Per festeggiarlo virtualmente ecco che viene fuori questo " omaggio augurale " di don Giacomino, scritto in occasione dell'ascesa all'altare dello zio, mentre nella foto egli è seduto sulla scalinata che porta alla Grotta di Bombile con i suoi giovani pellegrini.
Tassoni Oliva Giacomo
Platì (Reggio Cal.)
Platì 5 Dicembre 1937 – XVI
Al Neo Sacerdote don Ernesto Gliozzi
Entro la tua vigna, o Signore
Un fresco operajo oggi arriva:
la fede, già ardevagli in cuore,
si come una lampa votiva,
ancora fanciullo, allorquando,
lasciava la mamma e i balocchi
e l’arce ascendeva esultando
con lampi di sogni ne gli occhi.
Da l’arce – ove in tempi lontani
Il vecchio Suera à piantato
Con sue apostoliche mani
La santa ceppaja che à dato
Ne’ secoli a Cristo i polloni
Del Presule santo la voce
Chiamava : - Venite, voi Buoni
Voi Eletti – si appella la Croce!
E il piccolo Ernesto v’accorse
Al dolce richiamo, festante,
e tutto, d’allora, si assorse
di Dio nel pensiero costante.
E crebbe qual fiore di serra
Che il proprio profumo non perde,
ma dentro se stesso il rinserra,
né soffio contrario il disperde.
E Iddio del suo vergine cuore
Quel sogno degnossi appagare
Ed oggi, tra un vivo splendore
Di luci, egli ascende l’altare
Del Tempio ove il primo lavacro
Egli ebbe, bambino vagente,
e dove pur l’Ordine Sacro
riceve da Dio sorridente.
Ascendi, Levita di Cristo,
ascendi il raggiunto suo altare
cui oggi, più rabido e tristo
il mondo si affanna ad urlare
l’insulto di Satana, atroce.
Ascendi, o Levita, l’Altare
Su cui alta svetta la croce
Qual faro su torbido mare …
E al candido disco rotondo
Che il Corpo racchiude dio un Dio,
tu implora: i peccati del mondo
cancella, Tu Agnello di Dio.
Implora che venga il suo regno
Quaggiù, sovra l’arida terra,
e che la sua Croce sia pegno
di Amore che fughi ogni guerra.
E voi illustre Presule, al cuore
Stringete il novello Levita,
si come a trasponder l’ardore
di santa, apostolica vita:
l’ardore che tutti vi prende
nel Vostro sì gran ministero,
l’ardore che tutto vi accende
per tutto che è Santo, che è vero.
E su questa casa novella
Che apresi per la tua festa
Non strida giammai la procella,
non rombi giammai la tempesta
ma oggi e per sempre infinito,
si assida la pace e l’amore
e il prossimo nido fiorito
ricolmi ogni gioia il cuore.
GiacomoTassoniOliva
Questi umili versi gettati di un fiato, senza lima e senza contorni, dovevano
essere letti nel convivio di jeri. Per ragioni indipendenti dalla mia volontà,
non sono stati letti e, non essendo sicuro se il giorno dell’Immacolata son
presente, partendo domani per Reggio, li mando, a te, Ernesto, perché li tenga come l’omaggio augurale del
mio animo nella fausta ricorrenza della tua consacrazione Sacerdotale.
Giac. Tassoni Oliva
6 – Dicembre – 37 XVI -
Nessun commento:
Posta un commento