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domenica 13 ottobre 2019

Rashomon - Mamma coraggio

... una vicenda il cui senso — che lacera la storia come una ferita destinata a divenire una inguaribile
piaga — è cosi compiutamente tragico da riuscire quasi luminoso e meraviglioso. Pier Paolo Pasolini



SEQUESTRO CASELLA - «Mamma coraggio a Platì»
«ln catene come mio figlio»
DAL CORRISPONDENTE
LOCRI _ «Mamma coraggio» è stata anche a Platì. Qui una variante ha messo ancora più in evidenza l’accorata denuncia che Angela Casella porta avanti nel chiedere il rilascio di suo figlio Cesare. In fatti la donna, giunta nel centro abitato di Platì, si è passata una robusta catena attorno al collo e si è incatenata ad  una cabina telefonica. Al suo fianco un eloquente cartellone: «Mio figlio è incatenato così da 510 giorni». A Platì era giorno di mercato, lungo la via principale numerose bancarelle di ambulanti.  Arrivano le prime donne, abbracciano mamma Angela per esprimerle comprensione e solidarietà. Molte portano i figli, li porgono verso la signora Casella. In paese della storia dei sequestri si è sempre dibattuto, magari sotto  voce, ricorrendo ad eufemismi, evitando commenti pesanti. Però un conto è parlarne astrattamente ed un altro avere davanti la madre di un ostaggio, verificarne le ambasce. Alla fine l'istinto materno ha il sopravvento e la solidarietà affiora con atteggiamenti semplici quanto eloquenti.  Una donna porta un caffè  e  lo porge ad Angela Casella,  «lo prenda ne ha bisogno››.  Un anziano, piegato dalla fatica dei campi e dagli acciacchi dell'età, affida il suo pensiero ad una delle massime tipiche della vecchia civiltà contadina che tempo fa erano legge anche a Platì. «Viditi, non è mancu curpa loru, i sti sciagurati, è ca u Signuri i fici e  non li zzapulijau» (Forse non è  colpa di questi sciagurati, è  che Dio li ha fatti ma non li ha  curati, sono rimasti allo stato  incolto). Chi va oltre sono due donne, madre e figlia, da tempo emigrate in Australia,  dove è forte la presenza di  platesi. Lisa Perre: «E' brutto tutto questo, brutto assai ed anche da noi in Australia si parla di una mafia di Platì».  Sua madre, Maria Staltari, «manco dal mio paese da 40 anni, mi è difficile riconoscerlo, oggi vedo che molti hanno paura, una volta si dormiva con le porte aperte: non saprei dire, allora si era poveri ma oggi non si sta bene››. Un vigile urbano invita a parlare anche dell'abbandono di Platì, delle frane mai rimosse, delle strade rotte, del disservizio dell'Enel, delle annuali inondazioni.  Alle undici si riparte per Locri, Angela Casella è attesa in Municipio dove è convocato il Consiglio comunale. Ad  attenderla troverà il presidente della Giunta regionale  Rosario Olivo. «Sono qui per vedere come è possibile affiancare questa madre in lotta, insisto nella richiesta di un intervento fisico, immediato, del responsabile del dicastero degli Interni. Il ministro Gava ci deve delle risposte ed è giusto che venga qui a  darcele». La popolare trasmissione televisiva «Samarcanda››, in onda sulla terza rete, ha organizzato un collegamento in diretta, nell'ambito della puntata che va in onda questa sera, con Locri. Saranno ospiti della trasmissione esponenti politici del mondo sociale, la signora Angela Casella ed altre persone rimaste in passato vittime di sequestri di persona.  p.p.  
GAZZETTA DEL SUD    Anno XXXVIII -  Giovedì 15 giugno 1989       


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