All I ever had, is songs of freedom.
Johnny Cash-Joe Strummer-Bob Marley
Nonno non aveva un bel carattere: era autoritario e,
diciamolo, rompiscatole. Nel ventennio era stato coinvolto nel partito fascista
ed il vizio del comando gli era rimasto. Rimproverava chiunque sospettasse di
comportamenti non adeguati: figli, cugini e compaesani. Mio padre mi raccontava
che, per non mettersi nei guai, non rispondeva mai direttamente alle sue
domande, specialmente se lo apostrofava con il voi. Questa era una loro tipica
conversazione:
Peppantoni: - Aundi
jistivu?
Pasqualino: - Aundi
jia?
Peppantoni: - Chi
facistivu?
Pasqualino: - Chi fici?
Peppantoni: - Cu ccu’
eruvu?
Pasqualino: - Cu ccu’
era?
Però, come nipote, io
non lo temevo e lo adoravo. Peppantoni, che pure non era proprio felicissimo
per la mia nascita visto che il figlio aveva diciannove anni, è sempre stato
dalla mia parte.
Forse è il ’57, io ho
quattro anni e siedo sulle scale interne della casa dei nonni con il
grembiulino dell’asilo, il cestino di latta e piango disperata. Entra
Peppantoni dal portone principale: o non è partito o è rientrato a prendere
qualcosa. Mi vede e urla sia per farsi sentire dalla moglie al primo piano sia
per sovrastare il mio pianto:
“Pacchì ciangi a fijjiola?”
“Non voli u vaji
all’asilu”
“E cu tutti i fimmini
chi ‘ndavi ‘nta sta casa, a fijjiola chi bisognu ‘ndavi u vaji all’asilu?”
“Tutti i fimmini” erano mia nonna, le sue ultime due figlie di undici e otto anni, la bisnonna Cata e forse un’altra figlia adulta, mia zia Giuseppina. Quindi rimasi fra i piedi di mia nonna almeno per un anno, non credo con sua grande gioia.
“Tutti i fimmini” erano mia nonna, le sue ultime due figlie di undici e otto anni, la bisnonna Cata e forse un’altra figlia adulta, mia zia Giuseppina. Quindi rimasi fra i piedi di mia nonna almeno per un anno, non credo con sua grande gioia.
Anni dopo, quando
dall’Abruzzo tornavo a volte d’estate al paese e stavo con loro, nonna Rosina
mi teneva da parte le annate intere di “Famiglia Cristiana” che non lasciava
buttar via perché “se no Rosalba cosa legge quando viene a stare qui?” e
Peppantoni mi abboffava di cibo. Io non sono mai stata né inappetente, né
magra, ma lui ci teneva a darmi la metà delle sue polpette che Rosina gli
cucinava senza sale. Io, già satolla di ciò che la nonna aveva cucinato per
noi, ingollavo anche le sue polpette per compiacerlo.
Di solito a fine estate la seguente conversazione intercorreva fra i nonni:
Di solito a fine estate la seguente conversazione intercorreva fra i nonni:
Peppantoni: - Rosina!
Comu si lavasti i rrobbi da fijjiola?
Rosina: - Comu l’attri, pecchì?
Peppantoni: - Si
stringiru! Non vidi ca si vanno stritti?
Rosina: - Non ennu i rrobbi chi si stringiru,
ma ija chi si 'ngrassau! Na vidi?
Nelle foto appare sempre
serio, quasi triste, ma in effetti non era così. Non era il più divertente
degli uomini, ma nemmeno quell’uomo quasi sofferente dei ritratti. L’unica foto
in cui è sorridente, è quella con mio fratello Pino che ha il suo stesso nome
(Giuseppe Antonio di Pasquale). La foto è rovinata, ma questo vuol dire che è
stata maneggiata spesso. Sul retro c'è la dedica alla figlia Ada ed a suo
marito, che abitavano in Australia, dove c'è tutto l'orgoglio di nonno per il
nipote maschio con il proprio nome. Una curiosità: l'anno precedente era nato
Carlo, il figlio di Ada, in Australia, e mia madre aveva dato gli auguri al
suocero che le aveva risposto: "Gli auguri me li farete quando sarete voi
ad avere il figlio maschio". Rideva sotto i baffi perché era contento del
nipote nato in Australia, ma non
stava scherzando: voleva un nipote con il proprio nome.
Nell’altra foto è con i miei due fratelli Giuseppe Antonio, come lui, e
Fabio. Saranno gli unici due nipoti maschi con il suo cognome fino a quando il
figlio Francesco avrà Gian-Paolo in Australia, ma Peppantoni se n’era già andato
molti anni prima. Ha conosciuto i due maschi della figlia Ada, ma loro hanno
altro cognome. Tutte le altre siamo femmine: Rosalba, Maria Isabella, Maria
Felicia, Rina, Rosalinda, Cristina, Bianca e Stefania. Però… il nipote Pino ha
un figlio: Pasquale Perri di Giuseppe Antonio.
Nell’alba del ventunesimo secolo, nessuno dei figli o
dei nipoti è rimasto al paese. Solo mio padre è voluto tornare per esservi
seppellito. Una delle numerose diaspore delle famiglie che furono protagoniste della vita
del paese fino agli anni ’60.
Rosalba Perri
Rosalba Perri
bellissima scelta musicale
RispondiEliminaBellissimo racconto. E sempre bello leggere Delle testimonianze del passato.
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