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giovedì 4 maggio 2017

Acque del Sud - 1972. Sulle cause ed effetti


Sulle cause ed effetti 
dell’alluvione Dicembre 1972 – Gennaio 1973
nel territorio di Platì

  Rosario Mittiga

Prima di addentrarmi in una analisi tecnica ed analitica sulle cause che hanno determinato i danni lamentati durante l’alluvione del dicembre ‘72 e gennaio ’73 e indicare le azioni da intraprendere per portare a soluzione questo annoso problema è necessaria una premessa che concerne l’opera che si è svolta durante l’imperversare delle calamità sia come cittadino residente di Platì, sia come tecnico incaricato dal Commissario Prefettizio, in carica durante i tragici avvenimenti, cercando di risolvere, regolare e suggerire, in caso di necessità, tutti gli opportuni interventi che si rendessero necessari a prevenire ed eliminare eventuali danni che potessero verificarsi, nel territorio del Comune, a persone  e cose, a causa delle piogge torrenziali.
Qui si elencano, sia pure in maniera sintetica ma cronologica, i rilievi, gli interventi e le disposizioni più urgenti adottati.
Ricevuto l’incarico il 23 dicembre del 1972 mi sono adoperato, nonostante l’inclemenza del tempo, ad effettuare continui sopralluoghi nelle zone maggiormente interessate comunicando tempestivamente alle autorità interessate i danni subiti dall’abitato e dall’intero agro di Platì sollecitando di disporre le opportune opere di soccorso a persone e cose. Parimenti si procedeva a predisporre un piano di sgombero onde salvaguardare la privata e pubblica incolumità.
Per quanto attiene al Centro abitato di Platì, dalle ricognizioni effettuate, si accertava che la fascia periferica delle abitazioni ricadenti nei Rione Ariella e una schiera di abitazioni poste lungo la via S. Michele del Carso dello stesso Rione erano minacciate da frane. Lo stesso per quanto attiene le abitazioni del popoloso Rione Isolato XXIV Maggio posto subito dopo il ponte sul fiume Ciancio, le abitazioni poste a sinistra ed in testa alla via Roma,le ubicazioni nel Rione Calvario,, le ubicazioni in località Rocca, parte  Sud.
Oltre le minacciate frane, per cause che si è detto in apertura, che interessano una parte limitata dell’Abitato, la minaccia principale è costituita dal fiume Ciancio che attraversa l’intero Abitato sorto, a suo tempo, in zona ai margini dell’alveo.
La temuta minaccia all’abitato delle acque del fiume è da ritenersi sempre allo stato potenziale in quanto il disastro verificatosi in Platì con l’alluvione del 1951 è stato determinato dalla piena del fiume Ciancio. A tale proposito si ricorda che Platì in quella occasione venne sommerso dalle acque e dai detriti del fiume in piena ed ebbe a lamentare ben diciotto vittime, a causa di cui, per molti anni, il sinonimo Platì equivaleva ad Alluvione 1951.
Allo stato attuale sebbene siano trascorsi vent’anni dall’evento calamitoso, la minaccia del ripetersi del fenomeno non è da escludersi in quanto, fatta eccezione ai lavori di arginatura del fiume, nel tratto attraversante l’abitato, nella parte a monte non sono state realizzate le indispensabili opere idrauliche e forestali. Anzi si può dire che le condizioni a monte siano notevolmente peggiorate e per le numerose frane che hanno interessato le pendici, manifestatesi periodicamente in oltre un ventennio, e per il tagli eseguiti, al fine di realizzare la strada di servizio per le opere di presa dell’acquedotto, che hanno compromesso l’equilibrio di un lungo tratto del costone in destra.
Lo stesso ponte, facendo parte della strada anzidetta, costruito sul Ciancio, all’altezza del rione Ariella, potrebbe, data la limitata sezione al deflusso, costituire un ostacolo al deflusso delle acque, in caso di piena, con gravi conseguenze per il rione Ariella.
Anche nella parte valliva dello stesso fiume Ciancio e precisamente all’altezza dei rioni Lacchi e Giambattista, posti sulla S. S. 112 e la sponda sinistra del fiume ed a una quota quasi a livello d’alveo, la mancanza di idonee opere di arginatura fanno temere per la sicurezza dei detti rioni.
La situazione è resa più grave dal cono di deiezione del torrente Sanello, affluente di destra del Ciancio.
E’ da rilevare che durante l’alluvione del 1951 anche questa zona fu completamente invasa dalle acque fluviali provocando ingenti danni.
Infine sempre nel centro abitato, si è determinato un aggravamento delle condizioni dio stabilità di numerose abitazioni che per vetustà e dissesti alle strutture fanno temere per la privata ed pubblica incolumità.
In conseguenza di quanto sopra, tenendo presente l’obiettivo di garantire, soprattutto, l’incolumità fisica deli abitanti di Platì, si è ritenuto di sgomberare ben 537 abitazioni nel solo centro abitato con ordinanza notificata e tante altre verbalmente. Si ritiene che una buona parte di detti sgomberi dovranno essere mantenuti a carattere permanente.
Gli accertamenti e i sopralluoghi sono stati estesi anche alle frazioni.
Particolarmente grave è la situazione di Gioppo, Lauro e Senoli, dove è stato disposto lo sgombero totale e definitivo di tutti i nuclei rurali ivi esistenti. Dette frazioni rurali si ergono lungo un esteso costone di natura argillosa in frana, il cui fenomeno potrebbe evolversi come, in atto, si sta verificando nel costone compreso tra Natile e Careri.
Meno grave è la situazione di Cirella dove due frane minacciano di interessare le fasce marginali dell’abitato.
Per quanto si è detto ed in aggiunta, rilevate anche le mancate opere nel vallone Rusa e Arcopallo, costituenti il Due Valloni, nel territorio Sanello e nel torrente Acone, opere che si sarebbero dovute eseguire sia a monte che a valle.
Rimane drammatica in tutto il territorio la situazione in agricoltura. Anche in questa inclemente calamità, come nel 1951, sono ingenti i danni alle colture e in zootecnia.
Pertanto, appare chiaro che non potrà più essere procrastinata la realizzazione delle seguenti opere:
-Sistemazione idraulica- forestale del fiume Ciancio.
-Lavori di consolidamento e risanamento dell’abitato di Platì e della frazione Cirella.
-Realizzazione di un nuovo nucleo urbano che possa accogliere gli abitanti delle frazioni Gioppo-Lauro-Senoli.
-Sistemazione idraulica-forestale di tutti i torrenti, valloni e appendici.
Infine è necessario intervenire presso l’ANAS perché sia definitivamente risolto il problema della viabilità lungo la S. S. 112 rimasta interrotta dal 1951 al maggio 1972 e nuovamente interrotta con gravissimi danni e disagi economici a seguito della recente alluvione.
Opportuno segnalare, inoltre, la istituzione di una Commissione Tecnica altamente qualificata, composta da geologi per esaminare il problema idrico-forestale a scopo di conoscere la esatta situazione idro-geologica di tutto il Territorio ed eventualmente porre il problema del trasferimento dell’intero abitato.
 Platì 15 febbraio 1973

Nota
Questa relazione fornitami gentilmente da Saro Mittiga, col consenso di quest'ultimo, è stata svolta in prosa partendo dall’originale acuta perizia tecnico-scientifico.

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