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domenica 5 gennaio 2020

Quei loro incontri [di Danièle Huillet e Jean-Marie Straub, 2006]


Vuoi per la scelta azzeccata dei premiati, vuoi per la loro presenza, insieme a quella di altri non meno importanti intellettuali e personaggi accorsi dalle località della provincia, la serata del 28 dicembre 2019 è stata una ulteriore dimostrazione delle capacità organizzative dei soci della platiota Associazione Santa Pulinara che per il secondo anno consecutivo indice il premio Giornalistico-Letterario ANTONIO DELFINO. Ma non era tutto oro quello che luccicava negli occhi di quei temerari, avendo bene in testa le reali difficoltà che l’organizzazione di un evento così importante richiedeva e la scarsa locale manodopera.
A chi era assente comunichiamo che la serata è stata presentata da Lucia giarruneiu Catanzariti e coordinata da Maria Teresa D’Agostino.
Se per l’avvocato Francesco Bevilacqua, vincitore per la saggistica con il suo lungimirante Lettere meridiane. Cento libri per conoscere la Calabria”, il Premio è solo un pretesto, la scusa per stare insieme e fare comunità, bisogno sempre più impellente nell'era dell'apparire social. Ma la condivisone delle comuni radici deve essere reale non virtuale. La sua opera è destinata a indicare la testimonianza della vitalità della letteratura calabrese, e degli autori più significativi, per le future generazioni. In quella sede si è scoperto che Francesco Bevilacqua è un camminatore alla Henry David Thoreau e un amante degli alberi alla Jean Giono!
Mimmo Gangemi, premiato per la narrativa con il suo acuto “Un acre odore di aglio”. Allo scrittore gli si riconosce un modo originale di narrare, mettere in discussione, se non altro la gente d’Aspromonte, gente di non facile trattazione.  Egli ci offre il suo tributo ad Antonio Delfino, guardato a volte con invidia. Gangemi, un fedelissimo delle iniziative pulinarote, ancora una volta ci ricorda i legami di parentela intessuti tra Santa Cristina d’Aspromonte e Platì e precisamente con la famiglia di don Gustinu Mittiga, quando le carreggiate erano un legame per lo sviluppo dei rapporti tra i territori che sconfinavano sino alla Piana; ripresa di rapporti auspicata anche dal presidente del Parco dell’Aspromonte dottor Domenico Creazzo presente alla serata, finendo col  renderla preziosa.



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