…Io non so
io non so più
a chi credere …
io non so più
a chi credere …
Lucio
Battisti, Le tre verità
Ancora una volta per descrivere la vicenda della Signora Angela Casella
a Platì prendo spunto da un lavoro cinematografico: Rashomon (1950) di Akira Kurosawa. Il film, chi l’ha visto lo sa,
attraverso l’abile costruzione del maestro giapponese, il Sergio Leone Tolstoi
del cinema, riproponeva la stessa storia dai vari punti dei protagonisti. Oggi
sono quelli dei giornalisti che erano presenti in paese il 14 giugno 1989. L' angolazione riflette la loro sensibilità ma anche gli interessi della
testata su cui l’articolo appariva. Ho il sospetto che l’ultimo che leggerete
sia stato stilato dalla nota redatta per l’occasione dall’agenzia ANSA,
aggiungendo opinioni falsate ad hoc. Oggi, causa il tempo trascorso, si può
guardare il gesto drammatico della Signora Casella con ottica diversa ed anche
il modo di redigere un articolo giornalistico che andava a riguardare il paese.
La tenace protesta
della donna
Incatenata
per amore
del figlio
DAL NOSTRO INVIATO
LOCRI - Ai confini orientali
dell’Aspromonte, in faccia a quella che chiamano Aria del Vento, un nome poetico per una zona fatta d’asprezza e di incanti, la mamma di Pavia consuma il suo secondo incontro con gente che non conosce; si offre e riceve una
solidarietà di poche parole, non foss’altro
perché questa gente ha più occasioni
solo per piangere, ma inusuale, non foss’ altro perché questa gente è abituata al silenzio cupo della rabbia repressa. E' Platì, sopra la sua
argilla che si sgretola, sotto la sua cappa di sospetti, di odi, di attese inutili
per il niente che alligna tutt'intorno. Angela Casella è una novità, anche se
triste. Si incatena nello scheletro superstite di una cabina telefonica. Mio figlio,
dice, è incatenato cosi da 510 giorni. Le donne e i bambini di Platì accorrono, fanno
un capannello commosso di speranza, scrivono sul librone che la mamma di Pavia si
porta appresso nome e cognome. Elisabetta Schimizzi e i suoi tre bambini sono i
primi a firmare. Poi la signora Lisa porta solidarietà e regala un libro, la
trilogia di Richard Bach: «Il gabbiano di Livingston», «Illusioni», «Nessun
luogo è lontano», con dentro una penna di gabbiano e un fiore secco in ogni
pagina, ha il sapore di un'antica reliquia personale, d'un simbolismo semplice
che parla di libertà e di luce dopo il buio della prigionia. «Che possa al più presto riabbracciare il suo
dolce ƒiglio...››. La mamma di Pavia
sgrana i suoi occhi che sembrano più grandi del solito sul viso affilato, che
ripetono «Aiutatemi a cercare mio figlio,
possibile che nessuno mi può aiutare?››. Una vecchia avvolta nello scialle nero
riesce a dire, come pregasse «Al più
presto riavrà suo figlio» e corre via. In piazza 24 Maggio, angolo con via
Battisti, ma la piazza non è più di uno slargo dove c'è posto per uno sgangherato
carretto che vende frutta, è giorno
di mercato, il tempo si ferma due ore. Le donne sono con lei e le fanno
dire: “Ho trovato più solidarietà qui che
a Pavia”.
Ma gli uomini? Gli uomini di Platì guardano. I giovani di Platì
scrutano. Ma non s’avvicinano. Unica eccezione il parroco, don Ernesto, non ha
però voglia di parlare: «E' un dramma,
noi non possiamo fare altro che pregare».
Perché così muti, gli uomini, i giovani? «Si,
siamo solidali con lei ma siamo ƒatti cosi. La donna è diversa. Più coraggiosa?
Forse, chissà, non so». Come ti chiami? «Eh no, di nomi qui non se ne fanno». Ma si può sgomitolare il
rancore. Lo Stato lontano, lo Stato latitante, lo Stato che non fa niente: è la
litania continua, ossessionante degli uomini, dei giovani. «Nemmeno la tivù, si vede. Il primo canale qualche
volta e male. Poi c'è la tivù di Gheddafi. Almeno parlasse in italiano!».
Qualcuno mostra la cartella dell'Inps: 6.443.000 lire la pensione 1988.
«Siamo in cinque, cosa dobbiamo fare?››. Fanno vedere quei bambini che giocano: «Per loro non c' è futuro. La signora piange da
510 giorni, noi da sempre». Un epitaffio crudele, immodificabile. E intanto
raccontano di un ragazzo, Giuseppe Mammoliti, 19 anni, ucciso di notte a colpi di
pallettoni, davanti alla sua casa di San Luca, la prima tappa di questo
allucinante viaggio della mamma di Pavia. Un altro morto ritrovato nella piana
di GioiaTauro.. «Ma e proprio maledetta
questa terra?» dice una donna. La piccola piazza è la faccia di due Platì,
di due calabrie: la solidarietà da una parte, il rancore dall’altra. Il vice
sindaco DC Franco Mittiga spiega: «La mafia,
la 'ndrangheta non stanno solo qui. Ma a Palermo, a Roma, a Torino, a Milano,
ovunque si prospetta un atto di delinquenza. Ma qui sono disoccupati e
ignoranti, là intellettuali e protetti». Un solco profondo come una ferita incancrenita. Si lamentano arresti
di innocenti da una parte; si prega per la liberazione di Cesare dall’altra. Francesco, 63 anni, brontola. La
moglie lo trascina via, sembrano recitare a ruoli invertiti. «Lei -
dice - è commovente ma il cuore di quelli è duro come un sasso. Per il
popolo, per noi, sarebbe meglio che la legge facesse qualcosa. Io sono comunista
ma devo dire che molte cose andavano meglio prima della democrazia».
Su Platì, come la mamma di Pavia se ne va cala il silenzio di sempre.
Silvano Romano
IL TEMPO Anno XLVI / N. 157 Giovedì
15 Giugno 1989
Più che a Tolstoj, Roshomon fa pensare a Pirandello. Cito da un lavoro di studenti del Liceo scientifico di Melfi "Arigatò, Pirandello-Sama!": - I film (...) riguardano una cultura ben lontana e diversa dalla nostra, ma che ciononostante, risentono di echi pirandelliani, poiché quando si parla di genialità, essa non può essere circoscritta in un luogo o in un tempo specifico. Il suo pensiero, in quanto frutto di genialità, è fonte di riflessione non solo nel nostro caro vecchio continente, ma anche nel più estremo oriente. Benché non ci siano chiare testimonianze che le opere pirandelliane abbiano influenzato in modo diretto la cultura orientale, non si può escludere a priori che sia avvenuto un contatto. Difatti nella cultura cinematografica del Giappone, terra del Sol Levante, è possibile rintracciare elementi della filosofia pirandelliana. -
RispondiElimina