... una vicenda il cui senso — che lacera la storia come una ferita destinata a divenire una inguaribile
piaga — è cosi compiutamente tragico da riuscire quasi luminoso e meraviglioso. Pier Paolo Pasolini
SEQUESTRO CASELLA -
«Mamma coraggio a Platì»
«ln catene come mio figlio»
DAL CORRISPONDENTE
LOCRI _ «Mamma coraggio» è stata anche a Platì. Qui una
variante ha messo ancora più in evidenza l’accorata denuncia che Angela Casella
porta avanti nel chiedere il rilascio di suo figlio Cesare. In fatti la donna,
giunta nel centro abitato di Platì, si è passata una robusta catena attorno al
collo e si è incatenata ad una cabina
telefonica. Al suo fianco un eloquente cartellone: «Mio figlio è incatenato
così da 510 giorni». A Platì era giorno di mercato, lungo la via principale
numerose bancarelle di ambulanti.
Arrivano le prime donne, abbracciano mamma Angela per esprimerle
comprensione e solidarietà. Molte portano i figli, li porgono verso la signora
Casella. In paese della storia dei sequestri si è sempre dibattuto, magari sotto voce, ricorrendo ad eufemismi, evitando
commenti pesanti. Però un conto è parlarne astrattamente ed un altro avere
davanti la madre di un ostaggio, verificarne le ambasce. Alla fine l'istinto
materno ha il sopravvento e la solidarietà affiora con atteggiamenti semplici
quanto eloquenti. Una donna porta un caffè
e
lo porge ad Angela Casella, «lo
prenda ne ha bisogno››. Un anziano,
piegato dalla fatica dei campi e dagli acciacchi dell'età, affida il suo
pensiero ad una delle massime tipiche della vecchia civiltà contadina che tempo
fa erano legge anche a Platì. «Viditi, non è mancu curpa loru, i sti
sciagurati, è ca u Signuri i fici e non
li zzapulijau» (Forse non è colpa di
questi sciagurati, è che Dio li ha fatti
ma non li ha curati, sono rimasti allo
stato incolto). Chi va oltre sono due
donne, madre e figlia, da tempo emigrate in Australia, dove è forte la presenza di platesi. Lisa Perre: «E' brutto tutto questo,
brutto assai ed anche da noi in Australia si parla di una mafia di Platì». Sua madre, Maria Staltari, «manco dal mio
paese da 40 anni, mi è difficile riconoscerlo, oggi vedo che molti hanno paura,
una volta si dormiva con le porte aperte: non saprei dire, allora si era poveri
ma oggi non si sta bene››. Un vigile urbano invita a parlare anche dell'abbandono
di Platì, delle frane mai rimosse, delle strade rotte, del disservizio
dell'Enel, delle annuali inondazioni.
Alle undici si riparte per Locri, Angela Casella è attesa in Municipio
dove è convocato il Consiglio comunale. Ad attenderla troverà il presidente della Giunta
regionale Rosario Olivo. «Sono qui per
vedere come è possibile affiancare questa madre in lotta, insisto nella
richiesta di un intervento fisico, immediato, del responsabile del dicastero
degli Interni. Il ministro Gava ci deve delle risposte ed è giusto che venga
qui a darcele». La popolare trasmissione
televisiva «Samarcanda››, in onda sulla terza rete, ha organizzato un
collegamento in diretta, nell'ambito della puntata che va in onda questa sera,
con Locri. Saranno ospiti della trasmissione esponenti politici del mondo sociale,
la signora Angela Casella ed altre persone rimaste in passato vittime di sequestri
di persona. p.p.
GAZZETTA DEL SUD Anno XXXVIII - Giovedì 15 giugno 1989
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