Schegge (direbbe Enrico Ghezzi) rubate a Mimmo Gangemi e alla sua Signora di Ellis Island
"Pochi
i meridionali: qualche campano, un paio di abruzzesi, un siciliano, uno del
Vibonese una bestia di fatica e di forza che tirava dal cottimo quasi quanto
due di loro. E Mico, con cui erano bordanti assieme. Era di Platì, un paese
vicino al suo, sulla fascia ionica però. Tra le due comunità si erano sempre
intrecciati matrimoni, comparati, amicizie, anche guerre, non di rado con il
morto. Li collegava una pista, poco più d'una mulattiera, che s'inerpicava fino
allo Zillastro - là dove s'incrociavano i venti che salivano dai due mari - e
discendeva ripida, cangiandosi con un taglio netto dal verde lussureggiante del
lato tirrenico a una terra secca e riarsa, appena ravvivata da radi arbusti che
la facevano più desolata, e con massi franati sulla pista o in equilibrio
precario sui costoni. Tranne che con Mico, con cui stimavano l'amicizia nata
fuori da lì e la fratellanza del vivere assieme, Giuseppe confidenza non ne
prese, né gli altri tra di loro".
"Giuseppe
a sera gli raccontava dell'Italia. Degli ulivi maestosi, dei boschi di faggio
che in autunno si tingevano d'irreale, in pieno splendore nelle foglie con i
vividi colori della morte, delle fiumare gonfiate a dismisura dalle piogge, dei
bagni che i ragazzi
prendevano nella pozza grande, della pesca alle trote e alle anguille - sezionando
la poca acqua estiva e stordendole con la calce buttata dentro - delle verdi
cime dell'Aspromonte, della curva lungo la pista per Platì da cui si abbracciavano
con un unico colpo d'occhio i due mari, della ripida costiera ricoperta
di fichi d'India i cui frutti nessuno raccoglieva per il veto del padrone, non
disposto a digerire che altri godessero di ciò che per lui, vecchio, era, impossibile".
NOTA. L'interesse per il film citato sta nella presenza di Robert Woods, saltato da protagonista di Spaghetti Western a vecchio incompreso tornato nel suo paese d'origine, in Calabria.
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