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lunedì 14 gennaio 2019

STILL LIFE - Ricordi


"... i ricordi d'infanzia sono plasticamente visivi, anche in quelle persone i cui ricordi ulteriori mancano dell'elemento visivo". Sigmund Freud



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I miei ricordi d’infanzia non sono legati strettamente allo zio Francesco che certamente conobbi, troppo piccola per ricordarlo, ma alla sua famiglia, specialmente a due delle sue figlie: Lisa (Elisabetta) che era la maestra di cucito di mia zia Lisa, e Marietta che aveva una figlia della mia età, nata con un grave handicap. Di Marietta ricordo il volto da madre dolente anche quando sorrideva. Conservo ancora un’immagine: un lungo tavolo in una stanza da pranzo usata anche come stanza da cucito con le due Lisa, maestra ed allieva, sedute alla macchina da cucire, e Marietta che imboccava una ragazzina di sei anni seduta in un seggiolone mentre sorrideva a me. C’erano altre donne nella stanza, forse anche la zia Bettina, la loro madre, ma nell’immagine ci sono solo Marietta e Lisa. È stata forse la prima volta in cui mi sono chiesta il perché del caso: perché io ero una bambina sana, vivace, cicciottella e rosata mentre la figlia di Marietta doveva essere imboccata dalla madre? Un senso di colpa si insinuò in me, lo vissi come un’estrema timidezza. Per fortuna allora gli adulti oltre a fare una carezza, offrire un sorriso ed un dolce, poco si interrogavano sugli stati d’animo dei bambini e li mandavano fuori a giocare con gli altri.  Lo zio Francesco doveva essere deceduto forse da un anno perché le figlie indossavano il lutto. Se ne era andato a 71 anni, lasciando l’ultimo figlio appena tredicenne.


Il ricordo di Attilio:

Papà, come si vede dalla foto, era elegante, considerando tempo e luogo. È una foto degli anni Cinquanta, lui è morto l'11 febbraio '58. Sicuramente era un uomo che apprezzava i piaceri della vita, tra questi il mangiare e il vestire bene. Ho impressi nella memoria i suoi cappelli che indossava malgrado i folti capelli. Era comunque un uomo saggio e dispensava consigli a noi figli e anche a chi frequentava abitualmente. Sapeva essere diplomatico, riuscendo a gestire la varietà di caratteri e ceti sociali degli abitanti del paese e dei dintorni che, per lavoro, frequentava. Era rigoroso con noi nell'educarci al rispetto e all'onestà. Ricordo che diceva: "ai soldi degli altri dovete dare del Voi, ai vostri date pure del tu". Purtroppo, negli ultimi anni ha attraversato problemi economici e di salute. Nonostante l'asma che lo ha condotto alla morte, ha fumato sino alla fine. A noi figli ha saputo dare buona educazione insegnandoci la dignità e l’etica del lavoro, dando un mestiere a tutti. Marietta era la prima delle figlie femmine e presto imparò a fare la sarta da donna Concettina, moglie di Rocco Barbaro. Caterina (Rina o Cata alternativamente) era la più "folle": simpatica, espansiva, dalla battuta facile, faceva la ricamatrice come pure Franca che, in più, lavorava benissimo all'uncinetto.  Franca insieme a Rina erano bravissime ai fornelli (leggi fornacetta). Elisa pure faceva la sarta e confezionava gli abiti per sé e per le altre sorelle. Devo dire che anche loro vestivano bene. Tranne Franca, che fu la prima a lasciarci, tutte le sorelle si sposarono ed ebbero figli.” (continua)
ROSALBA PERRI & ATTILIO CARUSO



NOTE
- La foto di Francesco Caruso, come quella di Lisa, Marietta e Rina sono di Attilio che le ha gentilmente concesse per questa occasione.
- La foto dell'uscita in processione della Madonna appartiene agli eredi di Mimì "Colonnello" Fera.
- Le registrazioni musicali sono mie: la prima in Platì negli anni '90, il Passu Cantandu è un "live in ciurr...."con suonatori locali.

2 commenti:

  1. Attilio Caruso
    Mi complimento con Rosalba Perri per l'impegno e la sagacia adottati in questo lavoro di ricerca che, oltre ad emozionarmi e commuovermi, mi ha riaperto la mente sopra un immenso panorama di ricordi, riportandomi ai miei anni trascorsi a Plati', scatenando una bella tempesta nella mia mente. Grazie anche a Gino, Blogger infaticabile e creativo. Un forte abbraccio a tutti.

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