LA VERGINE DI PANDORE
A distanza di qualche decennio dal catastrofico terremoto che distrusse
l’antica città di Pandore e costrinse i suoi abitanti a trasferirsi in altre
zone più sicure (Careri e Natile), la tradizione vuole che un contadino intento
ad arare un pezzo di terra... e qui si innesta inevitabilmente la leggenda del
“quadro miracoloso” della Vergine di Pandore.
Credo sia doverosa riferirla.
Un contadino, come si diceva, mentre stava arando un pezzo di terra
rinvenne, a poca distanza dalla zona dove sorgeva anticamente Pandore, un
trittico raffigurante la Madonna.
Poiché il terreno sorgeva ai limite dei confini territoriali dei Comuni
di Careri e Platì, tra i due popoli sorse una animata disputa: il trittico doveva
essere portato a Careri o a Platì? Mai disputa fu tanto accanita ed accesa.
L’accordo non fu raggiunto. Alcuni “saggi” suggerirono un singolare stratagemma
che, con grande soddisfazione di tutti, venne attuato.
Il «quadro» venne caricato su un carro trainato da due giovenche
e abbandonato in aperta campagna. Se le giovenche si fossero dirette in
direzione di Platì, sarebbero stati i Platiesi gli unici proprietari della
immagine della Vergine di Pandore. In caso contrario il possesso sarebbe toccato
di diritto ai «pandurioti». Le giovenche si diressero verso Careri
facendo la gioia dei «Pandurioti» e la disperazione ovvia dei Platiesi.
Da quel giorno i cittadini di Careri divennero i gelosi custodi del miracoloso
trittico raffigurante la Vergine con il Bambino.
Per i Careroti il "quadro" divenne ben presto l'ancora di "salvezza"; salvezza del corpo e dell’anima. La fede nella Vergine di Pandore fu sempre grande,
infinita.
Purtroppo ai primi di ottobre del 1971 mani sacrileghe trafugarono il "quadro" miracoloso lasciando nello sconforto più nero migliaia di
fedeli.
In quei giorni il sindaco del paese, Rosario Monteleone, rivolse ai
malfattori un accorato appello: “Mi rivolgo a nome mio e di tutta la cittadinanza
a coloro che, forse in un momento di smarrimento,hanno voluto privarci di un bene
cosi inestimabile; restituite a Careri il miracoloso quadro: soltanto allora il
mio popolo riacquisterà la pace e la tranquillità “.
A distanza di anni l'appello è rimasto però inascoltato.
Quella mattina di 15 anni addietro la notizia del furto del «quadro» si diffuse in un baleno. “Non c‘è legge, non c’è legge” gridavano, piangendo, uomini e donne, vecchi e bambini.
Non sono mancate scene di grande commozione come quando una anziana
donna, genuflessa davanti all’altare, pregava: «Vergine Santa, ritorna a
Careri».
Era una speranza!
A Careri cà si dicia
Cà ndavi a veniri la
Matri Maria:
O Maria, o di li Grazii,
chi vu siti la cchiù bella
vi misiru nta na stanza
non vi volenu portari a Careri.
Quando la Matri si misi in caminu
li Prativoti gralimi iettaru:
ora cu vui volimu mu venimu
finu a Careri mu v’accumpagnamu.
volimu la Matri cu Gesù Bambinu
pa li nosrti bisogni ma pregamu.
Quandu la Matri a Careri trasiu
tuttu lu mundu cà s’allumtanau.
Nostra Madonna in prucessioni iu
avanzi a la chiesa si fermau;
tutti gridaru «la Matri di Diu»'
Maria di li Grazi l’intitulau.
Lu bastimentu a mari si ndi iu
e lu patruni grazii cercava;
e chissu fu miraculu di Maria:
mu scindi sarvu e non si maculau.
Tratto da CARERI nel 150°
anniversario della fondazione del comune, a cura di Giuseppe Pipicella, Laruffa
Editore, 1986
Il terremoto che distrusse Pandore risale al 1507.
Dimenticavo: la foto è di Don Salvatore C.
Dimenticavo: la foto è di Don Salvatore C.