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giovedì 8 novembre 2018

PLATOON [di Oliver Stone,1986 ]



Platì cinque novembre duemila diciotto ore diciassette. I sogni e gli sforzi di un plotone di platioti sembrano essersi realizzati: il cinema Loreto di nuovo gremito di spettatori, non accorsi per la visione di immagini scaturite da uno schermo, che all’epoca della sua età dell’oro, i piccoli astanti ingigantivano con la fantasia, in realtà, la sua estensione era di due metri e mezzo per due, poca cosa al confronto con i Garden, gli Odeon, i Metropol delle megalopoli. L’evento è del tutto inedito: la celebrazione con conseguente resurrezione dell’Ultimo Glorioso Figlio. E come oggi sull’altare maggiore dell’annesso duomo si avvicendano temerari ministri venuti da fuori, così sono accorsi da vicino e da lontano, ad affiancare i parenti del personaggio celebrato, uomini di Stato, scrittori, politici, giornalisti ed una piccola, locale, emittente televisiva. Così quell’esiguo drappello, unito attorno al simbolo of life and hope, l’ulivo, ha dimostrato coraggio e fede per la rivincita di un territorio e di una popolazione emarginata, ghettizzata, a causa di trame sovversive altrove, ancora oggi, pianificate. Al solito: finito l’Ufficio i patriotti sono dovuti rientrare nei ranghi della dura, scura, quotidiana, ingrata realtà, senza per questo smettere di fare progetti per l’avvenire.

Tornando al titolo sopra citato eccovi per Totu Delfinu Samuel Barber e Leonard Bernstein al top


1 commento:

  1. celebrativo come Ernesto senior, con una sottile vena ironica non estranea al popolo del paese

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