di Rosalba Perri & Attilio Caruso
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Circa
quattro anni fa, io, frequentatrice di quella folle piazza che è Facebook,
ricevo una richiesta di amicizia da una persona il cui nome mi suona familiare,
ma che non riesco a collocare nei ricordi se non come persona originaria di
Platì. Accetto la sua richiesta di amicizia e gli scrivo un messaggio:
“Siamo
forse parenti?” perché il dubbio mi era sorto.
“Se
sei la figlia di Pasqualino, allora lo siamo.”
“Sì,
e come?”
Lui
mi spiega, la mia memoria arrugginita non riesce ad inquadrarlo, però in sottofondo
cova ed in un lampo, qualche tempo dopo, ricordo.
La
mia bisnonna Caterina Caruso, madre di mio nonno Peppantoni, è vissuta fino
agli anni ’60. La ricordo vecchissima, seduta accanto al braciere, vestita di
nero, che tagliava vecchi abiti a striscioline per fare il gomitolo che poi
sarebbe servito a tessere le pezzare.
Aveva l’abitudine, quando riceveva la pensione, di dare del denaro a mio nonno
per comprare quei cioccolatini triangolari, simili a formaggini, avvolti in
lucida carta colorata, che poi nascondeva nel cassetto della “cifunera” (by the way, cifunera* viene dal francese chiffonnière) e dava a noi nipoti più
piccoli, spesso mesi dopo che erano stati comprati quando ormai sapevano di
stantio. Le mie zie li snobbavano, ma poi li mangiavano lo stesso. Ai nipoti
più grandi regalava del denaro, dicendo a ciascuno di non dire nulla agli
altri: era il suo modo di far sentire ognuno un po’ speciale.
La
nanna Cata aveva un fratello di nome Francesco. “U zi’ Cicciu Carusu” nato nel
1887, ultimo di cinque figli di Giuseppantonio, falegname, e Elisabetta
Mittiga, tessitrice.
Cicciu si sposò una prima volta a ventitré anni nel
1910 con Maria Trimboli e nel 1911 ebbero due gemelli: Giuseppe ed Anna. I
gemelli non devono essere sopravvissuti perché nel 1914 nacque un altro figlio
di nome Giuseppe Antonio e nel 1915 un’altra Anna. Maria non sopravvisse, forse
prese anche lei la spagnola che in
quegli anni mieteva vittime tra tutte le classi sociali, e nel 1919 lo zio sposò
Marianna Virgara da cui ebbe una figlia, Marianna come la madre. Anche la
seconda moglie morì e, a trentacinque anni, Francesco sposò Elisabetta Romeo,
di ben sedici anni più giovane di lui, da cui ebbe nove figli. In tutto, lo zio
Francesco ebbe ben quattordici figli, 12 dei quali sopravvissuti alla prima
infanzia. La persona che mi aveva contattato in Facebook era proprio l’ultimo
dei suoi figli, Attilio Caruso, che pur essendo cugino di mio nonno ha solo
nove anni più di me. (continua)
NOTE
-
Il film che Uberto Pasolini ha girato in Inghilterra con il testo oggi proposto e con le intenzioni con
cui questo blog si presenta hanno molto in comune: congiungere e ricostruire eventi fondanti dell’esistenza – la nascita, la
morte - quindi quel still è più da intendere come fermo; alla fine ne vien fuori una sinfonia
raffinatissima di immagini in cui il cromatismo di ogni narrazione riflette lo
stato d’animo degli autori e, come in un crescendo musicale, alza gradualmente
i toni riflettendo la metamorfosi emotiva da
risultare tanto apparentemente comune,
quanto profondamente speciale.
- Per una volta tanto la base sonora è affidata alla musica folk calabrese con registrazioni live effettuate nel 1954 da due tra i più illustri etnomusicologi che attraversarono la nostra regione: Alan Lomax (1915-2002) e Diego Carpitella (1924-1990)*.
- Per una volta tanto la base sonora è affidata alla musica folk calabrese con registrazioni live effettuate nel 1954 da due tra i più illustri etnomusicologi che attraversarono la nostra regione: Alan Lomax (1915-2002) e Diego Carpitella (1924-1990)*.
- Attilio Caruso detentore dell’immagine d’apertura: “La foto con la casa: a piano terra abitava
una certa donna Pasqualina che aveva due figlie senza padre. Al primo piano
invece abitava don Giovannino Zappia. L'arco era una "lamia" dalla
quale si passava per andare verso la casa di Francesco Caruso. Questa casa fu
abbattuta agli inizi degli anni settanta”.
- *cifunera: mobile alto per riporre la biancheria con
tre cassetti e una cassa (baule) nella parte superiore .
- * In corsivo sono citazioni rubate qui:
Esatto: un fermo immagine su un una vita, una frazione non isolata di un paese, della storia. Grazie per aver composto questa "sinfonia" sul tema che ti ho inviato
RispondiEliminaElisabetta Virgara: Bellissimaaa questa storia di zio francesco io ho conosciuto solo la zia bettina la mamma di benito marietta toto e attilio
RispondiEliminaPaola Violi: vi seguo con piacere e nostalgia grazie Rosalba grazie Luigi👍
Attilio Caruso: Rosalba Perri Bellissimo. Emozioni , commozione, riflessione, buonumore! Grazie Rosalba e Gino. 👏🤗📚♥️
RispondiEliminaAttilio Caruso: Rosalba Perri ottimo lavoro, la lettura della parte pubblicata mi ha ridato il buonumore e mi ha commosso. La tua ricerca ha arricchito le mie conoscenze circa i due precedenti matrimoni di mio padre. Ovviamente sono curioso di leggere le prossime parti che saranno pubblicate. Ho condiviso il lavoro, completo delle musiche scelte, sulle pagine di Elisabetta e Valeria, le mie due figlie le quali certamente apprezzeranno.
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