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domenica 11 novembre 2018

Una storia vera [di David Lynch, 1999 ]


Io sono la mia storia”. Wim Wenders Nel corso del tempo, 1975

Caro Luigi, …
mi sto divertendo a ricostruire le famiglie nell’800 e sono così incorsa nella piccola saga di cui ti parlavo…

Il 07/10/1803 nasce a Platì Michelina Papalia figlia di Giuseppe e Teresa Mittiga.
Il 09/05/1804 muore suo padre Giuseppe Papalia.
Il 09/02/1818 sposa Rocco Cutrì di Messignadi. Sul registro dei matrimoni viene dichiarata di anni 19 (mentre in effetti ne aveva 15) e di professione “civile”. Tale termine veniva assegnato a coloro che erano benestanti e le cui professioni non erano inquadrate. Quindi Michelina Papalia apparteneva ad un ceto sociale di un certo rilievo per lo meno economico. Rocco Cutrì ha ventun anni e viene dichiarato anche lui di professione “civile”, figlio di un Massaro di Bovi che, non potendo essere presente a Platì per dare il proprio consenso al matrimonio, invia un altro Rocco Cutrì, Arciprete di Messignadi, a fare le proprie veci.
Il 18/05/1819 il giovane marito muore a Messignadi lasciandola vedova senza figli (non vi sono nati di questa coppia né a Messignadi né a Platì) e Michelina torna a casa dalla madre, infatti:
Il 08/05/1822 sposa Mastro Giuseppe Fera d’anni 28, mastro ferraro, figlio di Michele e della Signora Candida Nirta (da notare che le mogli dei mastri venivano riportate sui certificati ufficiali con l’appellativo di Signora). Michelina viene dichiarata di anni 22, in effetti ne ha diciannove. Fra i documenti elencati come presentati, vi è l’atto di morte del primo marito.
Il 02/10/1831 nasce il figlio della coppia: Domenico Rosario Fera.
Il 06/02/1836 muore il secondo marito.
Il destino sembra essersi accanito con Michelina, che però non desiste e nel 1838 prepara i documenti per un terzo matrimonio con Francesco Stefano Domenico Collufio (o Collusio) nato il 02/04/1813 (quindi di 10 anni più giovane) a Tresilico, figlio di Giuseppe Antonio (civile) e Concetta Lando. La professione del futuro sposo è quella di “fallegname”. Il comune di Tresilico provvede alle pubblicazioni (Atto di notificazione), ma…
Il 26/02/1838 l’usciere presso la Regia Giustizia del Circondario di Ardore, invia al Sig. Don Giosafatto Furore, Sindaco ed ufficiale dello Stato Civile del Comune di Platì, istanza di opposizione al matrimonio da parte di Francesco Fera (Istante), proprietario, in qualità di cugino del defunto marito della Signora Michelina Papalia, proprietaria, con Mastro Domenico Collufio, falegname, domiciliato in Trisilico, per i seguenti motivi:
1° Perché essa Papalia dimenticando i doveri di Madre verso il di lei unico figliuolo Domenico Fera dell’età di anni sei, dopo aver barattato e trafugato tutto ciò che formava l’asse ereditario del fu di lui padre Mastro Giuseppe Fera, ed abbandonato snaturatamente il … pupillo alla discrezione altrui ha pensato passare ad un terzo matrimonio negando non solo ogni sussidio della sua propria roba, ma senza neppure restituire ciò che al Minore si appartiene, e che ascende a valore di circa ducati cinquecento, di che l’istanza si riserba di chiedere il redde conto come per Legge. 2° Perché essa Papalia avea promesso al fu di lui marito di non passare ad ulteriori nozze con chichesia dopo la di lui morte ed ora trasgredendo questo patto si vuol dare in moglie ad una persona inferiore di condizione e che soffre degli intervalli di demenza. Per tali motivi adunque si oppone l’Istante al preteso Matrimonio che si vorrebbe contrarre tra loro. Quindi è che in virtù del presente atto ho inibito esso Sig. Sindaco e uffiziale dello Stato Civile di procedere alla solenne promessa dello Stato Civile protestandogli l’Istante in caso diverso di tutti i danni ed interessi e di agire in linea criminale contro di esso Sig.r Sindaco quante volte non si uniforma a quanto prescrive la Legge nell’Articolo 69 e 70 delle LL. Civili prescrivendo gli stessi che l’uffiziale dello stato civile subito che viene a lui notificata opposizione di Matrimonio non può passare oltre, ma deve notare della opposizione nel Libro addetto e vistare l’originale, e di rispondere di tutti i danni, ed interessi, non che alla Multa di ducati sessanta ed alla perdita della carica, come anche alla pena di prigionia giusta Articolo 244 delle LL Penali.
Tale opposizione viene comunicata anche ai due pretesi futuri sposi. Ora non è dato sapere quali passi abbia intrapreso Michelina, o chi per lei, fatto sta che:
L’anno milleottocento trentotto il giorno ventotto del mese di maggio in Platì. Ad istanza del Signor Francesco Fera proprietario, domiciliato in Platì, Io Vincenzo Gliozzi, Usciere presso la Regia Giustizia del Circondario di Ardore ivi domiciliato, ho dichiarato al Signor D. Giosafatto Furore nella qualità di Sindaco ed Ufficiale dello stato Civile del Comune di Platì, non che a Donna Michelina Papalia, proprietaria ivi domiciliata, che l’istante non più si oppone al matrimonio contraendo con Mastro Dom.co Collufio di Tresilico dalla prefata Signora Papalia, vedova del fu Giuseppe Fera, e formalmente rinunzia all’atto di opposizione del giorno ventisei Febbrajo milleottocento trentotto.
E così il giorno stesso, 28/05/1838, il sindaco emette il Certificato da presentarsi al Parroco per la celebrazione del matrimonio che viene registrato al numero d’ordine 6 dell’anno 1838.
Il 06/02/1839 Michelina Papalia dà alla luce a Platì un figlio maschio a cui viene imposto il nome di Giuseppe Alfonso Carlo Collufio.
Il 06/11/1841 Michelina Papalia dà alla luce una figlia a cui viene imposto il nome di Maria Concetta Teresa Collufio.
And that’s all, folks!
Ciao
Rosalba

5 commenti:

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  2. Mitica Michelina che in un'epoca in cui ragazze di 12 anni venivano date in sposa ad uomini di 21 anni, o di 15 anni date in spose ad uomini di 38, se ne prende uno di 10 anni più giovane in barba a chi la contrastava. Una curiosità: 500 scudi corrispondono a quasi 8000 euro.

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  3. Mi incuriosisce il fatto che due dei mariti erano originari del'altro versante della montagna. Questo a significare che le frequentazioni tra i paesi vicini a Platì erano cosa normale.

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    1. Ho trovato molti matrimoni avvenuti in tutte le classi sociali specialmente con Tresilico, Messignadi, Palme, Oppido

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