Festa
di S. Antonio
Cleppae
Celibato ab
alterno
A puellis
damnoto
Et
aeterno
Oggi il guercio scaccino dalle celle
Campanarie uno esteso suono effonde
E chiama a festa tutte le zitelle
Nel cui cuore “ il bel sogno “ si nasconde
Sogno d’amor, ma … più di matrimonio
Che avvampa dentro un vecchio o giovin cuore
E che sol può avverare Sant’Antonio
Che d’ogni matrimonio è Protettore
E in lieti gruppi sciaman speranzose
Verso il gran Santo, vergini sognanti
Candidi veli e zagare odorose
E poi collane d’oro scintillanti.
E reca ognuna ai piedi dell’altare
Ove troneggia di tra i ceri il Santo
Il suo cuore è stanco d’aspettare
Perché à aspettato tanto,tanto, tanto.
Timida presso al Santo, Caterina
Mormora trepida: o Antonio Santo
Perché ài fatto sposar la mia vicina
E me lasciasti nubile cotanto?
E un’altra al Simulacro ove si appresta
(è Concettina) o Santo Antonio mio,
anno venturo ti farò una festa
se Tu fai sposar chi voglio io.
E vien la volta di una zitellona
Che il tempo un po’ sfiorì ma è ancor piacente
Fammi sposare …., a Cremona
A Napoli, a Perugia (…) splendente!
E sussurra una vedova accasciata
Con voce semi rotta nelle
strozze
Sono giovine ancor, fresca, attillata
Fammi passare Tu a seconde nozze.
E mentre un tal ritmo si sgrana
Il rosario di tali postulanti
il pio guercio scaccino alla campana
Si afferra e trae accenti più squillanti
Giù nella chiesa ancor con gran fervore
La folla che il grande Santo ancora osanna
Cercan marito e io pago all’esattore
Il celibato … e l’anima si danna
Giacomo Tassoni Oliva
Nota
Don Giacomino fa rivivere per noi il paese e le sue devozioni con deliziose quartine, ognuna delle quali costruisce un piccolo filmato fiabesco.
Ovviamente il guercio scaccino era Micu l'orbu, abile campanaro e virtuoso all'armanium.
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