDIANO REGIONALE D’INFORMAZIONE  -Anno XXIX – N. 208 Sabato 28 settembre 1991

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