Posilipo
27 Giugno 1865
Mio
caro Sig.r Compare
Nel
corso di questo mese non mi avete scritto, che una sola lettera, e non so a che
attribuire la ragione. Voglio augurarmi, che ciò non sia per causa di salute,
della quale mi attendo le vostre buone nuove, come pure di quelle dei miei
fratelli, e degli altri nostri congiunti, ed amici, che salutiamo.
Noi
qui stiamo tutti bene.
Attendevo
pure la rimessa di ducati duecento che mi promettevate, ma sono rimasto deluso.
Vi prego dunque al più presto possibile di spedire in Palmi tutta la somma
disponibile a quel mio affettuoso Sig.r Zio D. Pasquale Suriano, il quale
soltanto di tutti quei miei congiunti mi rimase affezionato, e costante,
avendolo gravato di un pagamento di Ducati 300, di cui ebbi bisogno per pagare
i mobili ed altre spese pel mio matrimonio, che mi ha consumato. E mi sarei
veramente disperato; se non avessi trovato per moglie un angelo di bontà, che
mi compensa colla sua carissima attenzione, colle sue virtù e colle incessanti
cure e sollecitudini, che ha per me. Ella insiste sempre più di accompagnarmi
nella mia venuta nel prossimo autunno per cui bisogna fare i necessari
preparativi per riceverla degnamente, e come merita ed ottenere il permesso di
potersi celebrare la messa nella Casina. Se mi mandate le carte, sarà mia cura
di ottenere da Roma, ove vi sono parenti della Contessina che avvicinano anche
il Papa, ed ha una Cugina nipote di un Cardinale, e che è conosciuta dal S.
Padre, il quale le complimentò un medaglione per suo matrimonio.
Salutatemi
tutti i domestici, e particolarmente il compare massaro Pasquale Perri e mastro
Antonio Caruso, cui direte che non mi ha più scritto.
Se
avrete denaro disponibile al di là di Ducati 300, consegnerete l’avanzo al
Cugino Arciprete o pure a D. Stefano suo fratello cui devo Ducati 315 e sono
due volte che mi scrive e mi fa premura di mandarglieli ad onta, che gli feci
conoscere le mie circostanze. Desidero conoscere, se avete venduto gli asini,
il mulo e se avete comprato la giumenta, come vi avevo pregato. Attendo la
notizia dell’estimo del grano e dell’orzo e dell’industria bachi da seta, ossia
la quantità dei primi, e quella dei bozzoli.
Non
altro per ora, vi abbraccio di cuore col mio prediletto fratello D. Ciccio e
col S. Cugino Arciprete e mi raffermo
Vostro
affezionatissimo compare
Filippo
Oliva
Nota - La presente lettera era indirizzata a Filippo Gliozzi che era procuratore dei conti Oliva.
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