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lunedì 6 maggio 2019

Io sono Serafina [di Peter Godfrey, 1948]




L’anno milleottocentosettanta sette, addì ventiquattro di Settembre a ore pomeridiane cinque e minuti quarantotto, nella Casa Comunale.
Avanti a me Rosario Fera Segretario delegato con atto del Sindaco del venti Gennaio ultimo debitamente approvato.
Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Platì è comparsa Maria Treccasi, di anni cinquanta levatrice domiciliata in Platì, la quale mi ha dichiarato che alle ore antimeridiane sette e minuti cinquantadue, del di ventitre del corrente mese nella casa posta nella Via San Nicola, al numero ventitre, da Rosa Fera possidente moglie di Gliozzi Francesco, industriante, ambedue domiciliati in Platì è nato un bambino di sesso femminino che ella mi presenta, e a cui dà il nome di Serafina.
A quanto sopra e a questo atto sono stati presenti quali testimoni Giosofatto Virgara di anni quaranta  sarto, e Ferdinando Miceli, di anni trenta, sarto, entrambi residenti in questo Comune.
La dichiarante ha denunziato la nascita suddetta per avere nella sua indicata qualità di levatrice praticato i sussidi dell’arte sua nello atto del parto, e in luogo del marito della Fera, il quale non ha potuto denunciarla perché lontano di casa. Letto il presente atto a tutti gli intervenuti, viene sottoscritto da me, essendo gli altri analfabeti.
L’Uffiziale dello Stato Civile
Rosario Fera



Quello che vedete e leggete è l’originale atto di nascita della zia Serafina cui si è accennato nel precedente post. La zia nella memoria di tutti i pronipoti che arrivarono a conoscerla è rimasta sempre come la vedete nella foto (con Saro). Nata Gliozzi andò in sposa a Filippo Antonio Zappia, 15 settembre 1885, e fino alla prematura morte di esso abitarono nella casa in via XXIV maggio. Successivamente ella si prese cura del fratello Ernesto nelle varie sedi parrocchiali cui veniva designato, fino a quella definitiva di Casignana. La zia morì nel 1963, raggiunti gli ottantasei anni, nella casa che l’aveva vista nascere. In questo passaggio fu assistita dalla cognata Bettina e dai nipoti rimasti in paese: Ciccillo, Rosina, Cata, Ernesto, Peppe e in modo speciale da Amalia. La casa in via XXIV maggio dopo un breve periodo in cui l’abitarono il fratello della zia, nonno Luigi, fu acquistata dal nonno Rosario (Mittiga). Dall'atto potete notare anche la presenza di un altro ceppo storico platiese: Fera.

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