Sic transit vana et brevis gloria mundi.
et qae originem suam traxit ex alto.
non fluxa sed aeternam.
et qaue sanctorum est gloria divina
semper crescit eundo
Così passa, vana e breve, la
gloria del mondo;
ma quella che trae origine
dall’alto,
immutabile ed eterna,
la gloria divina dei santi
sempre va crescendo.
Antonio Vivaldi, Ostro picta, armata spina
RV642
Riprendo oggi un tema lamentato recentemente su queste pagine
sulla memoria e la relativa fruizione sul terreno ad essa deputato come può
esserlo il cimitero, dove sempre più si privatizzano gli accessi. Il motivo è
scaturito dalla visione di un lungometraggio di recente produzione: Marjorie Prime (2017) di
Michael Almereyda. Vi è anche l’avvicinarsi della ricorrenza
rituale della commemorazione dei defunti.
“So che se mi permetti di visitarti, ti vedrò con i ricordi così come
con gli occhi”.
Il film in un forma fantascientifica narra di un prossimo futuro nel quale una straordinaria tecnologia
olografica permette ai vivi di poter (illusoriamente) conversare con coloro che
ormai non ci sono più e che sopravvivono solo in forma di ricordi audiovisi. Tutti i membri della famiglia diventeranno essi stessi
proiezioni di un passato perennemente immutabile. Marjorie
Prime concentra il proprio intero fulcro narrativo sul
tema della persistenza della memoria – e sul rischio del relativo
deterioramento a causa della revisione operata dal passare del tempo. Da questo punto di vista qualcosa già era stato
fatto da Stanley Kubrick e Andrej Tarkovskij. La stessa presenza di spazi
chiusi ai margini dell’oceano era stato visto in Solaris del 1972 dove il
protagonista ricreava l’ologramma della moglie scomparsa. Oggi qualcosa
è cambiato anche perché la fruizione della memoria è ricreata virtualmente da
pagine come queste e attraverso la persistente pubblicazione di volti e figure
sulla rete che possono essere prese come ologrammi. Il guaio è che molti
editori si limitano alla sola pubblicazione senza un corrispettivo
coinvolgimento letterario se non in forma di faccina sorridente o di un mi piace di rito preconfezionati. Nel film, oops nel
file, citato, un'avveniristica trenodìa da consigliare al Capossela nazionale, invece, grazie alla sua eccellente drammaturgia, si riflette compiutamente sulla memoria,
sull’elaborazione del lutto, sull’assenza.
Del resto continuiamo a parlare con quelli che ci mancano, i morti non muoiono, tanto per citare un file appena uscito.
In corsivo è
quanto ho rubato
L'odierna pubblicazione è dedicata a Paolo, vajana, Trimboli.
L'odierna pubblicazione è dedicata a Paolo, vajana, Trimboli.
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