SERPENTE-VITELLO A
PLATÌ
Un mostro in Calabria ?
Avvistato da un contadino in contrada Castagnara: sarebbe lungo 8
metri.
Bovalino – (g. p.). Un grosso serpente lungo circa otto
metri e con la testa di vitello è stato notato, l'altro ieri mattina, da un
contadino, nelle montagne di Platì, nella zona aspromontana.
È stato esattamente il contadino Francesco Cutrì, 57 anni,
che si trovava, per lavoro, in contrada Castagnara, ad avvistare, ad una decina
di metri di distanza, il rettile, col capo grosso come quello di un vitello
adulto che lo ha letteralmente scioccato. Il contadino, infatti, si è
allontanato, in tutta fretta, dalla zona e dopo aver denunciato il fatto ai
carabinieri, è stato costretto a mettersi a letto con febbre alta
per lo spavento dovuto alla mostruosità dell'animale.
Il Cutrì ha sostenuto di aver visto fuoriuscire da una
“tana” lo stranissimo serpente di grosse proporzioni.
I carabinieri, nonchè alcuni cacciatori armati di tutto
punto, hanno effettuato in contrada Castagnara, una zona ulivetata, una battuta
ma del serpente con la testa di vitello nessuna traccia.
I più anziani del paese ricordano che, nel 1933, nella
stessa zona, dopo il prosciugamento di un laghetto, fu trovato un coccodrillo,
che venne regalato al giardino zoologico di Napoli.
Sono in molti a ritenere, a Platì, che Francesco Cutrì non
sia un “visionario” e che il serpente con la testa di vitello esista veramente,
confortati, in questa loro tesi, dal precedente episodio, risalente ad oltre
trentacinque anni addietro, del coccodrillo.
Il nuovo avvistamento, comunque, ha destato enorme
impressione a Platì e nelle campagne circostanti.
Il sindaco di Platì, interessato della questione, pare
voglia organizzare delle squadre di volenterosi, per dare la caccia al mostro,
il cui presunto avvistamento ha creato enorme panico, soprattutto nelle donne
che giornalmente sono abituate a recarsi in località Castagnara per raccogliere
olive.
GAZZETTA DEL SUD -
venerdì 19 Ottobre 1979
Molti anni fa a Platì, un paese calabrese, venne raccontato a delle
ragazze che qualcuno sulle montagne dell’Aspromonte aveva visto un grosso serpente dalla bocca
gigante e i denti affilati, in realtà era un coccodrillo. Quel ragazzo che l’ha
visto l’ha detto ai carabinieri che hanno mandato gli operatori dello zoo.
Sono andati ma non l’hanno trovato, perché lui era nel lago e gli
operatori non sapendo fosse un coccodrillo non hanno controllato nel lago.
Le ragazze incuriosite da questo essere chiesero ai genitori di portale
in montagna in quella via.
I genitori dissero di si.
Una mattina di Domenica prepararono tutto per il pic-nic e partirono a
piedi.
Durante il viaggio si sentirono lamenti, ma niente di che. Ad un certo
punto dovevano scavalcare un’”armacera” ma una delle ragazze, la più debole
cadde a terra. Preoccupati si sedettero sopra una roccia e le controllarono la
ferita e le misero un po’ di acqua ossigenata che avevano portato da casa. Si
fermarono un po’ e poi continuarono il tragitto.
Una volta arrivati si sedettero e mangiarono quello che avevano portato
da casa.
Mangiarono tranquilli, poi quando finirono le ragazze andarono per una
passeggiata vicino al lago.
Una delle tre vide qualcosa di verde uscire dall’acqua, quando uscì
fuori le fecero una foto con la macchina fotografica che avevano portato con
loro. Una volta mostrata ai genitori la portarono ai carabinieri e capirono che
era un coccodrillo.
Chiamarono di nuovo gli operatori dello zoo che stavolta controllarono
anche nel lago dove lo trovarono e lo portarono in uno zoo di Napoli.
Rosa Catanzariti 5 A
Testo presentato alla seconda edizione del Premio Letterario "Ernesto Gliozzi",2018
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