Le tegole
Questo racconto parla del mio bisnonno Antonio e della sua famiglia
vissuti negli anni 30. Avevano una fabbrichetta nella quale costruivano tegole.
Per farle dovevano fare un impasto di creta che prendevano nel “Marcatu” un
terreno fuori Cirella.
La creta veniva lavorata con acqua, e con i piedi per formare un
impasto omogeneo e liscio.
Successivamente prendevano questo impasto e lo mettevano in una forma
fatta di legno, lo modellavano con un panno bagnato per non formare crepe e
farlo liscio. Infine questo impasto lo mettevano in un’aia per farlo asciugare
un paio di giorni.
Successivamente preparavano il forno, che era costruito sotto terra,
poi mettevano le tegole, in fila ordinata per farle cuocere. Coprivano il foro
e accendevano sopra il fuoco per un paio di ore, poi lo lasciavano raffreddare
per alcuni giorni. Le toglievano dal forno e le mettevano tutte in ordine sugli
scaffali del loro magazzino. Una volta non c’erano i nostri mezzi di trasporto
ma c’erano gli asini.
Le tegole venivano messe nelle sporte in mezzo alla paglia e portate a
destinazione. Per venderle chi le voleva comprare e non aveva i soldi faceva
degli scambi con olio vino, grano e fichi.
Giuseppe Macrì IV a
Cirella 16 Aprile 2018
NOTA. Il testo di Giuseppe Macrì di Cirella è stato premiato nell'ultima edizione dell' Ernesto Gliozzi award. Devo sottolineare che nella citata edizione 2018 le sorprese sono venute fuori proprio da Cirella di Platì.
una delle tante attività scomparse e non rimpiazzate da altre più consone ai tempi
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